Albano Laziale: all'Anfiteatro il concerto di Simone Cristicchi, l'artista che si rivolge all'anima

Pubblicato: Sabato, 27 Luglio 2019 - Marzia Mancini

ALBANO LAZIALE (eventi) - Con la sua arte trascina verso una realtà parallela, tocca argomenti di tutti i tipi con estrema poesia, ironia, dei giochi di parole geniali ed un tocco di irriverenza, ci accompagna a conoscere l’amore, la morte, il mondo dei cosiddetti ‘matti’ che forse tanto matti non sono, degli anziani abbandonati, della fermezza ieratica degli alberi, di fatti storici, di storie di vita…

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Venerdì 26 luglio alle ore 21.30 nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Severiano di Albano Laziale per la stagione di spettacoli “Anfiteatro Estate” 2019 si è esibito in concerto il cantautore, attore e scrittore Simone Cristicchi. La sua tournée “Abbi cura di me” che prende il nome dall’omonimo brano con cui ha partecipato lo scorso febbraio alla 69esima edizione del Festival di Sanremo, ha finalmente fatto tappa a ‘casa’ di Simone. Come molti sapranno infatti, l’artista vive da 10 anni ai Castelli romani nei pressi di Genzano e ha definito questo appuntamento come una sorta di ‘compleanno’.

Abbracciato dalle mura romane dell’anfiteatro, il palco si presenta come una visione onirica, uno sfondo che ritrae un cielo notturno e una mezzaluna, quest’ultima la ritroviamo tra la scenografia insieme ad un albero e una sedia che ha dimensioni gigantesche, elementi tra i quali Cristicchi si muove come il protagonista di una fiaba.

Ad aprire il concerto il cantautore romano Emilio Stella che con intensità ha raccontato attraverso la musica i panorami pittoreschi ed i personaggi tipici della città eterna e subito dopo entrano in scena i musicisti fondendosi con i loro rispettivi strumenti, mandolino, violoncello, fisarmonica, contrabasso ed altri…Uno più eccezionale dell’altro.

Finalmente entra in scena Simone Cristicchi, la sua stravaganza la si avverte già guardandolo, il monologo d’apertura è molto profondo, il suo desiderio è quello di invitare gli spettatori all’attenzione, ovvero come lui stesso sottolinea a ‘rivolgere l’animo’ (la definizione letterale di attenzione sul dizionario italiano) alla vita, alle piccole cose, all’universo, a chi ha bisogno di una carezza, di un abbraccio, a tutto ciò che di bello e tenero è racchiuso in questa esistenza.

Il pubblico resta attonito, incantato dalle sue parole e poi dalla musica dei suoi brani più celebri e non, “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”, “Angelo il custode”, “Ti regalerò una rosa”, “La prima volta che sono morto” ecc…

Con la sua arte trascina verso una realtà parallela, tocca argomenti di tutti i tipi con estrema poesia, ironia, dei giochi di parole geniali ed un tocco di irriverenza, ci accompagna a conoscere l’amore, la morte, il mondo dei cosiddetti ‘matti’ che forse tanto matti non sono, degli anziani abbandonati, della fermezza ieratica degli alberi, di fatti storici, di storie di vita…Un tripudio di emozioni e di vibrazioni che arrivano fino in profondità, quasi a risvegliare la coscienza, a riscoprire quell’attenzione suddetta e che stimolano a riflettere sulla fugacità e sulla bellezza infinita della vita di cui spesso non ci rendiamo conto.

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Il tutto accompagnato da una musica altrettanto d’impatto, a tratti solenne, malinconica fino a sfociare nel rock e poi nel folklore.

Un quadro d’autore di grande valore colorato anche dal talento degli addetti, o per meglio dire, dei maestri delle luci, che da soli hanno realizzato un capolavoro di rara magia.

Benché Simone Cristicchi abbia vinto e partecipato più di una volta al Festival della Canzone Italiana, la TV non gli rende giustizia, soprattutto ora che non c’è molto spazio per chi canta di bellezza, per apprezzarlo a pieno bisogna assistere ai suoi concerti dove scatena tutta la sua arte, esprimendo se stesso in un vero spettacolo che in una sola cosa racchiude, musica, poesia ed interpretazione.

Sul finale di questo ‘viaggio’ Cristicchi canta “Abbi cura di me” una preghiera di Dio agli uomini, come l’ha definita una suora di clausura a cui l’artista l’ha fatta ascoltare…In effetti è una composizione che tocca le corde dell’anima, una parte di noi che solo i grandi artisti riescono a ‘suonare’.