Grottaferrata, di nuovo meno alberi e più cemento. Il disco rotto di una scelta politica trentennale

Pubblicato: Martedì, 24 Aprile 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – Una stagione simbolica: 107 alberi da abbattere e la previsione di 100mila metri cubi in più. Pratone rischia di essere definitivamente ‘soffocato’

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Ognuno traccia la strada del proprio avvenire come crede. Grottaferrata, da decenni, ha scelto di non valorizzare le sue potenzialità e di affidarsi completamente allo sviluppo edilizio. E’ una decisione del tutto legittima, ma che si scontra con tutta una serie di obiettivi che ogni amministrazione afferma di voler perseguire: tutela dell’ambiente, riqualificazione urbana, parchi, promozione culturale, terziario, turismo. Nulla di tutto questo è possibile, o potrà essere fortemente limitato, perché si è compromesso il cammino per almeno trent’anni. Ogni intendimento non può che partire da una base di partenza, ovvero il territorio e le sue qualità, fondamentali che a Grottaferrata si è deciso di far saltare un aria assieme a quel comparto vinicolo, ricettivo, ristorativo e artigianale - un tempo patrimonio popolare – che è stato sostituito con la causa di uno sviluppo del mattone che ha sganciato tutti i quartieri mantenendoli senza servizi, infrastrutture, strade, opere di urbanizzazione. Un ‘urbicidio’ che oggi si paga e si continua a pagare.

Dopo gli ultimi eventi, provocatoriamente, si può tentare un paradosso: Grottaferrata ha deciso di tagliare oltre cento alberi reputati malati (ma ci sono alberi ed alberi, per storia, e quello in piazza ancora fa discutere per la poca capacità a confrontarsi) e allo stesso modo, senza il minimo confronto in aula consiliare, ha approvato il permesso di costruire convenzionato che porterà, almeno, 88mila metri cubi di cemento in città, sopratutto in area Pratone, senza che si sia scatenata la stessa reazione che avvenne per la Delibera 41 (Giunta Fontana), la quale, va detto, non è stata abrogata, ma è stata per così dire messa a ‘bagnomaria’ con tanto lettere in autotutela di revoca agli imprenditori. In questo momento a Grottaferrata sono dunque attive sia la delibera 41, sulla quale si è in attesa dello studio votato dal consiglio comunale, e sia la Delibera 43. E qui si apre un capitolo doloroso.

La Delibera 41, infatti, fu molto contestata, tanto da ispirare una petizione popolare della Città al Governo con oltre mille firme. Però qualche elemento di appiglio democratico lo aveva: innanzitutto fu discussa più volte in consiglio comunale e nelle commissioni, in secondo luogo prevedeva un 10% di diminuzione della cubature a scomputo di opere pubbliche e, in ultimo, almeno una serie di nuove strade e rotatorie che avrebbero tentato di costruire una nuova alternativa viaria dentro ad un quartiere che è già esploso sul piano della qualità della vita e del traffico. Questo perché il Comune, seppur davanti ad una nuova cementificazione, tentò una sorta di compromesso, di contenimento amministrativo nel rapporto con i costruttori in virtù delle edificazioni di completamento compatibili con un Prg che risale al 1972. 1972: un’altra era, su cui nessuno ha messo mano o è riuscito a mettere mano. Con la Delibera 43, innescata dallo Sblocca Italia, non ci saranno forme di dibattimento. Si narra di fantomatici piani di rigenerazione urbana prospettati, ma in Commissione a quanto pare l’argomento non è neanche arrivato. Allo stato dei fatti, l’attuale amministrazione ha votato una delibera, l’ha messa sulle spalle della città e niente sarà comunicato al consiglio comunale. Un po' come lo Sprar, con la differenza che i palazzi non si possono spostare, non si possono limitare o non si possono governare. Il cemento arriva, consuma territorio, assorbe, include altre automobili, attinge ad altra acqua. Inoltre c’è anche il capitolo di quelle opere che rimarranno a carico della manutenzione comunale, con dispendio di risorse economiche che non ci sono.

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Il “giallo” rimane però quello politico, perché gli atti sono tutti pubblici. A oggi sulla delibera 43 le parole sono rare. Il tema è stato affrontato da ‘La Città al Governo’, ma in senso complessivo nessuno sembra essere in procinto di dare origine ad un dibattito più profondo, una mobilitazione sul piano del contrasto (come la petizione popolare, ad esempio). Un silenzio preoccupante che in paese sta facendo aumentare il fronte di chi pensa che in città sia in atto una ’non interferenza’ trasversale studiata a tavolino e che odorerebbe di triste e deleterio ‘consociativismo’ (termine desueto, ma sempre utilizzabile). Non dobbiamo e non possiamo credere che tutto ciò corrisponda a verità e siamo sicuri che presto ci saranno novità in merito.

100 alberi in meno e 100mila metri cubi dii cemento in più crediamo che siano un argomento valido. Al di là della provocazione nella sintesi adottata per spiegare il tema, infatti, Grottaferrata non può permettersi di subire ancora. Perché una certa scuola di pensiero, frutto di un totale appiattimento di interi segmenti di generazioni politiche locali alle logiche edificatorie, ha creato la città che oggi vediamo. Parchi chiusi, spazi verdi in meno, traffico, quartieri dormitorio, servizi e infrastruttre carenti, zero turismo, zero sviluppo culturale (a parte la luminosa esperienza abbaziale).

Basta tutto ciò per decretare la fine di una comunità? Oppure si deve scavare oltre? A quando una discussione coraggiosa che sappia ‘provarla nuova’?

‘I politicanti sono i camerieri dei banchieri’, profetizzava Ezra Pound. Sarebbe interessante evitare, almeno nei piccoli centri dove la conoscenza comune rafforza lo spirito di conservazione delle buone cose, che non lo siano anche (e di nuovo) dei consumatori di suolo.

 

 


Commenti  

# ff&ggqualepartedeldi 2018-04-24 14:43
scorso non è chiaro?
un PRG che pone come obiettivo MAX il "n° residenti" e NON i metricubi MAX che il suolo&risorse possono sopportare, è artato dalle fondamenta! dx&sx&company IRRESPONSABILI!
Il vuotoEsistente&concesso&inviadiconcessioneOtrasfor mazione sono più che sufficienti per gli obiettivi MAX del PRG del '72!
Mancano i residenti! E sempre mancheranno!
Tu rimani nostro candidato nel caso che : RIfalliscano, RIrinuncino, RItrascinino x le lunghe, RIvogliano bigiare, RIconoscano la propria inadeguatezza, RIspettino la Comunità e si dimettano!
Almeno tu i problemi liconosci&lidenunci +/- ...non ti esaltare.
Questi 30anni di (VANA) speranza, sono stati i peggiori dei mali, hanno prolungato (e continuano) il tormento di una Comunità.
CONTROproposta: lo stadio x la Roma, facciamolo al pratone .... senza il "centro direzionale" in centro però !!!!!
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