STORIE | Biblioteca Angelica, la più antica biblioteca di Roma
Pubblicato: Sabato, 08 Maggio 2021 - Giulia Bertotto
ROMA (attualità) - Le biblioteche nell'antichità erano luoghi deputati alla custodia dei volumi e non erano pensate, come oggi, per offrire la più ampia offerta di libri a potenziali lettori
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La Biblioteca Angelica si trova in piazza Sant'Agostino, vicino alla magica Piazza Navona. Venne aperta nel 1604 ed è la più antica biblioteca di Roma. Infatti insieme a quella Ambrosiana di Milano e alla Bodleiana di Oxford, rappresenta uno dei primi esempi di biblioteca come la intendiamo oggi.
Le biblioteche nell'antichità erano luoghi deputati alla custodia dei volumi e non erano pensate, come oggi, per offrire la più ampia offerta di libri a potenziali lettori. Questa funzione divulgativa delle biblioteche è mutata con la concezione del sapere stesso.
Questo luogo è imprescindibile per coloro che studiano l'opera e la vita di Agostino d'Ippona, una delle menti più preziose e influenti dell'Occidente, secondo molti esperti il più geniale teologo della religione cattolica. Questo luogo è irrinunciabile anche per conoscere l'ordine agostiniano e la sua storia. La biblioteca Angelica venne fondata grazie al lascito del vescovo Angelo Rocca, che auspicava un luogo senza limiti di accesso alla conoscenza, alla filosofia e alle speculazioni sulla fede. Nelle intenzioni di Rocca la biblioteca si rivolgeva non solo agli agostiniani, ma “a chiunque lo desideri” come proclamavano le iscrizioni sopra la porta.
Proprio da questo lungimirante ecclesiastico umanista l'Angelica prese il suo nome.
L'acquisto della biblioteca da parte del cardinale Domenico Passionei raddoppiò il patrimonio della biblioteca. Nel 1873 venne acquisita dall'appena nato stato italiano. La Biblioteca Angelica possiede 200.000 volumi di cui più di 100.000, editi dal XV al XIX. Vi sono anche testi meravigliosi dedicati alla cartografia e ai viaggi di Cristoforo Colombo. Dal 1940 l'Angelica è anche sede dell'Accademia letteraria dell'Arcadia, movimento letterario diffuso in tutto il Settecento.
Il suo salone di lettura è chiamato vanvitelliano per l’architetto che lo ideò, Luigi Vanvitelli, con le splendide vetrate che fanno entrare la luce delle primavere romane. Quella luce da sempre simbolo del sapere e della saggezza.
Foto tratta dal sito www.ilteatrodellamemoria.com
