Monte Porzio Catone, ancora sulla vendita del villino all'Armetta. "Prezzo errato"

Pubblicato: Mercoledì, 15 Gennaio 2020 - redazione attualità

MONTE PORZIO CATONE (attualità) - La nota di un cittadino

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Da un cittadino di Monte Porzio Catone riceviamo e pubblichiamo.

"Con Deliberazione della Giunta comunale n. 30 del 22.11.2019 si è deciso di accettare per quanto riportato nelle premesse della stessa, parte integrante e sostanziale della deliberazione, l’offerta di acquisto pari a Euro 130.000,00 formulata da un privato, per l’immobile sito in via Frascati n. 94.

Nelle premesse della Deliberazione si scrive che “tenuto conto che l’immobile in oggetto è stato posto in vendita secondo la procedura dell’asta pubblica per ben due volte, ma non è stata presentata alcuna offerta, si può procedere a trattativa privata”; la stessa “avvertenza” viene riproposta alla lettera L) del Contratto preliminare di compravendita immobiliare sottoscritto in data 04.12.2019 tra le Parti.

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Tuttavia, all’art. 7 del Regolamento per la cessione di immobili ad uso residenziale del Comune di Monte Porzio Catone (approvato con Delibera n. 13 del 22.04.2013) è scritto che: “Qualora l’asta vada deserta, l’Amministrazione comunale ha facoltà di indire una successiva gara, ammettendo anche offerte al ribasso. Nel caso in cui il ribasso fosse maggiore di 1/3 della base d’asta, non si darà luogo all'aggiudicazione e l'immobile verrà mantenuto nella disponibilità del Comune”.

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Il Regolamento, in altri termini, prevede soltanto 2 gare/aste e nessuna “trattativa privata”, quest’ultima, peraltro, non è affatto menzionata nelle norme di rinvio di cui all’art. 12, vale a dire il Decreto Legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con Legge 23 novembre 2001, n. 410, e il D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici).

Erronea in apparenza risultando, quindi, la premessa della Deliberazione n. 30 del 22.11.2019 per la quale “se fosse stato pubblicato un terzo bando di evidenza pubblica per la vendita, il prezzo sarebbe stato ribassato di 1/3 (un terzo) dell’ultimo imposto a base d’asta (e, pertanto, da Euro 186.666,66 ad Euro 124.444,44)”. “Se... sarebbe”. Previsione infondata, non cogente, ipotetica e condizionale, perché il terzo bando non è stato pubblicato né poteva esserlo sulla base della normativa vigente.

Da Premesse apparentemente infondate si arriva ad una Delibera applicabile e fondata: lucus a non lucendo o eterogenesi dei fini, se preferite. A Frascati, a Villa Falconieri, opera da anni l’Accademia Vivarium Novum dove si studia anche la lingua latina (mai morta). Prendete esempio, studiate.

Il prezzo esatto di vendita dell’immobile è quello (pure) riportato nelle premesse della Deliberazione n. 30 del 22.11.2019 e alla lettera E) del Contratto preliminare di compravendita immobiliare sottoscritto in data 04.12.2019 tra le Parti, quello del secondo bando di gara che prevede “l’aggiudicazione con il metodo delle offerte al ribasso, a condizione che il ribasso non fosse maggiore di 1/3 (un terzo) dell’importo a base d’asta (euro 280.000,00 - euro 93.333,34 = euro 186.666,66)”.

Non Euro 130.000,00 ma Euro 186.666,66, questo doveva essere il prezzo bloccato derivante dalla seconda offerta di acquisto. La Deliberazione della Giunta comunale n. 30 del 22.11.2019 può essere impugnata dinnanzi al TAR Lazio (Roma), i termini per farlo non sono ancora scaduti. Altre azioni sono possibili. La differenza di Euro 56.666,66 non è di poco conto per le casse di un Comune dissestato!

N.B.:

La legittimità sostanziale ad esporre del sottoscritto – cittadino residente di codesto Comune – deriva dal fatto che le aliquote delle tariffe locali per IMU e TARI sono aumentate per effetto del dissesto finanziario causato dalla irresponsabilità dei Sindaci delle precedenti Giunte comunali che nessuno ancora ha denunciato alla Procura Regionale del Lazio della Corte dei Conti per danno erariale.

Qualsiasi cittadino, quindi, conserva un interesse legittimo, diretto, concreto ed attuale a che nelle casse comunali siano versati Euro 186.666,66 e non Euro 130.000,00 proprio per contribuire a “riparare” il dissesto finanziario, rispettando così le norme che potrebbero essere state violate.

germano8 ilmamilio