Arresto Battisti, Rampelli (FdI): “Zingaretti corregga dichiarazioni”

Pubblicato: Lunedì, 14 Gennaio 2019 - redazione politica

Immagine correlataROMA (politica) - Il deputato di Fratelli d'Italia replica al Governatore del Lazio: "Non si può equiparare pluriomicida con una aggressione comunque esecrabile"

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Arresto Battisti, Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Ora si deve finalmente aprire la stagione della verità e della giustizia sugli anni di piombo. Non potremo metterci alle spalle quel periodo finchè non sarà fatta giustizia. C’è stato un circuito di intellettuali radical chic che si è mobilitato e ha creato una sorta di cordone sanitario nei confronti dei colpevoli di queste stragi. Ci sono altre decine di condannati latitanti, si è parlato tanto di Battisti perché era il più sprovveduto ed è stato tanto arrogante da crearsi un personaggio. Salvini? Merito anche suo, ma io credo nella macchina dello Stato non nel singolo. Zingaretti corregga il tiro per avere equiparato i crimini del pluriomicda Battisti all’aggressione ai giornalisti de L’Espresso”.

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“Ringrazio le forze dell’ordine italiane e le autorità brasiliane e boliviane –ha affermato Rampelli-. Insieme al previsto arrivo del criminale comunista Cesare Battisti, direi che si debba finalmente aprire la stagione della verità e della giustizia sugli anni del terrorismo, sugli anni di piombo. Noi di FDI abbiamo presentato una proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta sugli anni del terrore e sui crimini che sono rimasti impuniti. In passato c’è stata la mitizzazione persino di Battisti, che era uno dei terroristi più violenti e impresentabili della sinistra extraparlamentare, quindi non è da escludere che quel mondo di intellettuali che lo ha fiancheggiato, possa continuare con quel tipo di atteggiamento. Noi abbiamo da un lato 4 condanne con sentenze passate in giudicato e dall’altro un delinquente abituale, che viene dalla criminalità comune che ha aderito alle organizzazioni terroristiche probabilmente per opportunismo, quindi il fatto che si dichiari innocente faccio anche fatica a commentarlo. Salvini? Penso che ogni persona che ha un ruolo anche di responsabilità sicuramente avrà fatto la sua parte in questa faccenda. Anche se io credo più nello Stato che nelle singole persone. Il ringraziamento va a tutta la macchina dello Stato, a cominciare dal ministro dell’interno ma soprattutto alle forze di polizia, all’Interpol che hanno fatto un vero e proprio miracolo. Sicuramente anche il cambio di vertice al governo in Brasile è stato fondamentale. Ricordiamo che ci sono altre decine e decine di condannati per episodi di terrorismo e che hanno trovato ospitalità in Francia e in mezzo mondo. Si è parlato tanto del personaggio Battisti perché probabilmente era il più sprovveduto, il meno intelligente, o semplicemente il più arrogante, che ha avuto atteggiamenti irriverenti anche nei confronti dei familiari delle vittime. Ancora ricordiamo i suoi bagni nelle acque del Pacifico e i suoi brindisi. Gli altri sono stati più furbi, si sono nascosti come i criminali di guerra. Hanno cercato di rifarsi una vita. C’è stato un circuito di intellettuali radical chic che si è mobilitato e ha creato una sorta di cordone sanitario nei confronti dei colpevoli di queste stragi. Non c’è stata proprio la volontà di indagare, di lavorare sulla giustizia. L’arresto di Battisti può e deve riaprire la stagione della verità e della giustizia sugli anni di piombo, se non c’è giustizia non c’è pace. Ho letto che qualcuno ha detto: bisogna superare gli anni di piombo perché ormai è passato tanto tempo. No, prima di superarlo bisogna fare giustizia”.

“Vorrei fare un appello al presidente della regione Lazio Zingaretti che ieri in un tweet ha equiparato la figura di Battisti e le sue nefandezze con gli episodi, per carità deliranti ed esecrabili, denunciati dalla testata L’espresso con l’aggressione ai loro giornalisti –ha dichiarato Rampelli-. Per quanto gli episodi siano entrambi deprecabili, non c’è alcuna possibilità di equiparare questi episodi. Penso che Zingaretti dovrebbe correggere il tiro perché non è ammissibile equiparare un’aggressione vigliacca nei confronti di giornalisti, che io condanno fermamente, ad un pluriomicida”.

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