Lavoro senza tutele, diffidenza e morte: perché Marcinelle è ancora un monito - VIDEO

Pubblicato: Martedì, 08 Agosto 2017 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – I 136 morti italiani nella miniera belga dell’8 Agosto 1956 rimangono un ricordo che nasconde una grande tragedia umana

ilmamilio.it

Bois du Cazier, 8 agosto 1956. 262 minatori morti, di cui 136 italiani.

La tragedia delle miniere di Marcinelle spinse l'Italia a chiedere un miglioramento delle condizioni dei lavoratori emigrati in Belgio nell'ambito del patto, siglato nell'immediato dopoguerra da Alcide De Gasperi, per avere quote di carbone in cambio della fornitura di manodopera. Ma la richiesta di un trattamento di tutela arrivò dopo, quando cioè l'orrenda strage si era consumata e quando la conta dei morti impressionò l'Europa.

La causa dell'incidente di Marcinelle, si scoprì in seguito, fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori. Una incomprensione tra i minatori che si trovavano nel fondo del pozzo e i manovratori in superficie. Il montacarichi, avviato al momento sbagliato, urtò contro una trave d'acciaio, tranciando un cavo dell'alta tensione, una conduttura dell'olio e un tubo dell'aria compressa. Poi l'esplosione.

I minatori, intrappolati a oltre mille metri di profondità, morirono soffocati. In ricordo della tragedia, Bois du Cazier è oggi patrimonio Unesco.

Marcinelle è anche il racconto di un’altra vicenda, all’epoca nascosta. In tutta Italia, per favorire lo spostamento degli operai, furono infatti affissi dei manifesti in cui si parlava di salari elevati, viaggi in ferrovia gratuiti, assegni familiari, ferie, pensionamento anticipato. Le condizioni di vita e di lavoro per i nostri connazionali, come per quelle degli altri emigranti, si rivelarono invece non all’altezza delle aspettative e per certi versi terribili. Stipati in baracche, erano praticamente costretti a vivere negli stessi campi occupati precedentemente dai prigionieri di guerra. La diffidenza dei belgi, inoltre, era percepibile quotidianamente e con punte di discriminazione evidenti.

Al mattino si scavava nei sotterranei, dopo il pranzo si disponeva nei vagoni il materiale raccolto nelle gallerie e la notte lo si trasportava in superficie. Il contratto di lavoro dei lavoratori italiani prevedeva un'esclusiva di cinque anni, con l'obbligo di ultimarne almeno uno. Pena l'arresto. La morte (e le difficoltà di vita) di questi operai rappresenta dunque un’occasione per non dimenticare chi, ancora oggi, muore o viene vilipeso sui luoghi di lavoro. Vittime troppo spesso dimenticate in due righe di giornale, senza garanzie minime. Uomini e donne che vivono nell'emarginazione o nel caporalato, sottopagati, in condizioni disagiate o peggio ancora di costante intimidazione.

Marcinelle è anche un monito che rimane a oltre sessanta anni di distanza per tutti coloro che partono ancora oggi per trovare migliore fortuna. Dall’Italia verso altre nazioni. Dalle altre nazioni verso l’Italia.