La Lazio getta subito la maschera: le bugie d'estate hanno le gambe corti e molli viste con la Spal

Pubblicato: Domenica, 15 Settembre 2019 - redazione sportiva

lazio auronzo ilmamilioROMA (calcio) - Una sconfitta figlia dell'immobilismo e della presunzione societaria

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Perdere una volta a Ferrara ci sta, è umano: ripetersi con la peggiore prestazione da Lazio-Chievo in poi, è diabolico.

Erano tutte fandonie, sciocchezze, bugie o favole: fate voi. Altro che aria nuova e squadra nuova: la pappa è sempre la stessa ed il ritornello che qualcuno avrà la forza comunque di mandare (mister Inzaghi, per esempio) è bollito come i protagonisti di una partita pessima - quella del Mazza contro la Spal - e senza mezza attenuante.

La Lazio era da rifondare: da prendere e da cambiare, pezzo per pezzo, in almeno 5 undicesimi del suo schieramento tipo. Via i vari Radu, Parolo, Lulic, Caicedo. In discussione, finalmente e con coraggio, Luis Alberto e lo stesso Immobile: questo doveva essere il mercato estivo della Lazio ed invece la premiata ditta ha preferito la tattica del braccino più corto che mai. Milinkovic? Da incartare al miglior quasi offerente.

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Ed invece, in 3 mesi, manco uno slancio di entusiasmo, manco un segno di crescita. Nulla di nulla.

La squadraccia vista a Ferrara è la figlia legittima della squadra femmina dello scorso campionato: senza qualità e senza cattiveria. Una squadra capace di perdere contro una Spal che tolti due elementi e mezzo ha avuto in campo solo l'orgoglio di crederci.

Almeno quest'anno il gioco si smaschera subito, senza pie illusioni e senza le favole che l'anno scorso sono state mascherate da un avvio atroce.

Quei 20mila coraggiosi che hanno voluto abbonarsi a seguire anche quest'anno la Lazio dovrebbero essere ringraziati e coccolati. Invece che essere ritenuti "pochi" e manco "buoni".

Perché manco quei 20mila credono più alle favole di una società che di parabole ne ha raccontate fin troppe, ma non mollano. E dovrebbero essere da esempio ai capricciosi protagonisti in campo. Quelli con le gambe molli e corte, come le bugie del peggior mercato estivo degli ultimi 15 anni.

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