Ciampino, gli sfollati da via San Francesco d'Assisi si sentono abbandonati. 24 famiglie per strada chiedono presenza da parte del Comune

Pubblicato: Venerdì, 13 Dicembre 2019 - Silvia Martone

sfollati viaBaracca ilmamilioCIAMPINO (attualità) - Ieri sera l'incontro con la stampa ed i drammatici racconti delle persone costrette a lasciare le proprie abitazioni. A tempo ancora indeterminato

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Si è svolto ieri sera un incontro per la stampa con alcuni degli abitanti della palazzina evacuata lo scorso 2 dicembre per via di un cedimento strutturale in via San Francesco d'Assisi.

Abbiamo raccolto testimonianze dirette degli inquilini che si sono ritrovati da un giorno all’altro senza casa e che vivono giorni drammatici, di incertezza e di abbandono. Queste sono solo alcune delle persone delle ventiquattro famiglie, cui si devono aggiungere poi i nuclei residenti nei tre plessi limitrofi all’edificio in pericolo di crollo, anch’essi sfollati.

Parte delle famiglie hanno trovato accoglienza da partenti e amici, ma solo i più “fortunati”. Alcuni sono stati costretti ad andare via da Ciampino e a raggiungere parenti fuori, in particolare una famiglia a Gubbio. Una coppia giovane con bambini di uno e otto anni che frequentano la scuola a Ciampino è rimasta qui, ma non avendo parenti in zona sono alla ricerca di una casa in affitto e hanno difficoltà a trovarla. Per non parlare degli anziani, alcuni di loro ultraottantenni, presenti alla riunione, che con grande commozione ci dicono di essere rimasti senza la casa dove vivevano da cinquant’anni e si sentono ora spaesati e privati di tutto. Di tutto, perché il tempo che hanno avuto per evacuare dalla propria casa la sera del 2 dicembre, sotto la pioggia, è stato al massimo di cinque minuti, nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e che molto tempo non avrebbero avuto accesso alle loro cose.

mercatino natale frascati 191201

Le persone presenti alla riunione non vogliono rendere nota la propria identità, ma esprimono chiaramente la disperazione e la rabbia.

Allo stato attuale infatti chi dovrà sobbarcarsi di tutte le spese per la procedura di messa in sicurezza dell’edificio sono i condomini stessi, proprio quelli che sono rimasti “in mezzo a una strada”, e parliamo di 160.000 euro da pagare ad una ditta privata contattata dall’amministrazione condominiale stessa. Cifra che non include i lavori successivi per sanare il danno e che, nell’ipotesi più grave, potrebbe significare radere al suolo il palazzo e ricostruirlo. Non solo, ma un’ordinanza impone il servizio di sorveglianza giorno e notte che prevede un costo giornaliero di 150 euro che stanno pagando gli inquilini di tasca loro. Ma le spese iniziano ad essere ingenti, e durante il giorno sono i condomini stessi che si alternano per piantonare la zona. Un sacrificio enorme. Parla una signora: “mi sveglio alle cinque e vengo qui a fare servizio di sorveglianza prima di andare a lavoro alle otto, tutti i giorni. Al momento alloggio da mia madre e mio marito è da un’altra parte”.

Ma quanto durerà questo strazio? La messa in sicurezza, che consentirà eventualmente alle persone di andare a prendere i propri averi, ma non di rientrare a vivere nelle proprie abitazioni, potrà dare l’avvio alle indagini per verificare la responsabilità del danno. “Ma ci vuole tempo, non rientreremo prima del prossimo Natale. Quello del 2020”.

Ci raccontano che una giovane coppia che da pochi mesi era riuscita ad ottenere un mutuo per l’acquisto di un appartamento e che oggi si trova senza casa e con l’urgenza di dover affrontare queste nuove spese.

La disperazione insomma è tangibile e condivisa da tutti. Allora chiediamo: chi potrebbe essere d’aiuto e come? La risposta è univoca “La politica. Noi siamo cittadini ciampinesi e ci sentiamo abbandonati. Abbiamo bisogno di supporto, morale, economico e sociale. Ci sono persone anziane a cui è strato tolto tutto, e che ogni sera chiedono di tornare a casa, ma anche bambini che vorrebbero tornare a giocare con i propri giochi. Ci sono anche disabili”.

I cittadini chiedono una presenza costante delle Istituzioni. Chi può prendersi carico di un’emergenza come questa? La Regione? Il Prefetto? I condomini di via San Francesco d'Assisi ci dicono che al momento la risposta è stata negativa, che la normativa non prevede una tutela per situazioni come questa.

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L’Amministrazione ha fatto fronte alle prime due notti per le persone mettendo a disposizione stanze d’albergo, ma i prossimi giorni, settimane, mesi dove andranno? Potranno sostenere le spese per un affitto?

Alcuni si chiedono se siano disponibili abitazioni di proprietà del comune dove alloggiare le famiglie che vivono un maggiore disagio. Ma nessuno dal comune ha fatto cenno a questa ipotesi. Domandiamo che tipo di intervento si aspettano dal Comune:

“In primis una mediazione dell’Amministrazione comunale per richiedere alle banche di rinegoziare i mutui; poi la possibilità di offrire immobili per le persone con maggiori difficoltà o intervenire per calmierare i prezzi degli affitti fino a quando non si risolverà la situazione. Vogliamo azioni concrete, un’assistenza continua, non vogliamo sentirci soli”, concludono queste persone.