Frascati, da Innocenzo X a Falcone e Borsellino: una storia nei marmi di Palazzo Marconi

Pubblicato: Venerdì, 23 Marzo 2018 - redazione attualità

targa innocenzoXFRASCATI (storia) - La grande targa dedicata a Papa Pamphilij ricorda uno dei momenti di maggior sviluppo e ricchezza della città tuscolana

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L'ultima arrivata è la targa in marmo affissa al muro esterno dell'Aula consiliare, intitolando il luogo della democrazia cittadina ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Ma quella che racconta Palazzo Marconi, sede del Municipio di Frascati, è una storia ultracentenaria, incisa nelle lapidi e nelle lastre di travertino che adornano l'edificio ed i suoi cortili.

Tra le tante, ce n'è una - una delle più grandi - che, datata 1652, ricorda l'impegno profuso da Papa Benedetto X per la città tuscolana. Piazzata sulla fontana del cortiletto interno del palazzo comunale, oggi adibito a poco più di un parcheggio per il sindaco e le più alte cariche istituzionali, la grande lastra di marmo è uno dei tanti muti testimoni dello sviluppo urbanistico e sociale, della storia e delle storie, di Frascati.

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Salito al soglio pontificio nel 1644, Giovanni Battista Pamphilj - erede di una delle famiglie più influenti a Roma - prende il nome di Benedetto X e pur in un pontificato relativamente breve durato fino al 1655, il Papa nobile riesce a dare un'impronta più moderna a Frascati. Lo fa principalmente includendo la da poco realizzata Cattedrale di San Pietro nel perimetro delle mura cittadine, realizzando quindi porta Duomo, porta Granara e porta San Pietro, dando quindi al centro di Frascati un respiro più ampio e conferendole l'assetto urbanistico che oggi conosciamo.

petra fieraL'impatto di Innocenzo X sulla città erede di Tuscolo è testimoniato, tra gli altri, nella dettagliata ed illuminante "Descrizione di Roma e dell'agro romano", opera di Francesco Eschinardi datata 1750 ma anche nel successivo "Dizionario di erudizione storico ecclesiastica" di Gaetano Moroni, opera quest'ultima - data alle stampe nel 1846 negli ultimi anni del pontificato di Gregorio XVI - che ben fotografa l'importanza che nel corso dei secoli dell'Era moderna e contemporanea Frascati viene via via assumendo. Diventando méta preferenziale delle villeggiature delle nobiltà romana e, parallelamente, dei papi.

Proprio nell'opera dell'Eschinardi, più vicina all'epoca dei fatti narrati, è riportato il particolare dell'adeguamento viario che il Pontefice vuole dare alla modernizzazione del collegamento di Frascati con Roma rappresentato essenzialmente dalle attuali via Tuscolana e via Anagnina. Una Frascati che dalle prove documentali, seppe avere un'influenza ed un'estensione territoriale ben superiore a quella odierna.

Quando due secoli dopo Papa Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti (l'ultimo Papa re) raccogliendo la titubante eredità del suo predecessore Gregorio XVI sceglie proprio Frascati (o meglio il fosso Campitelli) per attestarvi la prima ferrovia di Roma e dello Stato Pontificio, ferrovia inaugurata nel 1856, non lo fa a caso, non lo fa puntando il dito adornato dell'anello del Pescatore sulla mappa dello Stato. Lo fa, piuttosto, come naturale destinazione verso una delle località, uno dei territori da sempre più amati da Roma, dai romani e dai suoi pontefici.