sospensioni moto ilmamilioROMA (attualità) - Qualche consiglio per gli  amanti delle due ruote

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Tutte le moto, a prescindere dalla cilindrata e dal tipo di carrozzeria, sono dotate di sospensioni, un sistema in grado di smorzare le sollecitazioni provocate dalle irregolarità del manto stradale. Ragion per cui, oltre ad essere a tutti gli effetti dei dispositivi di sicurezza (in quanto contribuiscono a migliorare la stabilità del mezzo durante la marcia), sono indispensabili per garantire un buon comfort di guida.

Come funziona una sospensione motociclistica

Le sospensioni anteriori e posteriori di una qualsiasi prevedono anzitutto la presenza di un elemento elastico, ossia una molla. Questa si deforma assorbendo le sollecitazioni che riceve durante la marcia del veicolo.

In ambito motociclistico vengono utilizzate molle elicoidali con filo a sezione circolare; non tutte le molle, però, sono uguali: alcuni modelli di moto montano sospensioni progressive, ossia dotate di molle a passo variabile. Cosa significa? Molto semplicemente, la distanza tra le ‘spirali’ della molla non è sempre la stessa ma è più ampia ad una delle due estremità. Questo accorgimento consente di ottenere una risposta progressiva alle sollecitazioni.

In aggiunta, la stragrande maggioranza delle moto di più moderna generazione è dotata di un sistema di regolazione del precarico; si tratta di una soluzione che non riguarda le caratteristiche della molla ma serve ad imporre una soglia minima, al di sotto della quale l’elemento elastico non si deforma. Per la regolazione del precarico si impiegano delle cartucce idrauliche, prodotte anche da aziende specializzate come Andreani e disponibili online, nello store di un e-commerce settoriale quale Omniaracing.

Le molle sono collocate solitamente all’interno dei gambali della forcella (all’anteriore) o all’esterno del monoammortizzatore montato al posteriore. Poiché, in condizioni ‘ideali’, continuerebbero a ‘molleggiare’ all’infinito, i sistemi sospensivi fanno ricorso ad un elemento smorzante, indispensabile per dissipare l’energia cinetica accumulata dalla molla a seguito della deformazione; si tratta quasi sempre di un fluido oleodinamico, che opponendo resistenza alla molla in fase di rilascio genera calore sufficiente a disperdere l’energia di quest’ultima.

Com’è fatta una sospensione

Un sistema sospensivo è costituito da un insieme di organi meccanici, ciascuno dei quali assolve ad una funzione ben precisa. Volendo generalizzare, una sospensione è formata da:

  • un elemento elastico;
  • una componente deputata alla dissipazione dell’energia;
  • un cinematismo di regolazione dei movimenti.

Quest’ultimo è a sua volta costituito dall’insieme delle parti meccaniche, elettriche ed elettroniche (a seconda del modello di moto e quanto sia avanzata la tecnologia che utilizza) deputate alla regolazione del funzionamento del sistema sospensivo.

A cosa serve un sistema sospensivo

Com’è facile intuire dall’esperienza più o meno diretta che si può fare su auto e moto (ma anche su uno scooter o in bici), il ruolo primario delle sospensioni è ammortizzare gli urti e gli sbalzi provocati dalle irregolarità del fondo stradale. In altre parole, il sistema sospensivo entra in azione quanto è necessario ridurre al minimo gli effetti delle sollecitazioni dovute alle condizioni della carreggiata. In realtà, questa funzione non spetta soltanto alle sospensioni, ma anche ai pneumatici, i quali fungono da elemento smorzante primario grazie alla loro capacità di deformazione; da soli, però, non sono sufficienti a garantire la necessaria stabilità in presenza di vibrazioni, specie quelle ad elevata frequenza e ampiezza contenuta (ossia reiterate nello spazio e nel tempo come, ad esempio, su di una strada fatta di sanpietrini).

In aggiunta, in presenza di un manto non uniforme, la gomma tende a perdere contatto con il fondo stradale, con ovvie conseguenza in termini di stabilità e sicurezza del pilota e di eventuali passeggeri. L’altra funzione fondamentale della sospensione, quindi, consiste nel garantire la massima adesione possibile dello pneumatico alla strada, così che il mezzo resti stabile e non ponga problemi di governabilità.