CFO e Controller Manager 4.0 dopo il calo occupazionale: posto in prima fila nella trasformazione digitale

Pubblicato: Giovedì, 19 Aprile 2018 - redazione attualità

economia 1ROMA (economia) - Una via di uscita dalla crisi economica che ancora attanaglia l'Italia

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Sabbie mobili per l'Italia in termini di crescita economica: lo Stivale non muove passi dall'inizio del millennio. Lo dicono i dati raccolti dalla Cgia di Mestre, la fotografia impietosa è quella di un aumento medio del PIL dello 0,15% dagli anni Duemila ad oggi.

Fuori dalla crisi, sì, ma ancora lontani dal colmare la distanza che ci separa dalle altre grandi nazioni europee. Bisogna tuttavia tener conto dell'ultimo sprint registrato nel 2017, dove il prodotto interno lordo ha toccato il +1,5%, un risultato andato oltre le previsioni che non avevano tenuto conto del forte incremento di export e settori come il turismo, complici di questo dato positivo e segnali di resistenza forte da parte del tessuto produttivo del paese.

Segnato in rosso sul calendario dell'economia italiana di questo 2018 l'appuntamento con la trasformazione digitale delle imprese, un processo che darà via a nuovi modelli di produzione, più veloci e moderni, che interesseranno trasversalmente tutti i settori dell'impresa, anche quelli del settore terziario.

Non potranno mancare all'appuntamento manager e consulenti capaci di affrontare i nuovi temi posti da questo processo di trasformazione digitale, saranno le macchine ad implementare la tecnologia, ma i manager esperti della digital transformation a tramutare tutto ciò in una metamorfosi della visione aziendale.

Nell'ultima decade però queste figure professionali hanno vissuto una drastica depressione occupazionale, coincidente con gli anni della crisi. Parliamo di un calo che si attesta sul 10,6%, dal 2010 al 2015, un lustro segnato da rescissioni contrattuali e licenziamenti per i manager italiani. Un crollo in piena regola che ha accompagnato anche quello di consumi e liquidità, con il potere d'acquisto medio sempre al ribasso.

Poi il 2016, un anno di svolta se non altro nel segno, infatti dopo questa fase di recessione l'anno in questione ha registrato un +1% alla voce incremento dell'occupazione tra i professionisti in vetta alle imprese nostrane. Anche gli investimenti tornano a crescere portando il ritorno delle competenze e, di conseguenza, nuova linfa alla crescita.

Ma quali sono i moderni mezzi del manager? Si tratta di una professione che ha visto mutare ed espandersi le capacità richieste per il ruolo; acuta capacità di problem solving nonché adattamento a contesti e situazioni diverse, utilizzando con padronanza i nuovi sistemi informatici, applicando in concreto quanto discusso nei briefing di analisi.

Tutte queste skill necessitano di costante formazione e aggiornamento del professionista, sia esso junior o senior, che per questa necessità può rivolgersi a diverse istituzioni che uniscono esperienza diretta a studi teorici. Oggi, in primo piano ci sono alcune Business School, enti formativi che lavorano proprio in quest'ottica: da una parte offrono una formazione teorica che aggiunge valore ai modelli accademici, dall'altra puntano sullo sviluppo di capacità operative che siano immediatamente spendibili sul mercato.

In linea con quanto detto, un processo evolutivo l'anno avuto, o lo dovranno avere, i programmi dei master in finanza e controllo di gestione, in quanto devono raccogliere i cambiamenti di un'epoca contrassegnata da veloci ed innovativi investimenti nella digital trasformation e in disruptive tecnology. I nuovi programmi formativi, quindi, devono prevedere nuovi metodi di valutazione del capital budgeting, del fabbisogno finanziario e degli strumenti di supporto ai variati modelli di pianificazione e programmazione aziendale.

A questi cambiamenti devono per forza adattarsi anche i futuri CFO (Chief Financial Officer) e Controller delle imprese, che, grazie ai rinnovati finanziamenti del Piano d'Impresa 4.0 (prima Industria 4.0), avranno una maggiore richiesta e domanda, perché dovranno governare, con le loro competenze e conoscenze, i cambiamenti che trasversalmente - in maniera "disruptive" - coinvolgeranno tutti i settori merceologici.

Va quindi accolto il progresso tecnologico preparandosi a gestirlo con saggezza e intelligenza, per questo è importante puntare sull'aggiornamento delle professionalità manageriali, in quanto è su questa partita che si gioca il futuro dell'impresa italiana, fortemente legata all'esito di questo investimento in formazione.

Siamo solo all'inizio di questa “Quarta rivoluzione industriale”, che già tanto ha portato in termini di modelli di produzione, automatizzazione e nuovi metodi di fare impresa, più intelligenti e performanti.


Commenti  

# Tiziano 2018-04-20 01:31
L'articolo è corretto e interessante, ma manca dell'informazione più importante: le figure lavorative indicate sopra sono tutte basate sulla formazione e capacità proprie dell'Ingegnere Gestionale. E' infatti proprio ad Ingegneria Gestionale che si studiano "scientificamente" (e approfonditamente) i sistemi di controllo e gestione, i sistemi di produzione, le operations, i sistemi finanziari, etc etc utilizzando metodi matematici avanzati e soprattutto la ricerca operativa (operations research). Citarlo non sarebbe stato male, visto che e' anche uno dei corsi di laurea piu' richiesti oggi dalle grandi aziende.
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