Scanderbeg celebrato presso la Biblioteca Statale dell’Abbazia di San Nilo. Andreotti: “Spero Albania presto in Europa”

Pubblicato: Domenica, 08 Aprile 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (eventi) - Alla presenza dell'Ambasciatrice Bitri, l'importante convegno sul condottiero albanese

ilmamilio.it 

Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe nazionale dell'Albania e degli albanesi. Difese, secondo le fonti storiche, il suo paese e i suoi valori cristiani dall'invasione musulmana. Papa Callisto III gli donò l’appellativo di ‘Atleta di Cristo e Difensore della Fede’. Fu re d’Epiro, condottiero e diplomatico, unì i principati d'Albania bloccando, per decenni, l'avanzata dei turchi-ottomani verso l'Europa. Ieri pomeriggio a Grottaferrata la sua figura è stata analizzata e celebrata nel convegno ‘L’Eredità di Scanderbeg alla radice delle identità nazionali europee’, svoltasi presso la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale Abbazia Greca.

Organizzato dall’Ambasciata della repubblica di Albania in Italia in collaborazione con l’Associazione Culturale ‘Il Domenichino’, l’incontro ha visto la partecipazione di Anila Bitri, Ambasciatore della Repubblica d’Albania, Luciano Andreotti, sindaco di Grottaferrata, Alessio Angelo Comneno, discendente della famiglia imperiale dell’Epiro e della Tessaglia, Franco Tamassia, Prof. Di Diritto Pubblico presso l’Università di Cassino, Fulco Lanchester, Prof. Di Diritto Costituzionale Italiano e Comparato alla ‘Sapienza’.

Virgilio Avato, presidente dell’Associazione ‘Amici dell’Abbazia Greca di San Nilo’, animatore in questi anni di un rapporto di interscambio culturale favorevole alla conservazione e alla rinascita del ruolo dell’Abbazia niliana, ha salutato i convenuti ricordando Scandeberg nel 550° anniversario della morte e ricordando la lunga tradizione arbresh che da un secolo anima la vita monastica locale. I primi monaci italo-albanesi giunsero a Grottaferrata alla fine dell’ottocento, quando l’Abbazia si trovava in condizioni critiche. Avato ha ricordato come questi religiosi non solo fecero rinascere il rito bizantino, ma trasformarono proprio la vita del luogo sacro con la fondazione del restauro del libro antico o della tipografia San Nilo, fondamentale per la conservazione e la ricerca di testi sacri.

L’Ambasciatrice Anila Bitri, oltre all’oggetto della relazione, ha aperto il raggio del suo intervento parlando anche dei rapporti internazionali che si evolvono in questo momento storico tra l’Albania e la vicina Grecia, oppure nei confronti dei Balcani, in un’ottica di impegno che sta trasformando una nazione che in questi ultimi decenni ha cercato di uscire dal lungo periodo susseguente il governo dittatoriale comunista.

Il sindaco Luciano Andreotti ha salutato gli intervenuti, auspicando l’ingresso dell’Albania all’interno dell’Unione Europea nel tempo più breve possibile, “L’Europa è la nostra casa comune – ha detto – e Scanderbeg è un eroe che trascende le nazioni. La sua missione è stata più alta. Come Garibaldi, è stato eroe dei due mondi”. Andreotti ha inoltre salutato la comunità albanese presente a Grottaferrata. “Contribuiscono da anni alla nostra economia – ha detto - e si sono integrati”. “Quante storie in questo convegno – ha aggiunto - un’infinita di storie che sono le nostre radici e i nostri padri. Quanto a Scanderbeg voglio ricordare una sua frase bellissima: “Non vi porto la libertà, l’ho trovata qui tra voi”. Il 21 aprile siamo stati invitati ad Assisi alla conferenza internazionale delle città gemellate con Betlemme. Questo perché crediamo nel nostro ruolo di porta d’oriente e ponte di pace per la libertà tra i popoli”.

L’unità, le radici comuni, l’Europa, l’Oriente, l’Occidente, l’Est e l’Ovest. La figura di Scanderbeg è stata dunque messa al centro delle relazioni al fine di condividere un momento di riflessione che portasse ad una comune riflessione sul passato, il presente e il futuro del vecchio continente. Nel suo letto di morte – secondo una leggenda - Scanderbeg ordinò a un bambino di andare fuori, raccogliere dei pezzetti di legno e riunirli. Scanderbeg sfidò i presenti riuniti attorno a lui a spezzare il mazzo, ma nessuno di loro riuscì nell'intento. Il condottiero disse allora al giovane di disfare il mazzo e di rompere ogni pezzetto di legno. "Con questo gesto, io, vi volevo dimostrare che se restate tutti uniti nessuno potrà mai spezzarvi - affermò - ma dividendovi anche un solo bambino potrà condurvi alla morte". Un messaggio che all’epoca era rivolto ad un popolo, ma che oggi può essere interpretato per trovare strade nuove di conciliazione e di sviluppo nell’Europa rifiutata e criticata o in quella delle divisioni,  dell’incertezza, delle crisi e della diffidenza.

petra nov2017 1
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Commenti  

# grottaferratamia 2018-04-08 16:24
"Spero Albania presto in Europa"....
lucià, ritorna sull pianeta terra e ricordate che sei il sindaco di grottaferrata, non un parlamentare
Anzichè pensare all'Albania, concentrati sulle periferie di Grottaferrata..quelle si che sembrano stare fuori da Grottaferrata!
senza parole...
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