21 giugno 1986: quella zampata sotto la Nord che riaccese il sole nel cielo biancazzurro

Pubblicato: Domenica, 21 Giugno 2020 - redazione attualità

golFiorini1986 ilmamilioROMA (calcio) - 34 anni fa la partita che segnò la rinascita della Lazio

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Vallo a spiegare... vallo a raccontare...

A Roma la giornata era splendida. Ma il sole che ha illuminato il cielo biancazzurro, gettando un nuovo raggio di vita nella ultracentenaria storia della Lazio, è stata quella zampata arrivata quando si iniziava ad entrare in apnea.

Era il 21 giugno del 1986, 34 lunghissimi anni fa.

Al 38° della ripresa Giuliano Fiorini arpiona un tiraccio da fuori di Podavini, si fa passare la palla sotto il piede, fa mezzo giro di fianco per liberarsi del marcatore ed in scivolata con una zampata mette la palla alle spalle di Dal Bianco, portiere del Vicenza che fino a quel momento aveva parato qualsiasi cosa. La Lazio non si salva dal baratro della serie C, serve ancora un altro giro sul bordo dell'inferno, ma senza quella rete nulla che ne è poi venuto sarebbe stato.

sportage pronta consegnaE' il gol che ogni tifoso laziale, dal primo all'ultimo, considera il gol più importante della sua storia biancoceleste.

Più di quello di Simeone a Torino, più del gol di Lulic del 26 maggio, più di ogni altro gol dalla banda di Maestrelli in poi. L'unico che se la batte, per importanza, è il gol di Fabio Poli a Napoli, nello spareggio vita o morte col Campobasso di qualche giorno dopo.

Senza quella rete di Fiorini, genio e sregolatezza scomparso prematuramente nel 2005 (e curioso caso del destino Fiorini era stato anche il marcatore in quel Genoa-Roma 1-1 che sancì lo scudetto giallorosso del 1983), tutto quello che ne è venuto dopo, semplicemente non sarebbe stato.

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La Lazio sarebbe scomparsa? Probabilmente no. La Lazio sarebbe in serie C? Probabilmente sì, per poi rinascere come è capitato - ad esempio - a Napoli e Fiorentina.

Ma sarebbe stata tutta un'altra storia, il filo che lega - ancora oggi - l'intuizione di Luigi Bigiarelli, la coppa Italia di Bob Lovati, lo scudetto di Maestrelli, il secondo scudetto di Eriksson, il gol di Lulic, le coppe Italia degli anni 2000, la banda Inzaghi, si sarebbe comunque interrotto.

E niente sarebbe stato come oggi invece ogni tifoso laziale può ricordare e celebrare.

No, non fu solo un gol. Quello di quel 21 giugno 1986 non fu un gol come mille altri. Mai, per niente.

Fu un luminoso potente raggio di sole che illuminò e riaccese con forza il cielo biancazzurro. Indicando la strada per il paradiso che ne sarebbe poi scaturito.