La denuncia: "Per ottenere il trasferimento di mio figlio devo far finta di portare uno sponsor da 2500 euro alla società sportiva"

Pubblicato: Lunedì, 25 Settembre 2017 - redazione attualità

CASTELLI ROMANI (attualità) - La durissima lettera del genitore di un ragazzo della juniores. "Il presidente non concede il nulla osta: mi ha anche consigliato di far cambiare sport al ragazzo. Vergognoso"

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Dal genitore di un ragazzo che pratica calcio in una società dei Castelli romani riceviamo e pubblichiamo.

"Salve, sono il papà di un ragazzo di 17 anni che ha voglia di giocare al calcio. Fino a maggio ha giocato nella squadra degli allievi di una famosa squadra dei Castelli Romani. Il passaggio è di far parte, nella medesima società, per la divisione Juniores, ma è stato messo fuori rosa in quanto la rosa è stata confermata con i giocatori dell'anno precedente. Mio figlio ha fatto altri provini ed è stato scelto da un'altra squadra, sempre blasonata, dei Castelli.

selasai mamPurtroppo la squadra dove ha militato precedentemente ha il diritto di chiedere un premio di preparazione, secondo una norma Federale, che varia secondo determinati parametri fino ad un massimo di € 2.500. Tale somma deve essere pagata dalla nuova società calcistica. Il problema è che le società non hanno disponibilità finanziaria e i ragazzi rimangono senza poter fare attività sportiva per la quale sono appassionati!

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La maggior parte delle società, consapevoli dello stato finanziario generale, rinunciano al premio preparazione e tengono un conto a saldo tra le cessioni e gli inserimenti. Per mio figlio questo non è possibile così come per altri ragazzi che hanno seguito lo stesso percorso. Sono tanti a dover rinunciare al calcio, ritrovandosi senza più speranze di fare attività sportiva che li appassiona sin da piccoli.

Il presidente della società di uscita rimbalza ogni preghiera di rinuncia e suggerisce di aggirare il tutto trovando la soluzione sponsor (falso) pagato dalle famiglie. E' dura trovare tali somme con le difficoltà odierne. Non intervengono nemmeno le amministrazioni locali con i loro preposti responsabili dello Sport . E' umiliante per un genitore assistere a tale costrizione per il proprio figlio che si ritrova senza nulla osta da parte della società per cui ha giocato per anni, senza squadra dove andare a giocare perché non hanno risorse economiche, senza un supporto morale dal bellissimo sport del calcio di cui è innamorato. Anzi gli è stato risposto che può anche cambiare sport e non è un problema della società che candidamente lo ha congedato. Una vera pugnalata alle spalle.

Tutti si riempiono la bocca di belle parole: bisogna credere nei giovani, dobbiamo dargli il buon esempio, il calcio non è uno sport così compromesso: ma poi nella realtà tutto cambia. Gli interessi superano i valori: questo è il vero problema".

Immagine d'archivio non legata alla notizia pubblicata

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