Rocca di Papa, Iadecola (Pro-Case) scrive una lettera al Prefetto, alla Procura e al consiglio comunale sulla questione abusivi

Pubblicato: Sabato, 18 Agosto 2018 - redazione attualità

ROCCA DI PAPA (attualità) - Il responsabile del movimento scrive alla Dott. Basilone

ilmamilio.it - comunicato stampa

Iniquità, presunti provvedimenti “ad personam”, abuso di potere, intimidazioni e conflitto di interessi: questi gli argomenti che hanno spinto il Comitato Pro-Case, nella persona del Presidente Alessio Iadecola, a scrivere una missiva indirizzata al Prefetto di Roma Dott.ssa Paola Basilone, al Prefetto Vicario di Roma Dott.ssa  Enza Caporale, alla Procura della Repubblica di Velletri, al Presidente del Consiglio Comunale di Rocca di Papa Massimiliano Calcagni e a tutti i Consiglieri Comunali. Il documento, protocollato in data 3 agosto, oltre a voler evidenziare agli organi preposti, affinché possano valutare eventuali azioni, alcune zone di ombra nell’operato dell’Amministrazione sulla questione abusivi, vuole anche sensibilizzare, laddove ce ne fosse bisogno, tutti i rappresentanti dell’assise comunale rispetto a tale delicata problematica. In questo senso il Presidente Alessio Iadecola ha richiesto “la convocazione urgente di un Consiglio Comunale straordinario e/o un’Assemblea Pubblica” sul tema.

La missiva del Comitato Pro-Case prende origine dai quesiti che da tempo il Presidente Alessio Iadecola rivolge, non ricevendo una risposta, al sindaco e alla sua Amministrazione Comunale ovvero: “Se vi siano amministratori detentori di un immobile parzialmente o totalmente abusivo; se è stata presentata domanda in sanatoria e a quale legge fa riferimento; se sono stati effettuati accertamenti sul posto da parte dell’ufficio tecnico e della Polizia Locale con emissione, se il caso lo prevede, di provvedimenti amministrativi di tipo demolitorio su immobili di proprietà di consiglieri comunali attualmente in carica; se vi sono a carico di consiglieri comunali di maggioranze sentenze passate in giudicato e se sono stati emessi dinieghi in sanatoria nei confronti di amministratori in carica e non solo a danno dei cittadini; se, in caso di mancati dinieghi in sanatoria a carico di consiglieri comunali facenti capo alla legge 326/2003 (ultimo condono), quali sono stati gli impedimenti avuti per giustificare un’eventuale azione omissiva e di conseguenza perseguibile per legge”.

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Nella lettera il Comitato Pro-Case parla degli “oltre quattromila immobili abusivi dislocati su tutto il territorio, molti dei quali identificati come attività commerciali e speculazioni edilizie di notevole portata, per le quali il primo cittadino sembra non voler procedere con la stessa irremovibilità riservata alle 189 famiglie detentrici di un manufatto abusivo già interessate dalla procedura di acquisizione e dal provvedimento voluto proprio dal sindaco Crestini circa l’esazione di un’indennità risarcitoria”. Verso numerosi casi di abusivismo, sottolinea il presidente Alessio Iadecola “non si riscontra la dichiarata intransigenza assoluta del primo cittadino riferita ad altri ambiti di interesse pubblico” come l’annullamento di “ben venti sanzioni emesse ai danni della compagnia telefonica Wind, in seguito all’installazione di antenne in virtù del decisivo par/ere del TAR che ha letteralmente delegittimato alcuni articoli del Regolamento Comunale per la disciplina degli insediamenti urbanistici e territoriali delle stazioni radio base per telefonia cellulare”. Una situazione tanto complessa e delicata sulla quale l’Amministrazione Comunale sembra non poter agire con la necessaria serenità e imparzialità “considerato – si legge nella missiva – che vi sono consiglieri comunali in carica presso il Comune di Rocca di Papa detentori di un immobile abusivo”, senza considerare che “recenti cronache cittadine hanno visto la diffusione della notizia, acquisita tramite la visione della relazione annuale sull’abusivismo edilizio pubblicata sull’albo pretorio online dell’ente, inerente un abuso edilizio accertato nel 2014 nel Comune di Rocca di Papa, commesso presso un’attività commerciale di proprietà di un parente del Sindaco, in area soggetta a vincoli ambientali, per il quale è stato emesso verbale dalla Polizia Locale in funzione di Guardia Parco, mai seguito fino ad oggi da provvedimenti amministrativi cautelari e/o sanzionatori di tipo demolitorio/ripristinatorio”.

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Operato della Polizia Locale sotto la lente di ingrandimento anche nel caso di un cittadino che, con lettera protocollata il 5 luglio 2017, rimasta ancora senza risposta da parte del sindaco che quindi si espone al “rifiuto in atti di ufficio”, e indirizzata anche al Comitato Pro-Case ha denunciato una presunta “condotta commissiva colposa e abuso d’ufficio da parte di un ufficiale di Polizia Locale”, che avrebbe condotto accertamenti con rilevazioni fotografiche attraverso un drone “senza alcuna comunicazione preventiva” al proprietario e con “l’esclusione della presenza congiunta dell’ufficio tecnico del Comune di Rocca di Papa”. Il cittadino ha anche evidenziato una “presunta condotta anomala del Sindaco Emanuele Crestini, il quale restituendo un fascicolo, andato perduto presso l’ufficio tecnico, la cui sparizione è stata denunciata alle autorità di Polizia Giudiziaria, mette in atto un vizio di eccesso di potere compiendo una deviazione da principi generali, come la correttezza, la buona fede, la diligenza”. Ambiguità davvero inaspettate da parte del capo dell’Amministrazione “considerato – si legge nella lettera a firma di Iadecola – poi che proprio il primo cittadino, già Consigliere Comunale dal 2011 al 2016, poneva all’epoca, al centro della sua condotta politica varie contraddizioni, incongruenze ed iniquità, anche per mano della Polizia Locale, riguardo ad alcune sanatorie elargite presso il Comune di Rocca di Papa di facile concessione in rapporto alla limitante normativa degli anni recenti, a confronto con istanze di condono 47/85 invece anormalmente rimaste inevase e congelate per fini elettorali”. Uno scenario dove chi è chiamato a decidere le sorti di famiglie, interessate dal problema abusivismo, non può farlo in serenità soprattutto alla luce di alcune esternazioni pubbliche di amministratori ed ex amministratori che hanno parlato di “ricatti” e “intimidazioni” per “influenzare le loro scelte politiche”. Situazione descritta anche in un articolo del periodico di Rocca di Papa “Il Segno” del mese di luglio 2018 intitolato “Le conversazioni private registrate”. In chiusura il presidente del Comitato Pro-Case ha posto alcune riflessioni: “È normale che in un Comune i provvedimenti possano anche essere “ad personam”; a seconda delle convenienze e delle parentele? È normalità che presso l’ufficio tecnico le pratiche spariscano per poi ricomparire? È normale che chi rappresenta la comunità metta in atto tali pratiche nei confronti dei cittadini? È normale che un sindaco ometta di rispondere? Caro Emanuele Crestini – ha concluso il numero uno del Comitato Pro-Case - lei prima che sindaco è un normale cittadino che, messo di fronte alla legge, è uguale a tutti gli altri. Ne prenda coscienza”.