Alzheimer e decadimento cognitivo: quando a svanire nel nulla sono i più fragili.

Pubblicato: Martedì, 12 Dicembre 2023 - redazione attualità

 

Riceviamo e pubblichiamo da una lettrice, la collega Raffaella Bocci, un interessante reportage sul tema dell'Alzheimer e delle persone scomparse

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Si celebra oggi la Giornata delle persone scomparse: nel 2022 in Italia sono state presentate 24.369 denunce e nel primo semestre del 2023 si è registrato un trend in ulteriore crescita. Sono questi i dati pubblicati dall’ufficio dal Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse diretto dal Prefetto Maria Luisa Pellizzari.

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I motivi di allontanamento sono i più disparati e coinvolgono sia adulti che minori, ma capita spesso che a scomparire siano persone fragili, uomini e donne affette da demenza senile o da Alzheimer che perdono l’orientamento e non hanno più punti di riferimento. Molti vengono ritrovati, ma per altri la scomparsa si conclude tragicamente.

Inconsapevoli, disorientati, persi in un mondo che non riconoscono. Vagano spaesati senza una meta apparente: è un fenomeno chiamato wandering dall’inglese letteralmente “vagabondaggio” molto frequente in queste situazioni. A rischio non sono solo le persone in una fase avanzata della malattia, ma anche in un primo stadio è possibile che una persona esca ed improvvisamente inizi a vagare per ore senza una meta precisa, allontanandosi da casa o da una RSA come spesso la cronaca ha raccontato. A volte si allontanano alla ricerca di qualcosa o qualcuno che è appartenuto al loro passato, altre volte è la noia a spingerli fuori e ripercorrere strade in cui erano soliti passeggiare, solo che ad un certo punto il tempo e lo spazio cessano di essere punti di riferimento stabili, facendoli entrare in uno stato confusionale fino a perdersi.

Per affrontare questo fenomeno, che riguarda circa il 4% dei casi di scomparsa, l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ha messo in campo alcune iniziative “In questi giorni e per le prossime settimane è in onda uno spot televisivo sulle reti Rai per sensibilizzare i cittadini sul chiamare immediatamente il numero di emergenza 112 in caso di scomparsa” afferma Andrea Cantadori Vicario del commissario straordinario del governo per le persone scomparse “Grazie ad un accordo con il Comune di Roma sono state diffuse nelle farmacie comunali  delle brochure che offrono consigli concreti su come prevenire la scomparsa di una persona affetta da danno cognitivo e su cosa fare nel caso in cui questo avvenga.

Ai familiari invece il consiglio è quello di mettere un semplice bigliettino con il numero un telefono di riferimento per favorire un eventuale ritrovamento, mentre un altro strumento efficace può essere un telefono localizzabile. Importante è anche il contributo della cittadinanza nel segnalare alle Forze di polizia la presenza di persone disorientate in evidente stato di difficoltà”.

È importante sapere che queste patologie neurodegenerative possono comportare una lenta compromissione del linguaggio e della comunicazione, per questo anche in situazioni di difficoltà e pericolo chiedere aiuto diventa estremamente difficile.

Quella di Alzheimer è attualmente la più frequente forma di demenza e rappresenta circa il 60% di tutte le forme conosciute” spiega il dott. Domenico Mele neurologo dell’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale “Tutte demenze, comprese quelle di origine vascolare, si manifestano attraverso la perdita di memoria, lincapacità di riconoscere i propri cari e i luoghi dove si vive. Lallontanamento, con successivo disorientamento spaziale, è una delle complicazioni possibili nellevoluzione della malattia. Pertanto i familiari devono essere sensibilizzati, resi consapevoli e ben informati quando la persona può esporsi a questo rischio”.

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Quello della prevenzione del decadimento delle funzioni cognitive è un tema sempre più attuale sopratutto in relazione all’aumentare della vita media della popolazione. Se da una parte sappiamo che alcuni fattori genetici aumentano il rischio di Alzheimer fino a 8 volte, dall’altra sono possibili alcuni interventi precoci, oltre a quelli farmacologici, sugli stili di vita che possono rallentare e proteggere le funzionalità cognitive. Tra questi sicuramente un’attività fisica intensa e quotidiana, il controllo della pressione arteriosa e del diabete mellito, un’alimentazione bilanciata e ricca di antiossidanti, l’astensione da fumo e alcol, allenare la mente con attività che stimolano il ragionamento e la memoria, ma sopratutto una vita sociale intensa. “Per sensibilizzare la popolazione sul tema della prevenzione del decadimento cognitivo” afferma il dott. Mele ”Presso il nostro Ospedale ospitiamo, in collaborazione con l’Associazione Scacchi in Tour, tornei federali di scacchi che coinvolgono persone di tutte le età. Lo scopo è quello di sollecitare l’attività cognitiva e la socializzazione agevolando anche uno scambio e un confronto intergenerazionale”. Un’importante iniziativa finalizzata anche a combattere l’isolamento sociale delle persone che non hanno una rete familiare o amicale che li faccia sentire parte integrante di una comunità.

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