STORIE | Girolimoni, il mostro di Roma. Storia del serial killer che terrorizzò la capitale

Pubblicato: Sabato, 20 Febbraio 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - A marzo del 1924 scomparse una bimba, Emma Giacobini, il cui corpo martoriato venne ritrovato alcuni giorni dopo con segni di stupro in zona Monte Mario. Da quel momento e per tre anni la città fu presa dal panico

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I fatti di sangue che sconvolsero Roma negli anni '20 del Novecento sono efferati e complessi. A marzo del 1924 scomparse una bimba, Emma Giacobini, il cui corpo martoriato venne ritrovato alcuni giorni dopo con segni di stupro in zona Monte Mario. Da quel momento e per tre anni la città fu presa dal panico. A giugno scompare Bianca Cavalieri, una bimba di soli quattro anni.

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La piccola vittima era stata strozzata e stuprata. Le indagini si fanno fitte e continue, si setaccia ogni zona intorno al ritrovamento dei cadaveri, si seguono piste diverse. A novembre viene uccisa Rosina Pelli, quattro anni anche lei. Poi tocca a Elisa Berni, anni sei, stessa sorte con violenza carnale. La figura del serial killer che oggi conosciamo per via di molti film e documentari per lo più americani,  all'epoca non si conosceva chiaramente. Sui giornali e nelle radio la eco delle atrocità è enorme, per la brutalità, le giovanissime vittime e l'orrore della pedofilia.

La caccia all'uomo si fa sempre più tenace, l'identikit descrive un uomo distinto, ben vestito, alto, con i baffi e sui 50 anni. Il mostro ucciderà altre tre bimbe, una addirittura di un anno e mezzo. In seguito ad una testimonianza di una 13enne che racconta di aver ricevuto avances da un uomo, si arriva a Gino Girolimoni.

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Si tratta di un fotografo di 38 anni, che viene incarcerato con l'accusa di omicidi plurimi e violenza su minori. Ma dopo un anno di carcere viene rimesso in libertà. Questo errore giudiziario gli costò la carriera e la credibilità e nonostante cercò di rifarsi una vita, venne sempre emarginato, perfino al suo funerale si presentarono in pochissimi nonostante la sua riabilitazione pubblica.  Le sue vicissitudini giudiziarie sono rimaste nella memoria collettiva e diversi registi hanno dedicato film e documentari alla turpe storia a cui rimase legato.

Il regime fascista aveva infatti ansia e fretta di trovare un colpevole per ristabilire al più presto l'ordine in città. Ancora oggi il nome Girolimoni nella zona di Roma viene usato per indicare pedofili e maniaci.

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Il commissario Giuseppe Dosi cercò il vero colpevole ma venne internato in un manicomio criminale dalle squadre fasciste e solo dopo la caduta della dittatura poté scoprire il vero colpevole delle efferatezze. Era Ralph Lyonel Brydges un pastore protestante inglese.

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Fu probabilmente il pluriomicida pedofilo che tra il 1923 e il 1928, a Roma, aggredì, stuprò (in otto casi) e talvolta uccise (in cinque casi) le bambine. Brydges non fu mai condannato o processato per questi reati. In questa storia il dramma dei delitti e dell'ingiustizia, si intrecciano senza la condanna del colpevole.

 

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