Frascati, intervista alla docente e scrittrice Alessandra Allegretti

Pubblicato: Giovedì, 15 Ottobre 2020 - Laura Ferrante

FRASCATI (attualità) - Alessandra Allegretti ha deciso di promuovere la pubblicazione di un romanzo in un momento difficile dell’editoria

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Alessandra Allegretti docente di lettere e ora esordiente scrittrice, ha deciso di promuovere la pubblicazione di un romanzo in un momento difficile dell’editoria. Come mai ha voluto affrontare questa sfida?

Non c'è un motivo preciso. Ho sentito l'urgenza di scrivere questa storia quando ho saputo che alcuni ragazzi svengono davanti ai videogiochi per l'estrema tensione. Ho cercato di mettermi nei loro panni per capire come si possa arrivare fino a quel punto. Ho guardato la questione dal loro punto di vista, con tutta l'importanza e il senso di concretezza che attribuiscono alle loro esperienze virtuali. Il resto l'hanno aggiunto la fantasia e la voglia di raccontare. Ora voglio condividerla e penso che possa interessare, proprio in un momento critico come quello che stanno vivendo soprattutto i ragazzi.

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Perché ha deciso di pubblicare con una realtà come Bookabook? Puoi spiegarci come funziona questa nuova realtà editoriale?

In questi due ultimi anni ho provato a proporre la mia storia a varie case editrici interessate a queste tematiche. In alcuni casi ho ricevuto apprezzamenti, ma di concreto nulla. Mi è stato detto che i tempi di valutazione sono molto lunghi. Nel frattempo ho scoperto per caso Bookabook, che mi ha fatto un'impressione molto positiva, un'editoria alternativa. Ho inviato loro il manoscritto e ho ricevuto una risposta incoraggiante, così mi sono fidata. Il funzionamento è semplice e dà la parola ai lettori: la redazione opera una selezione qualitativa sulle proposte. Gli autori selezionati lanciano sul sito di bookabook una campagna di crowdfunding. L'idea alla base di quest’ultima è quella di creare una comunità attorno a un libro ancora prima che sia fisicamente nelle mani del lettori e, allo stesso tempo, è quella di dare l'ultima parola ai lettori stessi su cosa debba andare in libreria. Se i lettori scommettono su di te preordinando il libro o l'ebook, sarai pubblicato.

Il racconto riguarda i videogiochi, una sfera della tecnologia sempre in evoluzione che possiamo parzialmente ritrovare nell'evoluzione del personaggio nella storia, come ti sei documentata per raggiungere questo risultato?

Il mio approccio ai videogiochi è narrativo e legato all'esperienza diretta come genitore e docente. Mi sono documentata anche un po' sulla rete, su alcune riviste o tramite documentari non tanto sui giochi quanto sulle dinamiche legate ad essi. Per i dettagli relativi alle scene, ai passaggi di livello e alle azioni di gioco ho avuto consulenti di eccezione: i miei figli e i loro amici.

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La storia di cui parla è molto vicina alle cronache di questi giorni, l’emergenza educativa spinge a riflettere sul ruolo dei videogiochi che isolano i ragazzi proiettandoli in una dimensione alternativa e rischiano di perdere il contatto con la realtà. Sfide come Blue Whale Challenge e Momo Game sono sotto i riflettori dei sociologi per i loro possibili messaggi di istigazione al suicidio. Degli ultimi giorni il sospetto che un ragazzo di 11 anni sia stato spinto al suicidio per seguire Jonathan Galindo un profilo social che adesca giovani per sfide pericolose. Quale contributo può dare il suo romanzo in questo panorama di allarme nel mondo giovanile?

Le sfide come Momo Game o Blue Whale Challenge sono estremizzazioni tremende di un disagio nei confronti della realtà. I videogiochi rappresentano in questo contesto una fuga che, anche se non porta al suicidio o alla violenza fisica, compromette la qualità della vita personale e sociale. Nel mio romanzo il protagonista vive proprio questa fuga/immersione ma accade qualcosa che cambia le carte in tavola. Attraverso la sua partita infatti si conosce, entra in contatto con le sue verissime paure, prova emozioni, comprende attraverso l'assenza il valore della presenza, si sente lontano dai suoi genitori e comprende che li ama proprio per il loro assillante "esserci", per il loro "fastidioso" volergli bene. Il gioco non è più demonizzato ma si rivela come possibile strumento di crescita che fa parte a tutti gli effetti della reale concretezza dei ragazzi. Tutto sta nella misura e nell'equilibrio, nella consapevolezza di giocare e nel ruolo mediatore degli adulti, genitori, docenti, giornalisti, influencer che siano.

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La scrittura d’un romanzo deve richiedere tempo e tecnica, quanto tempo ha impiegato per arrivare alla versione definitiva e come ha lavorato sulla tecnica? C’è qualche aneddoto curioso da raccontare delle fasi di stesura del testo?

L'episodio centrale mi è venuto in mente sette anni fa, ma dopo pochi mesi ho abbandonato la scrittura perché non avevo chiara l'evoluzione e la conclusione. In quella prima versione avevo scelto di narrare in prima persona nei panni del protagonista, però poi ho preferito la terza persona e un narratore onnisciente perché volevo stare a guardare, svelando i pensieri dei personaggi e dando qualche suggerimento. Nel 2016 ho inviato un piccolo racconto a un blog del Corriere della Sera, scommettendo su me stessa: se l'avessero pubblicato, avrei continuato la storia che custodivo un po' su carta, un po' nel cuore. Così è andata e allora la matassa dell'intreccio si è sciolta fino alla conclusione: Marco, il protagonista, ha condotto la sua partita fino all'ultimo livello con un colpo di scena finale, e la sua famiglia con lui.

Come insegnate di letteratura greca, latina e italiana ha certamente un ventaglio molto ampio di autori a cui ispirarsi. Quale autore l’ha accompagnata nelle giornate di scrittura, c’è qualche classico che potremo trovare tra le righe?

Tempo fa posi una domanda simile a uno scrittore che stimo molto. Mi rispose che tutti gli autori che aveva letto contribuivano ad ispirarlo nei suoi romanzi. In fondo è così anche per me. Se penso però all'atmosfera ironica e a questa famiglia normale e sgangherata, che non teme di mostrare le sue debolezze, devo ricordare senz'altro la trilogia di Malaussène di Daniel Pennac e La versione di Barney di Mordecai Richler, che fanno ridere ma anche riflettere.

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