Insieme ad Elnur affogato nell'acqua è morto anche il lago albano: mai così in secca

Pubblicato: Martedì, 19 Giugno 2018 - redazione attualità

lago castello secco mortuariaCASTEL GANDOLFO (cronaca) - Domenica proprio l'abbassamento del livello ha impedito alla barca dei vigili del fuoco di lavorare. E andrà sempre peggio

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La tragedia che ha visto un giovane studente azero, Elnur Babayev, perdere la vita nelle acque del lago di Castel Gandolfo, lago albano, è in verità una doppia tragedia. Quella di un 29enne che è andato giù a fondo mentre stava (secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Castel Gandolfo) cercando di risalire sul pedalò dove si trovava insieme ad un amico lo scorso 2 giugno ma anche quella del maggiore dei due bacini lacuali castellani, mai così basso, mai così in secca.

La foto pubblicata qui a fianco testimonia con cruda verità lo stato delle cose: rispetto a pochi anni fa, quando in molti gridarono l'allarme per l'abbassamento del lago, il livello dell'acqua è sceso di almeno altri 3-4 metri: tra il colmo dei piloni posti per creare il porticciolo delle Olimpiadi del 1960 e l'acqua, ci sono almeno 10-12 metri di differenza. Une enormità in termini di volume di acqua.

Qualche anno fa, si stimava che al lago attingessero qualcosa come 70mila pozzi in tutta la zona dei colli albani fino verso il litorale. Oggi la situazione è senza dubbio peggiorata e neanche una annata piovosa come questa ha

floraleda sacchi

Cosa c'entra, si dirà, l'abbassamento ormai fuori controllo del lago (e si andrà sempre più rapidamente dal momento che il fondo del lago è conico ed a parità di volume di acqua sottratto il livello andrà diminuendo in maniera esponenziale) con la tragedia di Elnur Babayev?

C'entra eccome.

liberatori antonio vvffAPPRODO INESISTENTE - Perché domenica pomeriggio quando sulle sponde del lago è arrivata la barca speciale che avrebbe dovuto caricare il robot per il recupero fisico del corpo del ragazzo, non si è trovato il modo per portare in acqua il natante. I punti di approdo sono ormai in secca, terribilmente lontani dall'acqua del lago. Le acque si sono talmente ritirate che non è stato possibile neanche mettere in opera i mezzi di soccorso.

Ieri mattina si attendeva una gru speciale in grado di posizionare la barca attrezzata sull'acqua dalla parte del bosco, dove non c'è la spiaggia: se non fosse stato per l'iniziativa del caposquadra del gruppo sommozzatori dei vigili del fuoco di Napoli, Antonio Liberatori (foto qui a fianco) la salma di Elnur probabilmente starebbe ancora a 90 metri di profondità. Liberatori, originario di Grottaferrata e profondo conoscitore del lago albano, ha chiesto ed ottenuto di utilizzare la barca turistica del Parco dei Castelli per caricare robot, gruppo elettrogeno ed attrezzature necessarie per completare la pietosa operazione di recupero del corpo del ragazzo e riconsegnarlo finalmente alla famiglia. E quella di ieri per papà Rafi, a Castel Gandolfo da giorni, è stata una giornata durissima: l'uomo in più di una occasione ha accusato malori.

AUTOPSIA - Oggi il corpo di Elnur si trova presso l'istituto di Medicina legale del Policlinico di Tor Vergata per l'autopsia: i carabinieri hanno aperto un'inchiesta per fare definitivamente luce su quanto accaduto ma la dinamica dei fatti sarebbe ormai accertata. Mentre era col suo amico, Elnur - che a quanto risulta non sapeva nuotare bene - si è tuffato col salvagente per fare il bagno. Nel cercare di risalire sul pedalò col quale i due studenti dell'Azerbaijan avevano raggiunto quasi il centro del lago, Elnur ha perso il salvagente e in pochi istanti e finito sott'acqua. Inutili i disperati tentativi di riportarlo su da parte dell'amico e di una coppia di Genzano che si trovava con un pedalò nelle vicinanze.

PRESCRIZIONI DEI VIGILI DEL FUOCO - A conclusione della loro attività, durata più di due settimane, i vigili del fuoco avrebbero chiesto ai Comuni di Castel Gandolfo e di Albano Laziale di realizzare un approdo in grado di far scendere in acqua i mezzi di soccorso in casi - purtroppo non rari - come quello di Elnur.

Un approdo che consenta alle barche di entrare nelle acque di un lago ormai moribondo e per il quale, oggi, nessuno si straccia più le vesti.