Tor Vergata, il Centro Sportivo Universitario (CUS) impegnato nel progetto “SPIN – Sport per l’Inclusione”

Pubblicato: Martedì, 26 Novembre 2019 - Luca Priori

ROMA (sport) - referenti del progetto per il Centro Sportivo Universitario Alessia Ciocari e Martina Ciocari

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Il Centro Sportivo Universitario di Tor Vergata ha aderito al progetto SPIN – Sport per l’Inclusione”. L’iniziativa, sviluppata dal CUSI sotto l’organizzazione del dottor Antonio Dima e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nasce con l'obiettivo di formare istruttori sportivi per persone diversamente abili. Al Centro Sportivo Universitario di Tor Vergata se ne stanno occupando le collaboratrici Alessia Ciocari e Martina Ciocari.

«Da responsabile territoriale del progetto “SPIN - CUS Roma Tor Vergata” ho partecipato con piacere e curiosità a tale formazione – commenta Alessia Ciocari - Un percorso completo, comprensivo di quadro normativo, aspetti culturali, classificazioni e certificazioni della disabilità, sport, relazione con la persona disabile, con la famiglia, con il territorio, programmazione e pianificazione del progetto sportivo, valutazione. Varie figure professionali insieme per spiegare il significato di inclusione, i benefici dello sport a livello non solo personale ma sociale. Ringrazio il presidente del CUS Roma Tor Vergata, Manuel Onorati, che mi ha dato la possibilità di fare questa bellissima esperienza. Ho avuto una grande opportunità, sono grata e felice di aver partecipato, sia per le lezioni che mi hanno arricchita sia per il collegamento con i tecnici degli altri CUS con i quali si è creato sin da subito buon rapporto» aggiunge la referente del progetto.

“In seguito all'esperienza maturata in sinergia con  la governance del CUS Roma Tor Vergata, ho coordinato il progetto “Special sport: Tiro con l'arco, incontri settimanali per promuovere le attività sportive tra persone disabili e normodotate” – sottolinea Alessia Ciocari - Sono enormemente soddisfatta delle opportunità che si sono naturalmente create nel gruppo di lavoro. Ho visto partecipare persone affette da autismo interagire positivamente con istruttori e partecipanti" il successo di tale iniziativa non dipende esclusivamente dalla partecipazione inclusiva delle persone ma dalla volontà di realizzare un percorso comune e duraturo nel tempo”.

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