Storia, la battaglia del Lago Regillo: un libro svela la sua nuova collocazione

Pubblicato: Mercoledì, 13 Maggio 2020 - Fabrizio Giusti

FRASCATI (attualità) – Secondo lo studio dell’archeologo Franco Arietti, pubblicato nel volume ‘Alba e il Monte Albano – Origine e sviluppo della civiltà albana’, lo scontro è da ubicare in un luogo diverso da quelli ipotizzati fino ad oggi

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Una nuova collocazione per la famosa battaglia del Lago Regillo. A proporla, nel suo libro ‘Alba e il Monte Albano – Origine e sviluppo della civiltà albana”, è l’archeologo Franco Arietti.

Lo studio è fondato su analisi di natura idrografica e geologica, nonché sulla ricerca di testi ed episodi fino ad oggi poco sondati dagli esperti e dagli appassionati, se non addirittura sconosciuti.

La battaglia ebbe luogo nel 499 a. C., secondo Tito Livio, nel 496 secondo Dionisio. Fu condotta tra i Romani e i Latini, incitati da Tarquinio il Superbo per mezzo del genero Ottavio Mamilio. Dopo essere stato cacciato da Roma, Tarquinio aveva cercato aiuto in varie città vicine. Il principale sostegno gli venne da Porsenna, lucumone di Chiusi, che i dati (leggendari) raccontano si fosse ritirato perché ammirato dall'eroismo di Orazio Coclite, Muzio Scevola e Clelia, interrompendo i suoi attacchi a Roma. Tarquinio e i suoi seguaci dovettero trovare rifugio a Tusculum.

La battaglia è nota anche per un’altra leggenda: ad un tratto, montati su cavalli bianchi, apparvero sul campo di battaglia i gemelli Castore e Polluce, protettori di Tuscolo, i quali, evocati da Roma, in seguito passarono dalla sua parte ed infine diedero l'annuncio della vittoria, comparendo d'improvviso alla fonte di Giuturna.

La battaglia del Lago Regillo è stata alimentata dalla narrazione, sia perché non si hanno riferimenti precisi (i documenti forse furono perduti nell'incendio seguito all'invasione dei Galli di Brenno) e sia per la sua localizzazione, secondo varie ipotesi disposta ora sulla piana fra Monte Porzio Catone e Finocchio, ora nel territorio di Monte Compatri o ancora verso Frascati e Rocca Priora.

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LA NUOVA COLLOCAZIONE- Le fonti antiche citano due volte il Lago Regillo. La prima risale ai fatti legati alla celebre battaglia del 499 o 496 a.C. ed è la più nota; la seconda, ignorata dagli studiosi, è relativa ad un episodio di circa quarant’anni dopo che vede coinvolto Cincinnato, avvenuto tra 458 e 457 a.C..

Tito Livio – spiega Arietti - pone il lago in territorio tuscolano. Tutti gli studiosi (o appassionati) che si sono occupati della localizzazione del Lago Regillo lo hanno identificato in almeno otto posti diversi, hanno condiviso acriticamente l’idea che la prima grande battaglia campale della storia si sia svolta presso qualche lago esistente all’interno del territorio di Tuscolo. In tempi recenti, sulla scia di quanto proposto da Antonio Nibby e Thomas Ashby, l’attenzione dei maggiori studiosi è stata rivolta a soli due siti: Prata Porci e Pantano Secco, entrambi in territori accidentati e per niente adatti ad una battaglia di quelle dimensioni”.

Alba e il Monte Albano”, il volume di Arietti sul 'mondo albano ...

Esiste un secondo riferimento storico al Lago Regillo, stranamente ignorato. “Esso si riferisce alla metà del V secolo a.C. - afferma Arietti – e vede come protagonisti i Quinzi, in particolare Lucio Quinzio Cincinnato, il quale, tra il 458 e 457 a.C., ordina agli auguri di recarsi al Lago Regillo dove dovranno tenersi i comizi centuriati. La stranezza di questo episodio è evidente: viene convocato il popolo romano in armi per le votazioni che però dovranno tenersi dentro i confini di Tuscolo, una città libera e sovrana, addirittura nelle immediate vicinanze della città, se pensiamo a Pantano Secco o Prata Porci”. “In realtà – continua - proprio questo vistoso paradosso indica esattamente l’unico posto possibile dove poteva essere posizionato il Lago Regillo e, nel contempo, chiarisce anche l’altra ambigua allusione di Livio circa la posizione del lago “in agro Tusculano”, che ha obbligato gli studiosi ad ammettere che il teatro della celebre battaglia fosse ubicato all’interno del territorio tuscolano. L’unica soluzione possibile a questo dilemma è quella di ammettere che il Lago Regillo fosse ubicato esattamente al confine fluviale di Tuscolo e che i comizi centuriati si siano svolti presso di esso, ma nel contempo all’esterno del confine tuscolano, dov’era forse stanziata la tribù Pupinia”.

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IL FIUME TUSCOLANO E LA SUA STORIA - Il confine occidentale di Tuscolo di pianura rivolto a Roma era costituito dal più importante corso d’acqua della regione (inferiore per regime d’acque solo al Tevere e l’Aniene che costituiscono i confini del Lazio antico) che nasceva presso l’acropoli di Tuscolo. Probabilmente, nel corso del VI sec. a.C., ricevette l’appellativo di Tuscus amnis (“fiume etrusco”) in seguito al tentativo egemonico dei Tarquini, i quali, dopo aver sottomesso i centri di Collazia e Gabi posti al confine del letto d’acqua tuscolano, strinsero alleanza (matrimoniale) con Tuscolo. In questo modo il fiume divenne il confine di tutta l’area etruschizzata e, probabilmente, ricevette per questo l’appellativo di cui sopra, mentre anche la città prese il suo nome (che allude palesemente agli etruschi) dal fiume stesso (come in moltissimi casi nell’antichità). Per questi motivi il Lago Regillo deve essere probabilmente identificato con il lago posto lungo il il percorso idrico che Eufrosino della Volpaia riporta in una celebre planimetria. Questo, comunque, non era l’unico bacino lacustre posto lungo il corso del fiume tuscolano, poiché era preceduto da un grande lago a Valle Marciana, presso Grottaferrata.

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Arietti prosegue: “Se esaminiamo il breve tratto di pianura in cui si snoda l'alveo, risulta assai marcata una depressione che Eufrosino della Volpaia riportò nella sua planimetria del 1547 e che riporta il nome di “Giardino”, nell'area di Torrenova, lungo la Via Casilina: qui il corso d'acqua pare dividersi stranamente in tre rami che si ricongiungono, dopo aver descritto un ampio cerchio, sotto il ponte romano della via Casilina. In realtà i due bracci esterni altro non sono che due grandi alvei artificiali scavati ad un livello più alto, lungo il declivio dell'avvallamento, dei quali, solo quello orientale si osserva ancora a livello del suolo, benché colmato. È certo che si tratti di una classica bonifica con due “spine” laterali, del tipo ben noto in epoca romana, ed è forse quest'opera ad aver prosciugato, almeno in parte, un lago che in origine doveva presentare una forma allungata, che la via Labicana ha sostanzialmente diviso in due parti”.

In età rinascimentale, lungo il pendio orientale venne costruito un ninfeo seicentesco, detto il “Bagno delle bella Cenci”, alimentato dall'acqua del vicino casale di Torrenova. A sua volta, il laghetto ricavato attorno al piccolo edificio centrale del ninfeo, si innestava nell'alveo orientale della “spina” dell'antica bonifica, nella quale riversava le acque che venivano smaltite nel corso d'acqua tuscolano principale che scorre a valle.

LE CONCLUSIONI - “Nel 499 o 496 - afferma Arietti - all’esterno del confine fluviale tuscolano si estendeva un territorio franco e libero, perfettamente idoneo per la sua posizione neutrale ad ospitare la grande battaglia campale. Un territorio sostanzialmente pianeggiante, compreso tra i due corsi d'acqua che segnavano rispettivamente il confine dell’ager romanus antiquus (il Fosso di Centocelle) e quello fluviale di Tuscolo, Gabi e Collazia. Qui si incrociano due strade importanti relative a percorsi arcaici di media percorrenza. Da nord a sud incontriamo la via Tuscolo - Fidene (Boville Fidene), mentre da est a ovest troviamo la via Labicana (poi Casilina): questo grande incrocio (compitum) rappresenta con ogni probabilità l’epicentro della battaglia campale del Lago Regillo”.

Uno studio, completo di piantine e rilievi, che getta una nuova interessante luce su uno dei fatti più discussi della storia antica.

In foto: (Tommaso Laureti, la Battaglia del lago Regillo - Musei Capitolini)