Francesca Neri: la mia vita con la cistite interstiziale

Pubblicato: Giovedì, 23 Novembre 2023 - redazione attualità

francesca neri ilmamilioROMA (attualità) - La famosa attrice, oggi 59enne, da anni combatte contro questa patologia

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Francesca Neri è un'attrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica di successo, nata il 10 febbraio 1964 a Trento. Si trasferisce giovanissima a Roma per studiare recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, il primo ingaggio si rivela fortunato: esordisce con Giuseppe Piccioni nel sentimentale Il grande Blek (1987) dove interpreta una delle ragazze protagoniste. Il film è un viaggio a ritroso nella cultura degli anni Settanta, in cui la recitazione equilibrata e sensuale dell’attrice si rivela una parte fondamentale per ricreare il clima di indecisione di un gruppo di giovani insicuri e disorientati.

Prosegue la carriera con una piccola parte in Una donna spezzata (1988), seguito dal più interessante Bankomatt (1988), dove affianca Bruno Ganz e Omero Antonutti nel racconto di una rapina in banca, nonché dalla commedia Buon Natale, buon anno (1989) di Luigi Comencini, dove interpreta una giovane ragazza in autobus.

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Ma la popolarità la raggiunge quando accetta il ruolo da protagonista ne Le età di Lulù (1990) di Bigas Luna, diventando in poco tempo un'icona sexy degli anni Novanta. La spudoratezza erotica del film la fa apparire fragile e coraggiosa allo stesso tempo, la sua interpretazione resta memorabile. La carriera cinematografica di Francesca Neri prosegue con una fitta galleria di personaggi spesso tormentati e sconsiderati, sempre un po’ in bilico tra ragione e follia, per i quali è vincitrice di tre Nastri d’argento.

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Nel 2010 si è sposata con Claudio Amendola, attore, conduttore televisivo, regista e sceneggiatore, dal quale ha avuto il figlio Rocco. Una vita apparentemente perfetta quella di Francesca Neri, finché a un certo punto scopre di essere affetta dalla cistite interstiziale cronica, una malattia rara le cui cause non sono ancora ben note. Consiste in una condizione infiammatoria non infettiva della vescica, che può colpire uomini e donne di qualsiasi età e può essere fortemente invalidante. La malattia costringe l’attrice a un lockdown forzato durato circa tre anni, durante la fase acuta della patologia e ad allontanarsi dalle scene.

Proprio quel corpo così ammirato improvvisamente si ammala e così la donna inizia un iter che somiglia a quello di tanti altri pazienti: consulta vari urologi, i tanti suggerimenti degli amici la confondono, tra una conversazione e l’altra resta il dolore e la paura di non essere compresa. Secondo l’AICI Onlus (Associazione Italiana Cistite Interstiziale), i forum sono pieni di storie terribili di persone che hanno impiegato almeno cinque o sei anni per avere una diagnosi e imboccare il giusto percorso terapeutico.

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La malattia costringe l’attrice, anzi la donna Francesca Neri a guardarsi dentro, a mettersi a nudo e così inizia a scrivere un libro, un’autobiografia in cui si racconta a partire dall’infanzia fino alla scoperta della malattia e il suo percorso dalla disperazione alla rinascita. Già, perché nell’autobiografia Come carne viva, Milano, ed. Rizzoli, 2021, Francesca Neri afferma che la malattia deve essere innanzitutto “accettata”, solo a quel punto può spalancare le porte di una nuova consapevolezza, rivelando scenari impensati: “quando stai male devi per forza intercettare ogni segnale, interpretarlo nella frase che il tuo corpo ti sta rivolgendo – spiega l’attrice – una frase che magari è lunga decenni”.

La cistite interstiziale comporta molto spesso anche una forte sindrome ansioso-depressiva, al dolore del corpo si aggiunge quello dell’anima, misto alla frustrazione di non poter più essere la persona di prima e di sentirsi privata della propria identità.

Ma come accade molto spesso, nel momento in cui si tocca il fondo, improvvisamente si avverte quel forte desiderio di rinascita: “Ho accarezzato l’idea del suiscidio – prosegue l'attrice – è durato tre secondi, cinque secondi. Dopo ho sentito l’amore, ancora lui. Quello vero, smisurato, per la vita, per i miei cari, non la brutta copia deviata che mi ero ammannita pochi minuti prima”.

L’autobiografia di Francesca Neri rappresenta un vero e proprio inno alla vita, l’esistenza stessa che rinasce malgrado tutto, che conduce ad accettare i propri limiti senza arrendersi mai.

foto CC BY-SA 4.0

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