Migranti, lo Sprar si trasforma. Nasce il Siproimi. Oltre 1800 i Comuni interessati

Pubblicato: Mercoledì, 19 Dicembre 2018 - redazione attualità

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Novità per quanto riguarda i sistemi di accoglienza dei migranti, anche in prospettiva dei progetti già in corso nei Castelli Romani o in corso d'opera.  Un dossier del Viminale spiega le ragioni e gli obiettivi del decreto sicurezza, in particolare sul fronte immigrazione.

Con il nuovo decreto sicurezza diventato legge, spiega il ministero dell'Interno, Matteo Salvini, "è stato ampliato il novero dei reati che, per la loro gravità o per il particolare allarme sociale che ne deriva, comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale, quali la violenza, l’omicidio, lo spaccio di stupefacenti, il furto, la rapina". E già oggi, spiega ancora il dossier, "non può ricevere asilo politico chi costituisce un pericolo per la sicurezza dello Stato o per l’ordine e la sicurezza pubblica, ovvero sia stato condannato con sentenza definitiva per reati di particolare gravità".

Per quanto riguarda il diritto di protezione, "è mantenuto fino alla permanenza delle condizioni che ne avevano giustificato il riconoscimento. In tale ottica - sottolinea il dossier - è stata rivista, ai fini della cessazione del beneficio, la posizione di chi rientra nel Paese di origine in cui, in un primo momento, correva rischi per la propria incolumità e dal quale è fuggito". Chi rientra nel paese di origine "ove non sussistano seri e comprovati motivi, il rientro stesso contraddice la situazione di pericolo inizialmente riconosciuta o, comunque, la rende non più attuale. Negli ultimi anni sono stati segnalati da parte della Commissione Nazionale per il diritto di asilo frequenti rientri, anche più volte nell’anno, di rifugiati nei Paesi di origine". "Da settembre 2017 a metà dell’anno in corso - rileva il Viminale - sono stati monitorati oltre 1.400 casi di rientri da parte di titolari di protezione internazionale".

Continuano a esistere gli SPRAR, ma cambiano nome diventando SIPROIMI, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, "in considerazione della più completa e avanzata accoglienza". Spiega il dossier: "Viene mantenuta e confermata la sperimentata e proficua modalità di accoglienza integrata che vede i sindaci protagonisti nella proposizione e definizione delle progettualità". Attualmente "la rete degli enti locali aderenti allo SPRAR è notevolmente cresciuta e, ad oggi, il SIPROIMI conta su 877 progetti finanziati, per 35.881 posti, con 1.825 comuni interessati e con più di 27 mila persone in accoglienza".

Inoltre il sistema di accoglienza "non subirà un ridimensionamento né in termini quantitativi, né qualitativi, anzi si consoliderà ulteriormente come struttura specialistica, dedicata ai percorsi di integrazione e inclusione sociale, volti a consentire a chi rimane in Italia di raggiungere una propria autonomia, e a offrire a chi gode di un permesso di soggiorno per esigenze umanitarie una qualificata assistenza". 

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"Nel SIPROIMI - chiarisce il dossier - continueranno ad essere assicurati un complesso di servizi e di attività, con una più strutturata assistenza integrata sul territorio". Non solo, "nel SIPROIMI potranno confluire i minori stranieri non accompagnati - in aggiunta ai 2.467 già ospitati - che oggi sono accolti, con molte difficoltà, innanzitutto dai comuni (circa 8.860) e, in via residuale, nei centri di prima accoglienza FAMI (circa 326) o nei centri temporanei attivati dalle prefetture (circa 185)".

Le nuove norme, sottolinea il dossier, "non hanno apportato modifiche in ordine alla possibilità di permanenza nel sistema della prima accoglienza (CARA, CAS, ecc.) dei titolari di permesso umanitario".

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