Addio a Giuliano Di Benedetti: lo studioso della terza nave di Nemi e della via di Dante nel bosco nemese

Pubblicato: Mercoledì, 19 Agosto 2020 - redazione attualità

diBenedetti genzano ilmamilioNEMI (attualità) - L'architetto genzanese se n'è andato con (almeno) due ferme convinzioni. Ma dello scafo gigante, finora, nessuna traccia

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Se n'è andato convinto della sua intuzione, convinto che gli indizi rimediati tra le carte vecchie di secoli fossero sufficienti a svelare il più grande dei misteri del lago di Nemi: l'esistenza, la presenza della terza nave.

Quando lo incontravi per una intervista, per una semplice chiacchierata, gli brillavano gli occhi: dell'entusiasmo del neofita, della passione dello studioso esperto.

Se n'è andato in queste ore l'architetto Giuliano Di Benedetti. Aveva 77 anni. Ed aveva la ferma convinzione che i due scafi tirati a riva dal Fascismo negli anni '20 del '900 fossero solo un antipasto di quello che il lago ancora nasconde.

Scafi per i quali, come noto, andati distrutti nel 1944 in un incendio, nelle scorse settimane la Giunta comunale di Nemi ha chiesto il risarcimento.

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Ebbene, quando nell'autunno del 2016 Di Benedetti ufficializzò i suoi nuovi studi, quello che si accese attorno al minore dei due bacini castellani fu un nuovo frizzante fervore. Tanto che nella primavera del 2017, con un ecoscandaglio, iniziarono le ricerche. Di Benedetti era convinto che il terzo scafo, secondo quanto riprodotto nel disegno esclusivo che la nostra testata pubblicò in quei mesi, si trovasse semi coperto dalla terra di una frana, comunque sommerso, dalla parte del costone di Genzano.

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Della terza nave, in realtà, non sono mai emerse tracce tangibili nonostante le ferme convinzioni dell'architetto genzanese. Una terza nave che Di Benedetti, secondo i suoi calcoli desunti dai documenti, era gigante. Di molto superiore alla maggiore delle due navi invece tirate in secco ai tempi del Duce. Un mostro galleggiante, insomma.

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Ma tra le tante opere di architettura, archeologia e storia che vanno giustamente ascritte ad un fenomeno letterario quale Di Benedetti è stato, merita di essere citata anche "La via di Dante", saggio in cui lo storico genzanese teorizza che il Sommo Poeta abbia tratto ispirazione dal bosco nemese per la sua opera. Per l'ambientazione del suo capolavoro, almeno negli... "esterni".borelli

Con Giuliano Di Benedetti scompare un personaggio di grande spessore che ha arricchito la cultura castellana e che ha "osato" andare avanti, teorizzare e tentare di provare le proprie intuizioni. In alcune è stato più bravo, per altre - come appunto la terza nave - resterà ancora a lungo il dubbio.

Ma nessuno può negare che l'architetto genzanese non sia stato una fucina di idee e di studi. Un letterato ed uno "scienziato" a tutto tondo, forse a volte scomodo, ma davvero sui generis. Di quelli che, per capirci, al mondo ce ne sono pochi. Pensare ai Castelli...

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