Marino, il critico d’arte Marco Onofrio su Ermal Meta: “Concerto memorabile”

Pubblicato: Mercoledì, 04 Ottobre 2017 - Luca Priori

MARINO (eventi) - "Il suo concerto è stata una festa bellissima, un inno che celebra la vita"

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Fra i punti salienti dell’appena conclusa 93^ Sagra dell’Uva, c’è sicuramente l’atteso concerto di chiusura affidato al quotatissimo cantautore Ermal Meta. Dell’esibizione ha parlato il critico d’arte Marco Onofrio, presente durante la performance: “È stato un concerto memorabile

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Ermal Meta è un talento puro, destinato ad un grande percorso artistico. La voce, anzitutto, bella e dotata come poche. Un "fuoco liquido" che il giovane cantante albanese, naturalizzato italiano, sa plasmare in tutta la sua estensione (dai toni bassi a quelli altissimi) e controllare con grande efficacia espressiva (dal sussurro all’urlo poderoso).

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Poi la presenza scenica: Ermal domina il palco. È carismatico, ha spessore umano, sa parlare alla gente. Sprigiona uno strano e fascinoso connubio di malinconia balcanica e simpatia meridionale. Ha cominciato il concerto senza tanti fronzoli, macinando con la sua ottima band pezzi su pezzi (tra cui i gioielli “Piccola Anima” e “Ragazza Paradiso”) e scaricando valanghe di energia sugli spettatori. Nella parte centrale dello show, tutta in assolo acustico (chitarra e voce), ha dimostrato la sua capacità di scherzare col pubblico, sfidandolo a una gara di memoria e bravura su strofe e ritornelli di canzoni famose, tra cui la celebre “Alleluja” di Leonard Cohen. 

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La parentesi si è conclusa con la cover di “Amara terra mia”, e un falsetto da brividi che ha sdilinquito i presenti, spingendoli a sciogliere l’emozione in un tripudio ancora più fragoroso e convinto. Non è mancato poi, naturalmente, il brano che tutti aspettavano, ad oggi il più conosciuto del suo già vasto repertorio: “Vietato morire”, dedicato al tema scottante della violenza domestica e classificatosi terzo all’ultimo Sanremo. Ermal è un ragazzo che ha saputo trasformare il dolore di un’infanzia difficile in amore palpitante da condividere, ed è perciò credibile quando – con la gioia lieve di un fool e la profondità struggente di un poeta – invita gli altri a ritrovare tutti insieme la via della perduta umanità e a impegnarsi per sradicare la violenza che avvelena il mondo. Il suo concerto è una festa bellissima, un inno che celebra la vita”.