Terremoto ai Castelli romani: altre due piccole scosse dopo quella da 3.6. La botta più forte resta quella del 1806

Pubblicato: Lunedì, 24 Giugno 2019 - redazione cronaca

paura terremoto colonna ilmamilioCOLONNA (cronaca) - Prima replica alle 23,06, seconda alle 01,23 entrambe con magnitudo 1.4

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Dopo la forte scossa di magnitudo 3.6 di ieri sera alle 22,43, la terra ha tremato per altre 2 volte nella zona compresa tra Colonna, San Cesareo, Gallicano nel Lazio e Lunghezza.

La prima replica si è verificata alle 23,06 con magnitudo 1.4, la seconda alle 01,23 con identica magnitudo: due ulteriori scosse avvertite praticamente solo dagli strumenti.

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Gente in strada e chiamate al 112 anche a Roma, dove la scossa è stata avvertita in maniera netta nella zona est della Capitale. Principalmente si è trattato di richieste di informazioni. L'Atac ha sospeso per un breve periodo la circolazione della Metro C per svolgere delle verifiche. Squadre della Protezione civile regionale del Lazio e dei Comuni, in collegamento con la sala operativa regionale, hanno effettuando dei monitoraggi nei centri storici delle città dei Castelli romani.

Un quadro su eventuali edifici lesionati si avrà in modo più dettagliato nella giornata di oggi.

L'area dei Colli Albani in cui è stato registrato il terremoto è a pericolosità sismica medio-alta. "Famosa per i vulcani, questa zona ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime", ha detto all'ANSA il sismologo Carlo Meletti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

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Storicamente il sisma più forte storicamente documentato risale al 1806, con una magnitudo stimata in 5.6, con danni abbastanza estesi sulle località più vicine, come Rocca di Papa e Zagarolo. "Un parametro importante - ha detto ancora Meletti - è la profondità, pari a 9 chilometri: se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi". Il fatto che sia stato un terremoto abbastanza superficiale, inoltre, "giustifica il fatto che sia stato avvertito molto forte a Roma. La città - ha spiegato Meletti - ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l'onda sismica".

Nella sala sismica dell'Ingv si sta ancora lavorando per raccogliere e analizzare i dati. Non è stato facile, infatti, localizzare inizialmente questo terremoto: "Molti segnali erano discordanti - ha spiegato l'esperto - perché il sistema automatico non aveva interpretato le tracce come appartenenti a due terremoti distinti". Di qui la localizzazione iniziale nella zona della Marsica. Poi l'individuazione reale tra Colonna, Gallicano nel Lazio e Lunghezza.

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