La democrazia a senso unico, l'illibertà di pensiero e la Repubblichina dei social guitti

Pubblicato: Martedì, 17 Ottobre 2017 - Marco Caroni

FRASCATI (attualità) - Lì dove sguazzano grufolando quarti di figuri ben identificati oltre ogni ragionevole dubbio o posizione

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Strani e brutti tempi quelli che continuiamo a vivere senza riuscire a liberarcene ed anzi restandone sempre più avvinti come se, davvero, non potessimo davvero farne a meno.

Strani e brutti tempi di una democrazia a senso unico, che rema tragicamente dalla parte del più mediaticamente forte (fallace sensazione prettamente localistica) e, peggio ancora, del più sensibilmente forte. Nella perdita di una visione oggettiva, d'insieme, che non pesi l'effettivo ma solo il più rumoroso.

Questione di opportunità, di interpretazioni rese inattendibili dall'incapacità di sollevarsi veramente oltre i  claim.

Rumore e social, si sa, sono il pane quotidiano di questi giorni - troppi per la verità - di illibertà di pensiero, di Giovanni Falcone & Paolo Borsellino issati su bandiere liberticide a difesa della illibertà di pensiero.

Si dice: predicare bene, intitolare meglio, razzolare male. Malissimo.

Così che l'illibertà di pensiero crea il suo impero, la Repubblichina dei social guitti, dove sguazzano quarti di figure. Manco mezze, che a dir sarebbe troppo. Figure bassissime di spessore, insignificanti di peso sociale, mediocri nell'assoluto, basse spesso anche in termini prettamente fisici. Il che si sa, è di per sé già tragicamente frustrante.

E così, mentre a Falcone e Borsellino ci si richiama per risciacquare la bocca di temi alti, la verità è fatta di attacchi bassi. I social guitti sguazzano nella melma dell'illibertà di pensiero. A Frascati (dove di social guitti certificati ne sguazzano grufolando almeno 5), a Grottaferrata (dove i social guitti si sono confusi di nuovo alla massa, ma ve n'è un manipolo razzolante e ben identificato), a Monte Compatri la rossa (paese drammaticamente sospeso tra Nilde Iotti e gli alberi squadrati), a Rocca di Papa (s'è talmente detto tutto...) a Marino e ovunque il social diventa agone di personali frustrazioni e palestra per allestire più epiche imprese.

Ben più grave, in termini assoluti (persi di vista, d'accordo), quando chi ha spessore istituzionale, peso amministrativo locale, veste i panni del social guitto. Meschino doppiamente. Illiberticida d'occorrenza. Oggi di qua, domani di là. E allora il reato non punibile perché veniale e comunque ben identificato, è destinato a raddoppiare la pena.

Che il tempo, le storie, l'ampia veduta più estesa dei bassi figuri, come una drammatica livella sanno rimettere a posto. Ed ognuno al suo posto, con o senza il tatuaggio di Falcone e Borsellino sul braccio, saremo tutti destinati a restare. Compresi, figurarsi, i social guitti, i liberticidi seriali (a comando, a seconda, dipende insomma da chi, da come, da dove...) e gli eletti ottusi.

A ciascuno il suo, insomma.

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Commenti  

# storico 2017-10-17 16:09
Concordo in pieno con l'articolo.
Mi piace il termine "social guitti".
Ma resto fedele alla suddivisione in cinque categorie di uomini (e donne, per parità di genere) de "Il giorno della civetta" di Sciascia.
Mia nonna, invece, divideva il genere umano in tre categorie:
Ommini, bissommini e CAZZABUBBOLI.
Sondaggio: a quale categoria collocate gli attuali amministratori di Frascati?
Lascino in pace i patrioti Falcone e Borsellino!!.
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