"Covid, no al 'distanziamento sociale', sì al 'distanziamento fisico': le parole contano"

Pubblicato: Venerdì, 24 Aprile 2020 - redazione attualità

fondi camilla ilmamilioFRASCATI (attualità) - La condivisibile riflessione della 25enne Camilla Fondi. "Non possiamo sentirci distanti gli uni dagli altri anche a livello relazionale ed emotivo"

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Da Camilla Fondi, 25enne residente ai Castelli romani, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Il Governo italiano sta usando il termine "Distanziamento Sociale" per indicare la misura di contenimento che deve essere attuata da tutti i cittadini, cioè non entrare a contatto con gli altri e mantenere la debita distanza di almeno 1 m.

Penso però che questo termine non sia adatto alla definizione del mezzo di sicurezza adottato, in quanto indichi una distanza non solo fisica (mentre dovrebbe riguardare solo questo aspetto), ma sottintende anche quella relazionale ed emotiva perché ingloba nella sua semantica la distanza sotto diverse dimensioni. Il distanziamento sociale quindi non deve portare ad un distanziamento anche relazionale ed emotivo con l'altro, che si, potrebbe essere una conseguenza dei provvedimenti, ma non dovrebbe essere un'imposizione in quanto tale.

Quindi dato che la regola dettata dal governo riguarda solo l'ambito del contatto fisico, e non quello dell'interazione sociale, adotterei come termine "Distanziamento fisico", perché più adatto alle esigenze della società. Per noi cittadini è importante sentirci parte di un qualcosa di più grande, che ci unisca e ci faccia sentire la nostra reciproca vicinanza, sebbene virtuale, ma comunque presente, non soggetta anch’essa a delle restrizioni.

Il Governo ha deciso di non soffermarsi sull'importanza del termine utilizzato, ma penso che invece sia un suo dovere farlo, perché noi tutti ascoltiamo quello che dicono, ma non tutti lo recepiamo allo stesso modo, quindi per far sì che il messaggio arrivi ugualmente a tutti, c'è bisogno di chiarezza nel linguaggio. Penso dunque che sia fondamentale l'importanza delle parole, soprattutto in un momento del genere, in cui siamo ancora più inclini e disponibili ad ascoltare le informazioni e le notizie che ci forniscono i media, non sempre in modo attivo, ma assorbendo passivamente quello che ci viene proposto".