Marino, ‘Italia 90', la nazionale e i lingottini d’oro: la testimonianza dell’ex sindaco Giulio Santarelli. Quei giorni indimenticabili per la città

Pubblicato: Mercoledì, 05 Agosto 2020 - redazione attualità

 

 

MARINO (attualità) - Come la nazionale scelse Marino come sede del ritiro e perchè i lingottini sono rimasti in città

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I mondiali di calcio di 'Italia ‘90' a Marino hanno lasciato un ricordo indelebile.

Fu un momento storico per tutta la comunità, che in quel mese in cui l'intera nazione si era innamorata di una nazionale giovane -e trascinata dai gol di Totò Schillaci, trovò una visibilità di livello internazionale. 

Bastano le foto dell'inaugurazione del campo sportivo 'Domenico Fiore', alla presenza di Sophia Loren, per raccontare quei giorni che misero la cittadina dei Castelli romani al centro dell'interesse dei media, assiepati davanti all'albergo Helio Cabala per narrare le vicende azzurre e la preparazione delle partite che si sarebbero giocate. Era l'Italia delle 'Notti magiche'.

Il rinvenimento dei lingottini d’Oro svelata oggi dal sindaco carlo Colizza è dunque legata ad una vicenda ricca di aneddoti. Alcuni di questi sono svelati oggi grazie alla testimonianza del sindaco di allora, il senatore Giulio Santarelli.

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“L’evento eccezionale di ospitare per il suo ritiro la nazionale di calcio a Marino nasce in modo un po' atipico – afferma Santarelli -, ovvero allo stadio Atzeca di Città del Messico, dove io mi trovavo per una visita di Stato con il nostro Ambasciatore. Nell’intervallo della partita, al Bar, incontrammo Luca di Montezemolo, che era stato nominato dal Ministro dello sport Presidente del Comitato Organizzatore dei mondiali di ‘Italia ‘90’. Alla mia domanda su dove avessero intenzione di portare la nazionale, mi rispose che ancora non c'era stata una decisione. Fu lì che nacque l'idea di portare i giocatori a Marino. Montezemolo chiese garanzie sulla presenza di uno stadio e di un albergo. Io assicurai che c’erano sia lo stadio che l’albergo. “Appena torniamo in Italia – mi disse – veniamo con Vicini e Matarrese per un sopralluogo e se è tutto apposto veniamo a Marino. Andò tutto bene e così si fece”.

Santarelli entra poi nella vicenda dei lingottini, che oggi ha destato una certa curiosità nella stampa locale e nazionale. “La vicenda è la conclusione curiosa – afferma - di tutto il mese di permanenza della nazionale a Marino. Ci fu un contrasto, infatti, tra il sottoscritto, che all’epoca era sindaco della città, e Azeglio Vicini. Io avevo avuto l’idea di far coniare dei lingottini d’oro con i nomi dello staff tecnico e dei calciatori della nazionale. Dissi al CT azzurro che era mia intenzione fare una cerimonia in consiglio comunale, ma lui preferiva lo stadio. Dissi che Marino esigeva che la nazionale di calcio rendesse omaggio alla città che l’aveva ospitata nella sua sede istituzionale. Si rifiutò, e quindi ribadì che i lingottini sarebbero rimasti a Marino. Effettivamente sono rimasti qua per trent’anni ed ora sarebbe preferibile fare una teca blindata e collocarli al Museo ‘Mastroianni’ per ricordare uno degli episodi significativi per la nostra comunità, con tutta una serie di articoli di giornali che riguardano le vicende dello stadio”.

Una bella testimonianza, quella di Santarelli, che riporta a quei giorni davvero indimenticabili per la comunità marinese. Una storia che oggi è tornata alla ribalta, con il rinvenimento dell'"Oro di Italia 90", con tutto il suo carico di curiosità.

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