La bufala schifosa sullo smalto di Josefa la profuga. L'inumana vergogna razzista è social

Pubblicato: Lunedì, 23 Luglio 2018 - redazione attualità

josephaFRASCATI (attualità) - In alcune foto apparse in rete e sui social la donna salvata appare con le unghie pitturate di rosso. La verità la racconta una giornalista di Internazionale la l'odio è virale

ilmamilio.it

Due giorni di bufale, di cazzate, di cattiveria, di fango, di schifoso insensato, inverificato, ingiusto razzismo. A ruota libera: migliaia di condivisioni, migliaia di commenti, la gran parte dello stesso tenore. Un tenore xenofobo, inumano.

La bufala è partita sui social, su Facebook, come sempre accade in questi tempi di vergogna. E' partita per mano di qualche osservatore (o osservatrice sarebbe meglio dire) "attenta" che si è accorta, ad un certo punto, che Josefa, la profuga recuperata nel mare della Libia dalla Open Arms dopo ore ed ore di deriva, unica ancora in vita trovata a galleggiare al fianco dell'amica e del bimbo che invece non ce l'hanno fatta, aveva lo smalto alle unghie.

Non solo: Josefa, secondo i commentatori ed i fomentatori di cazzate, non solo aveva lo smalto alle unghie e quindi - ammesso che fosse - non poteva scappare dalla guerra (perché i fomentatori di cazzate sanno esattamente cosa di indossa e come ci si veste per scappare dalla guerra), ma addirittura non aveva neanche le mani gonfie e spugnose. Perché chiaramente i fomentatori di cazzate le cose le sanno. E ancora, qualche scienziato dell'informazione razzista ha anche spiegato che la pelle di Josefa non aveva segni di mare né di sole, specificando che la pelle nera è più soggetta ai danni del sole di quella bianca.

Tutte cazzate, per l'appunto.

Cazzate che però hanno girato e gireranno ancora in rete, per giorni. E ai fomentatori di bufale e di razzismo spicciolo non bastava l'evidenza delle prime foto diffuse del salvataggio della profuga, no: perché lì lo smalto non c'era e chiaramente le foto in questione non erano utili allo scopo.

Lo scopo di diffondere cazzate. E lo scopo è stato centrato perché migliaia sono state le condivisioni e la diffusione virale della bufala.

Nessuno dei prodighi condivisori di cazzate si è posto la domanda: come mai le foto con lo "smalto" si vedono solo ora e la donna lo smalto quando l'hanno ripescata in mare non ce lo aveva?

A rimettere le cose a posto, sminando anche questa gran cazzata, ha pensato la giornalista di "Internazionale" Annalisa Camilli su Twitter. "Josefa ha le unghie laccate perché nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa. Serve dirlo?".

Purtroppo sì. Serve dirlo, perché quando la macchina delle bufale - di quelle becere e xenofobe in particolare - è in moto, bisogna ristabilire la verità.