Come comportarsi con alimenti scaduti. Parola alla dottoressa Giulia Sabatini
Pubblicato: Domenica, 13 Settembre 2020 - Francesco Garbo
ROMA (attualità) - Quante volte controllate la data di scadenza prima di acquistare qualcosa?
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1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno nel mondo, per non parlare dello spreco dei prodotti delle nostra campagne.
Fortunatamente negli ultimi anni ci si sta sensibilizzando a questo spreco e si stanno attivando diverse associazioni per poter reindirizzare il cibo a chi ne ha più bisogno.
Anche i supermercati spesso lasciano in un frigo apposito i prodotti in scadenza ad un prezzo fortemente scontato.
Quante volte controllate la data di scadenza prima di acquistare qualcosa? Quante altre invece ci sfugge la data di scadenza dei prodotti cha abbiamo comprato e ci troviamo davanti al dilemma esistenziale: La butto o la mangio? Mi farà male ?
Oggi la dottoressa Giulia Sabatini ci aiuta nel rispondere a queste domande.
“Spesso capita di buttare alimenti perché superata la data riportata sulla confezione, ma è realmente necessario gettarli?
Fondamentale è conoscere la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione riportato sulla confezione dei prodotti alimentari.
La data di scadenza viene indicata con la con la dicitura “da consumarsi entro” seguita da giorno, mese ed eventualmente anno. Essa stabilisce la data entro cui un alimento deve essere consumato, superata la quale il prodotto non può più essere venduto in quanto se ingerito dal consumatore potrebbe comportare rischi per la sua salute.
La data di scadenza si trova generalmente sulla confezione di prodotti come latte, latticini, prodotti contenenti uovo, prodotti freschi a base di pesce o carne.
Il Termine Minimo di Conservazione (TMC) viene indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il ”quando la data comporta l’indicazione del giorno, e «da consumarsi preferibilmente entro fine …», negli altri casi.
Un alimento che ha superato il TMC non è da considerare scaduto ed è, quindi, commestibile in quanto non arreca nessun danno alla salute ma registra un progressivo decadimento delle proprietà nutrizionali ed organolettiche.
L’intervallo di tempo, variabile da 3-6 mesi fino ad oltre 2 anni, viene stabilito dalle aziende in relazione alla qualità delle materie prime, al trattamento industriale e al sistema di confezionamento. Il TMC si trova generalmente sulla confezione di prodotti come pasta, farine, caffè, oli, marmellate, prodotti surgelati.
Di seguito una tabella riassuntiva sul periodo entro il quale l’alimento può essere consumato superato il TMC, se conservato correttamente secondo le indicazioni fornite dal produttore in etichetta”.
