Rocca di Papa e Fontan Tempesta: il ‘Lucus Ferentinae’ ritrovato?

Pubblicato: Lunedì, 22 Giugno 2020 - Fabrizio Giusti

 

Rocca di Papa, inaugurata la targa a 'Fontan Tempesta': “L'Acqua ...ROCCA DI PAPA – Lo studio di Franco Arietti porta a nuove deduzioni su un argomento molto dibattuto dagli storici

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Nel nuovo libro di Franco Arietti “Alba e il Monte Albano – Origine e sviluppo della civiltà albana” varie sono le curiosità che interessano in particolare il territorio di Rocca di Papa. In questa area, come noto, esiste un coacervo di siti di interesse di grande importanza che segnano, senza ombra di dubbio ormai, le radici della civiltà albana e latina. Luoghi purtroppo in parte compromessi dal sito di comunicazione sulla vetta di Monte Cavo, area che fino a quando sarà interessata da tralicci e antenne sarà impossibile da valorizzare come meriterebbe. A tal proposito, di recente, è nato un Comitato che vuole mobilitare società e politica al fine di emanare una legge di Stato che finalmente sblocchi la situazione e ridoni al sacro colle la sua potenzialità turistica, archeologica e storica.

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Arietti, nella sua lunga narrazione, si sofferma anche su una questione a lungo dibattuta. Come molti altri luoghi albani legati a vicende storiche di epoca protostorica e arcaica, ad esempio, il capo d’Acqua Ferentina, la sede dove si tenevano periodicamente le assemblee politiche dei Latini, è stato identificato in molti posti diversi localizzati sui colli Albani: Marino, Grottaferrata o Albano.

Anche l’intero periodo di tempo lungo il quale si tennero questi raduni è incerto. Su questo aspetto, così come sul nome stesso della località, le fonti antiche non sono univoche. Il passo di Catone sulla fondazione del Lucus Dianae ed i raduni che iniziarono tra la fine del Vi e gli inizi V sec. a.c., dovrebbe infatti stabilire il momento in cui cessarono le adunanze a favore di un’organizzazione politica più strutturata che sorse attorno al culto di Diana Aricina.

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Carmine Ampolo ha chiarito il carattere federale del santuario di Diana e le ragioni per le quali la famosa lista dei populi che convenivano nel bosco aricino attorno al 500 a.c. è giunta fino a noi alquanto ridotta. “Sull’ubicazione esatta del capo d’acqua Ferentina - scrive Arietti - gravano numerose incertezze dovute alle scarse e vaghe testimonianze delle fonti antiche che riferiscono, saltuariamente, di pochissimi episodi distribuiti lungo un arco di tempo assai ampio che va dalla metà del Vii sec. a.c. circa al 349 a.c., in pratica fino allo scioglimento della lega latina del 338. Il luogo dove si trovava la fonte Ferentina è noto soprattutto perché vi fu ambientato il celebre episodio di Turno Erdonio, mentre il nome e la figura stessa di Ferentina risultano oscuri. Festo pone la fonte alle pendici del Monte Albano; nonostante ciò è prevalsa in genere la tesi di Ampolo, che si trovasse presso il laghetto di Turno (Albano), località posta però a circa 7,5 km in linea d’aria dal Monte Albano, quindi ben oltre il Lago Albano che li separa”.

Fatta questa analisi, Arietti parte dai dati certi. Festo assicura che la fonte Ferentina si trova “sotto il monte Albano”; l’indicazione stavolta è necessariamente generica, poiché non ci sono punti di riferimento precisi. La via di penetrazione più antica all’interno dei colli Albani coincide grossomodo con il percorso della moderna Via dei Laghi ed è stata parzialmente identificata alle pendici del Monte Albano, attorno alla metà dell’ottocento, da Pietro Rosa. La scoperta della via Glareata arcaica presente sotto il lastricato della Sacra Via assicura che essa si dipartiva dal tracciato che ricalca la Via dei Laghi presso la località Guardianone. A poche centinaia di metri da quest’incrocio c’è una radura, all’interno della quale si trova una famosa fonte denominata ‘Fontan Tempesta’, frequentata già dell’età del bronzo e in età romana.

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Un punto fermo riguarda la certezza che in età arcaica (almeno dal Vi sec. a.c.) tutte le delegazioni dei populi Latini provenienti da varie località del Lazio per partecipare alle celebrazioni religiose delle ferie Latine iniziavano a salire le ripide pendici meridionali del Monte Albano dalla zona del Guardianone, ma non esattamente dal punto in cui transita la strada basolata costruita successivamente che proviene dall’Appia Antica e che sale al Monte Albano, poiché l’andamento del tracciato arcaico e quello di quest’ultima non coincidono.

Arietti indica infatti, la planimetria del Rosa. A monte del Guardianone, dalla strada lastricata si diparte un diverticolo che raggiunge Fontan Tempesta: questa era sicuramente in origine la strada arcaica che saliva al Monte Albano. Almeno fino al prato Fabio (dove iniziava il percorso cerimoniale della Sacra via) le delegazioni dovevano procedere necessariamente a piedi o a cavallo, poiché le strade arcaiche consentono il passaggio di un solo carro alla volta. Questo limite è noto ovunque nella rete stradale arcaica dell’agro romano. Inoltre lungo la salita non esistono sorgenti, esattamente come a prato Fabio, e tanto meno sulla vetta del Monte Albano. Pertanto – spiega Arietti - il punto di raduno principale di tutte le delegazioni latine (e non) doveva trovarsi presso l’inizio della salita. Da qui partiva il corteo e si procedeva tutti assieme.

Che l’area di Fontan Tempesta, ricchissima d’acque, fosse quindi il punto convenuto del raduno è secondo Arietti assai probabile. “Qui potevano sostare e abbeverarsi uomini ed animali – scrive Arietti - dopo il lungo viaggio ed è del tutto naturale pensare che nel tempo fosse diventato un bivacco per centinaia di persone alle pendici del Monte Albano nei vari giorni delle ferie Latine. e a questo punto, potremmo spingerci ad ipotizzare che Caput aquae Ferentinae derivi proprio da feriae Latinae. Ma, nel contempo, quell’area poteva rappresentare, ogni anno, anche il vero punto d’incontro e di scambio tra i maggiori rappresentanti dei populi convenuti; probabilmente, in questo modo del tutto naturale, quel luogo di raduno è diventato progressivamente, in tempi assai remoti, la sede stabile delle assemblee politiche dei Latini, passata alla storia con vari nomi assai generici, probabilmente derivati da tarde e confuse ricostruzioni confluite nell’annalistica: Caput aquae Ferentinae, Ferentinum, lucus Ferentinae”.

Fontan Tempesta si trova sul bordo del cratere del Lago di Nemi a brevissima distanza dal luogo in cui, alla fine del Vi sec. a.c. venne fondato il lucus Dianae, che divenne il nuovo luogo del raduno periodico dei Latini.

“L’antica fonte Ferentina della radura veniva abbandonata - racconta Arietti - ed ora una divinità importante come Diana Aricina proteggeva e garantiva l’ordine e la legalità nel corso delle assemblee politiche dei Latini: da questo momento in poi queste si tennero, al contrario di Ferentina, in un bosco sacro. Le notizie relative al rito di fondazione ad opera del dictator tuscolano Egerio Bebio, erano conservate, a detta di Catone, in un’iscrizione ancora visibile nel II sec. a.c.; ora sappiamo che questo Dianium, a partire dalla fine del Vi sec. a.c. e probabilmente fino al 338 a.c. – anno dello scioglimento della lega latina – fu l’unico e vero santuario politico dei latini”.

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