Ciampino e i roghi tossici, Natella (Partecipazione Civica): “Bene indagini, emerge modello di impresa criminale da estirpare”

Pubblicato: Mercoledì, 16 Gennaio 2019 - redazione attualità
Risultati immagini per la barbuta roghi tossiciCIAMPINO (attualità) - Il riferimento inevitabile al campo nomadi 'La Barbuta'
 
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Da 'Partecipazione civica' riceviamo e pubblichiamo: 
 
“Una vasta operazione dei Carabinieri ha portato all’individuazione dei colpevoli del ciclo di smaltimento illegale di rifiuti che culminava con i roghi tossici di via Salviati a Roma, individuando un modello di comportamento criminale diffuso anche altrove: Società private senza scrupoli che si servono delle baraccopoli per risparmiare il costo dello smaltimento, come da anni denunciano alcune associazioni e comitati dell’intero territorio dell’area metropolitana di Roma”. Lo dichiara in una nota stampa Lorenzo Natella, attivista sociale tra i promotori del progetto politico Partecipazione Civica a Ciampino. “Ora ci auguriamo che l’indagine si espanda, purché non ci si fermi alle operazioni di polizia ma si prendano decisioni politiche riguardo il contenimento dei fenomeni che portano a questa catena illegale, nonché il superamento del sistema ghettizzante dei campi monoetnici, una questione sociale esplosiva dove ha trovato terreno il sodalizio tra mafie straniere e italiane”. 
carne fresca
“Ci riferiamo in particolar modo alla Barbuta, dove i roghi tossici, sempre stando alle denunce delle organizzazioni che da anni studiano il fenomeno anche a Ciampino, rappresentano l’anello finale di un sistema malavitoso e il risultato di politiche di apartheid inaccettabili e dannose anche per le comunità circostanti. Le indagini giudiziarie parlano chiaro: esiste una fitta rete di delitti d’impresa che sfruttano la miseria dei campi rom per il proprio tornaconto economico e i cui effetti sono nefasti sull’ambiente e sulla salute di tutti. A questi imprenditori che fanno profitto sulla nostra vita - prosegue la nota dell’esponente di PC - va fatta una guerra senza sconti, così come va fatta alla rete criminale cui essi si appoggiano”.
 
“La politica è stata troppo tempo in silenzio, spesso fomentando ad arte l’odio sociale e razziale per distrarre dalle proprie negligenze e far ricadere la colpa su un intero gruppo che quella stessa politica ha creato, isolato, identificato come nemico; spesso, sempre stando alle passate inchieste giudiziarie, fomentando il potere interno ai campi rom di personaggi e clan senza scrupoli. Chi oggi grida allo scandalo, in molti casi, all’epoca sedeva in posti di responsabilità nella politica capitolina e regionale. Mentre il campo la Barbuta veniva allargato e prendeva la sua forma istituzionale di Villaggio monoetnico - conclude Natella -, gli unici che denunciavano erano movimenti di base e associazioni che, allora come oggi, venivano derisi e tacciati di buonismo. La cruda realtà dei fatti ha dato ragione a quei movimenti. Chi ha fallito all’epoca, a partire da illustri personaggi del centrodestra di Alemanno, ma anche di altri schieramenti politici, oggi dovrebbe avere la decenza di tacere. La soluzione passa attraverso la chiusura dei campi della vergogna e la lotta a ogni livello contro chi fa profitti sulla salute delle comunità”.