“Quell’uomo con un’enorme croce sulla Tuscolana e le preghiere per mia figlia Giulia”

Pubblicato: Martedì, 21 Dicembre 2021 - Redazione attualità

FRASCATI (attualità) - Il suggestivo e allo stesso tempo singolare racconto del signor Mario Ferracci di una storia realmente accaduta 

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Pubblichiamo il racconto di Mario Ferracci che narra del singolare incontro con una coppia di signori inglesi e delle loro preghiere per sua figlia Giulia. Buona lettura!

“Quella mattina avevo accompagnato Giulia a Colle Mattia per prendere il treno che doveva portarla a Roma, al museo Maxxi dove collaborava come stagista insieme ad altre neo-laureate in Storia dell’Arte Contemporanea.  Non era affatto serena, piuttosto ansiosa perché il periodo di stage al Maxxi giungeva al termine.mondadori frascati mamilio.it 700x250

E se non mi rinnovano il periodo di stage che faccio? Era preoccupata, il suo futuro lavorativo appariva incerto senza nessuna seria prospettiva.

C’era, è vero, al Maxxi una posizione di Curatrice Museale da assegnare con contratto permanente ma faceva gola a tante e le candidate erano molte, di gran lunga più quotate.

Giulia era solo una stagista e non aveva chance alcuna, non si faceva illusioni.

Tutte le sere, a cena, non si parlava d’altro e le sue preoccupazioni erano diventate le nostre con la consapevolezza che non avevamo modo di aiutarla.gottodoro mamilio

Per parte mia, avevo setacciato tutte le amicizie senza alcun risultato, solo vaghe indicazioni, vaghe promesse, come al solito.

Quello stesso pomeriggio avevo l’ennesimo appuntamento col dentista ma per una strana circostanza l’appuntamento venne anticipato alla mattinata.

Dunque, quella mattina percorrevo la Tuscolana, la via che prende il nome da uno dei più antichi municipi di epoca romana, Tusculum, fondato secondo il mito da Telegono il figlio che Ulisse, l’astuto e fedifrago eroe dell’Odissea, ebbe dalla maga Circe nel suo peregrinare nel Mediterraneo, come narrato nell’Odissea.

In quella normalissima mattinata di fine maggio, una giornata come tante, assorto nei miei pensieri percorrevo quella via per recarmi all’appuntamento di cui avrei fatto volentieri a meno.

Quando all’improvviso mi colpì come uno schiaffo una scena surreale, assurda.

Sul lato opposto della carreggiata nei pressi della Romanina vedo avanzare in direzione Frascati un uomo che trascinava sulle spalle una enorme croce di legno, proprio come si vede nei dipinti che rappresentano Gesù lungo la via Crucis.

L’uomo avrà avuto una cinquantina d’anni, lo accompagnava una donna che stringeva una corona.

Ero incredulo.

E che ci fanno questi due matti da queste parti?

Rallentai per osservare meglio, il loro aspetto era sereno, camminavano a passo svelto lungo il marciapiede e pregavano, strani protagonisti di un’autentica scena fuori dalla realtà e in un certo senso commoventi e patetici.  

Mi chiedevo che cosa avesse spinto quell’uomo a trascinare quella grossa croce, quali colpe credeva di aver commesso per fare un’azione tanto eclatante da sfidare il ridicolo?

Mi sembrò di attraversare il tempo, di essere ripiombato in pieno Medio Evo all’epoca di Girolamo Savonarola che credevo consunta e finita, quando gruppi di fanatici – la setta dei Penitenti e Flagellanti -giravano per le strade di Firenze flagellandosi a sangue e minacciando a gran voce i Fiorentini di arrostire nel fuoco eterno se non si fossero pentiti dei loro peccati.

La tentazione di fermarmi era forte.

Avrei voluto saperne di più, del perché di quella che ritenevo una sceneggiata, avrei voluto discutere di quel loro esibizionismo sfacciato e inutile per esprimere la propria fede, ed altro avrei voluto dire e avrei detto se ad impedirmelo non ci fosse stato il traffico romano.

Proseguii dispiaciuto.

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Come succede spesso dal dentista, uscii da quella camera di tortura con molto ritardo.

Era passata l’una e approfittando del ritardo decisi di rimanere a Roma.

Si erano fatte più o meno le due di pomeriggio.  Mangiavo in solitudine, inevitabilmente mi vorticava nella mente la scena della mattinata e riflettevo sul monito di nostro padre Dante “umane genti, quanta ignoranza è quella che vi offende” (inferno canto VII). 

Quando inaspettatamente, riecco comparire quell’uomo con la croce sulle spalle seguito dalla donna. Lì per lì, preso alla sprovvista e con la mente confusa come ci capita talvolta al risveglio, non sapevo che pensare.

Ancora loro!

Li avevo lasciati a cinque chilometri di distanza e adesso… me li ritrovavo davanti come se mi avessero seguito, quasi che ci fossimo dati appuntamento. Ero sbalordito, mi sembrava tutto irreale, inverosimile.

Tuttavia mi rallegrai perché si ripresentava l’occasione, sfuggita in mattinata, di soddisfare la mia curiosità.

Avevano percorso a ritroso i cinque chilometri di Via Tuscolana incuranti dei lazzi dei passanti e poi come guidati da non so chi e da non so che cosa vennero a fermarsi proprio nel mio stesso posto come se ci conoscessimo già, come se avessimo un appuntamento.

A raccontarlo non ci si crede ma è stato proprio così.

Con semplicità l’uomo appoggiò la croce ad un albero, tirarono fuori dallo zaino i loro panini e vennero a sedersi più o meno vicini.

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Fu facile avviare con loro la conversazione che si svolse in inglese in un clima di cordialità.

Mi stupì non poco il loro racconto che mi parve così strano che stentavo a crederci.

Erano persone gradevoli, cattolici inglesi.

Mi dissero che sentivano come una missione quella di risvegliare le coscienze assopite dei cristiani e intendevano farlo manifestando apertamente la loro fede in Gesù lungo le vie delle grandi città europee, a costo di essere derisi.  Il loro fervore mi ricordava alcuni tipici personaggi del passato che hanno caratterizzato la storia della Chiesa.

Partiti dalla Cornovaglia avevano attraversato la Manica, affrontato il lungo viaggio per pregare sulla tomba degli Apostoli, a Roma, da dove era iniziata la loro “missione”.

La contea della Cornovaglia, a sud dell’Inghilterra, resta famosa per il fascino delle sue bellezze, le splendide scogliere, le estese bruchiere, per il porto di Plymouth covo dei leggendari Morgan e Drake, temibili pirati; da qui partivano le navi corsare alla ricerca dei galeoni spagnoli che tornavano dalle Americhe colmi del prezioso bottino depredato agli Atzechi e agli Incas. 

Sempre dalla Cornovaglia, terra di violente lotte religiose tra protestanti e cattolici, emigrarono in un epico viaggio a bordo della Mayflower, grandi comunità di famiglie protestanti, i Padri Pellegrini nella storia conosciuti come Quacqueri e Puritani, fanatici intransigenti che larga parte ebbero nell’etica anglosassone in America.   

Chiesi di più su questa loro iniziativa e non mancai di esprimere le mie perplessità.

Non se ne ebbero a male ma con molto garbo – erano inglesi - mi dissero che in un mondo così dissacrante e materialista che ha dimenticato Colui che ci governa, essi intendevano risvegliare la fede senza tentennamenti.

Secondo loro il miglior modo era testimoniarla davanti a tutti con coraggio, senza vergogna e senza alcun timore di essere derisi e considerati stupidi fanatici.

Testimoni di Cristo o semplici esaltati?

Che potevo dire?

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Ci sarebbe stato molto da discutere e da chiarire ma davanti ai loro volti così sereni e a tanta autentica fede non mi sembrava il caso, preferii non dire nulla.

Parlammo d’altro, mi incuriosiva la loro vita. Si meravigliarono del mio inglese, parlai di mia moglie scozzese e delle mie figlie.Farmacia Pratone1 grottaferrata ilmamilio

Si interessarono a loro ma di Giulia vollero saperne di più poiché di lei avevo parlato a lungo raccontando le sue e le nostre preoccupazioni circa il suo incerto futuro.

Non avevo minimamente l’idea di quel che sarebbe successo di lì a qualche minuto e che invece avvenne rapidamente.

Forse perché era rimasto colpito dalla mia preoccupazione di padre o forse perché era nata un’empatia e quindi partecipava del mio stato d’animo, non saprei dire, fatto sta che dopo una breve esitazione si guardarono negli occhi e lui disse “ Let’s pray for Giulia”.

Si alzarono in piedi, misero il braccio intorno alla mia spalla e con semplicità cominciarono a pregare, senza enfasi e in tono sommesso.

E pregarono e pregarono.colline centrosportivo2 frascati ilmamilio

E io imbarazzato e rigido come un baccalà volevo staccarmi dal loro abbraccio ma non ne ebbi il coraggio, in fondo Giulia era parte in causa, è mia figlia, pregavano per lei.

Mi colpì molto l’intensità del loro pregare come se ci fosse un contatto con Qualcuno e dalle loro parole sembrava emanare un flusso di energia tanto forte che ne venni coinvolto come un devoto che non sono.

Mi chiedevo cosa stesse pensando la gente di questi tre scemi che pregavano apertamente nella piazzetta, mi sentivo a disagio come quando da piccolo la maestra mi metteva dietro la lavagna, in castigo.

Che ci faccio in mezzo a questi due sconosciuti che ci faccio in mezzo a questi due sconosciuti, ripeteva il mio cervello.

Ricordo bene alcune delle loro frasi : Holy Father we pray you for Giulia, ….. that she may have a permanent job. ( Signore ascoltaci noi ti preghiamo per Giulia…  che possa avere un contratto permanente)  

Ci salutammo ma mi restò addosso un grumo di vergogna.

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Erano passate si e no un paio d’ore e quasi avevo cancellato dalla mente quei strani personaggi.

Verso le 17, mentre ero da Feltrinelli mi raggiunge una telefonata di Pauline che con voce esultante mi dice che nel primo pomeriggio Il direttore del Maxxi aveva convocato Giulia per comunicarle che il Maxxi le offriva un contratto come Curatrice Museale, dapprima temporaneo e successivamente permanente secondo la legislazione nazionale di categoria.

Improvviso, un pensiero mi colpisce alle spalle

e con chiarezza vedo il profilo di questa strana giornata

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Chissà, forse fa così la Provvidenza quando ci prepara la via”.

Foto dal sito www.lalucedimaria.it

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