La tragedia di Cecchina, Yasmine prima di morire: "Con mamma come nell'inferno di Dante, voglio una vita diversa"

Pubblicato: Mercoledì, 30 Maggio 2018 - redazione cronaca

yasmineALBANO LAZIALE (cronaca) - Emergono dettagli sugli ultimi giorni prima del dramma nel quale hanno perso la vita la 18enne marocchina e sua madre

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Una tragedia che per certi versi, a guardare indietro, sembrava quasi annunciata. Un omicidio-suicidio che non sarebbe nato nel nulla.

Quando nel tardo pomeriggio di domenica mamma Saliha ha sgozzato con un coltello da cucina la figlia Yasmine, 18 anni, al culmine dell'ennesima lite, il copione sembrava già scritto.

I vicini della casa di via Francia, gli amici ed i compagni di classe del liceo Vailati hanno descritto Yasmine come una ragazza sorridente e solare. Eppure il sabato prima della tragedia, il 26 maggio, a scuola Yasmine ha una crisi di nervi e serve l'intervento della polizia e del 118 per calmare la ragazza che sarebbe stata anche portata in ospedale. Ai poliziotti la 18enne avrebbe raccontato di avere un rapporto pessimo con la mamma che non le lascia neanche la carta d'identità e, ad un certo punto, avrebbe anche riferito che quella non fosse la vera madre ma solo una zia. Versione che non troverebbe alcun riscontro.

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In un file audio che sarebbe stato diffuso da una sua amica, la ragazza avrebbe raccontato di vivere "come nell'inferno di Dante" e che la madre era il demonio. Un rapporto difficilissimo tra le due donne marocchine, che vivevano nei 30 metri quadri del piccolo attico della palazzina di via Francia 33 e probabilmente avevano qualche difficoltà economica: il piccolo attico dove poi domenica notte si è consumata la tragedia.

Il papà di Yasmine, che avrebbe riferito di non sentirla da due anni, vive e lavora in Germania ed ha un'altra famiglia. In Francia invece si trova la sorella della 18enne che in queste ore sta arrivando in Italia per caricarsi sulle spalle il pesantissimo fardello di quello che è successo.

Nessun dubbio, invece, a quanto pare, per quanto accaduto in quella casa la maledetta domenica scorsa. Quando al culmine dell'ennesima, ultima lite, Saliha ha impugnato un coltello ed ha colpito la figlia alla gola: quindi ha appicato il fuoco alla casa, è salita sul tetto del loro alloggio con una scala e si è lanciata nel vuoto ponendo definitivamente fine alla vicenda.

 

  • petra febb2018