Il caso di Davide Cervia: la Difesa ammette gli errori dello Stato

Pubblicato: Martedì, 13 Novembre 2018 - redazione attualità

Risultati immagini per davide cervia mamilioVELLETRI (attualità) - Ansa: "Ministro Trenta: famiglia merita rispetto e verità"

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Per il caso di Davide Cervia, sergente esperto di guerra elettronica scomparso da Velletri 28 anni fa, giungono novità importanti. Di recente il ministero della Difesa è stato condannato a risarcire i familiari per "avere violato il loro diritto alla verità". Una condanna simbolica al pagamento di un euro, che il precedente governo aveva impugnato. Ora - apprende e diffonde  l'agenzia ANSA - il ministro Trenta ha disposto di non dar seguito a quel ricorso e di "riconoscere gli errori dello Stato, verso una famiglia che merita rispetto e verità", riferiscono fonti della Difesa.

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Arruolatosi in Marina a 19 anni, Davide Cervia diventò un esperto in guerra elettronica con la qualifica Ete/Ge. Nel 1984 si congedò con il grado di sergente. La sua scomparsa venne inizialmente rubricata come allontanamento volontario, ma due testimoni riferirono di aver assistito al suo rapimento. La famiglia ipotizza da subito che il sequestro sia da ricondurre alle sue conoscenze tecniche e militari.  Circa dodici mesi dopo il rapimento, venne ritrovata la vettura con cui i testimoni dicono di aver visto fuggire i rapitori di Cervia e il loro ostaggio. Da quel momento una serie di notizie ed informazioni che hanno spesso portato le indagini in altre direzioni. Depistaggi e omissioni hanno fatto il resto.

Nel 2000, la Procura generale presso la Corte d'appello di Roma, pur confermando l'ipotesi del rapimento, archiviò il fascicolo per l'impossibilità di individuare i colpevoli. Nel 2012 la famiglia ha fatto causa al Governo, in sede civile, e lo scorso gennaio il ministero della Difesa è stato condannato al risarcimento di un euro, la somma simbolica chiesta dalla moglie e dai due figli di Cervia, per "avere violato il loro diritto alla verità". Vale a dire il diritto "a chiedere e ad ottenere, dai soggetti che le detenevano, ogni notizia ed ogni informazione relativa al proprio congiunto, al fine della individuazione delle ragioni della sua scomparsa". Secondo il tribunale, in particolare, la Marina non avrebbe fornito informazioni "tempestive, esatte e complete" sul conto di Cervia. 

Il precedente governo aveva impugnato la sentenza, ma il ministro Trenta qualche giorno fa - riferisce ancora l'Ansa - ha dato indicazione di rinunciare al ricorso.