STORIE - Quando Goethe deluso d'amore vagò per funghi nei boschi dei Colli albani
Pubblicato: Sabato, 26 Ottobre 2019 - G.B.CASTEL GANDOLFO (storie) - Il forte sentimento per Maddalena Ricci e quel soggiorno sulle sponde del lago
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Cosa c'entra Johann Wolfang Von Goethe, scrittore e filosofo tedesco, ma anche critico musicale e genio eclettico con i Castelli Romani? L'autore del “Faust”, opera filosofica scritta in quasi sessant'anni, e de “I dolori del giovane Werther”, romanzo d'amore non corrisposto, seppe creare il modello letterario dell'eroe romantico, ma egli stesso non fu immune da pene d'amore.
Tra il 1786 e il 1788 Goethe soggiornò a Castel Gandolfo, nella Villa Letizia Carolina. In quel periodo visse una storia di esasperata passione e immenso dolore, continuamente rifiutato dalla milanese Maddalena Riggi, già promessa sposa di un nobile romano.
Frustrato e deluso Goethe vagò nelle campagne, ammirando il lago albano, si perse nei boschi ad annusare funghi e ad annotare la diversità delle foglie... la natura dei Castelli Romani era una cura per i suoi dolori sentimentali. E gli era anche i ispirazione per la sua spiritualità.
Goethe celebrò Castel Gandolfo nell'Ottocento e ancora oggi rientra nel circuito dei “Borghi più belli d'Italia”.
Resta celebre la foglia di Ginko Biloba, pianta di origine cinese a cui dedicò una lode, infatti la sua foglia è costituita da due parti “gemelle”. Goethe partendo dall'osservazione di questa foglia sviluppò una riflessione sull'unicità delle cose che si nasconde dietro la loro apparente duplicità e separazione. Chissà se pensando così non sentisse più vicina anche la sua amata Maddalena?
Egli fu anche autore del romanzo tragico “Le affinità elettive” in cui porta una vera e propria concezione “scientifica” dell'amore, presentato come una conformità chimica, nella quale elementi e proprietà di un composto devono essere compatibili per dare come risultato una convivenza felice. Le affinità si dimostrano drammatiche e anche il giovane Werther non troverà pace in amore... l'unico che troverà salvezza sarà proprio il Faust, che viene salvato per la sua continua aspirazione all'infinito e non agli amori fisici.
In fondo nel Faust scrisse... “Io amo colui che desidera l'impossibile”.