Zingaretti: “Farò un Pd diverso. I 5 stelle? Probabile che si dividano”

Pubblicato: Domenica, 01 Luglio 2018 - redazione politica

REGIONE (politica) - Il Governatore Lazio lancia la sua proposta sul Corriere della sera

ilmamilio.it 

“Io ci sono. Anche se sono il primo a dire che il problema fondamentale non è il segretario”. Così il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, in una lunga intervista ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera nella quale elenca gli obiettivi fondamentali per far ripartire il PD.

Per Zingaretti occorre “riaprire una sfida collettiva. Molti di noi sono fuori da noi. C’è un popolo di competenze e di sensibilità che è disperso, frammentato. E c’è una nuova generazione, molto combattiva, che non ci ha mai incontrati. L’obiettivo è riaggregare. Ricostruire una cultura politica che ti faccia sentire parte di qualcosa.”. Poi evoca "un Pd diverso, per costruire una nuova alleanza azzerando le attuali forme politiche. Anche la nostra. Dobbiamo saper includere e valorizzare come Pd le forze produttive, le energie popolari e sociali, in una forma-partito radicalmente democratica, capace di conciliare una forte leadership collegiale e decisioni dal basso”.

Quali sono i tempi della sua candidatura? Quando deve tenersi il congresso Pd? Zingaretti ha le sue sicurezze: “Il congresso del Pd è indispensabile prima delle elezioni europee. Ma anche insufficiente. Occorre aprire una fase nuova. Riunire le energie intellettuali, professionali, scientifiche che da tempo sono diventate ancelle del potere o cassandre isolate. Scrivere un manifesto che andrebbe discusso, arricchito e corretto da mille, diecimila agorà, dove la gente liberamente possa, dal basso, in modo talvolta rozzo e contraddittorio ma vero, elaborare le suggestioni di un’Italia futura. A partire dalla loro condizione reale”.

Dopo una secca critica alle idee della Lega, il Governatore del Lazio ha affrontato l'argomento 5 Stelle, per lui più complesso da analizzare. “Un corpaccione dove c’è dentro un po’ di tutto - dice - prevale una protesta, spesso assai giustificata, verso le istituzioni italiane ed europee così come sono oggi, i partiti che sono diventati macchine elettorali. Da questa contraddizione deve scaturire una nostra opposizione intelligente, che tenda a disarticolare, a convincere, a spostare orientamenti dentro quell’elettorato”. Alla domanda se i 5 Stelle siano destinati o meno a «disarticolarsi» o a dividersi,  Zingaretti risponde: 'Probabile'. Poi specifica:  "La loro identità ha un limite che definirei genetico: una lettura della società che parte dalla presunzione di rappresentare indistintamente i “cittadini”. Va bene per raccogliere consensi, ma è letale al momento del governo. I “cittadini” non esistono, perché è “tra” i cittadini che vivono le disuguaglianze. E devi scegliere”.

Il dibattito per la nuova fase del Partito Democratico è cominciata. Zingaretti sarà della partita. E questa intervista sembra lanciare anche un'idea di prospettiva e di rilancio. Sarà accolta?

Clicca sull'immagine per scoprire Natura e architettura