Sacra Sindone: l’immagine di Gesù creata da una potente radiazione luminosa. La tesi di alcuni ricercatori di Frascati
Pubblicato: Martedì, 09 Febbraio 2021 - Federico SmacchiFRASCATI (scienza) - Replicate nei laboratori dell’Enea le proprietà del sudario conservato nel Duomo di Torino
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La Sacra Sindone è uno dei reperti più controversi della storia dell’uomo. Secondo la comunità scientifica non c’è dubbio: il sudario è un falso medievale del tredicesimo secolo. Diversi quesiti irrisolti però gettano un alone di mistero attorno all’antico tessuto, uno su tutti: com’è stato possibile imprimere l’immagine di un uomo su un telo di lino senza utilizzare metodi chimici o pittorici?
Alcuni ricercatori dell’Enea di Frascati hanno provato a vederci chiaro.
L’ipotesi di partenza è tutt’altro che scientifica. Si tratta della “trasfigurazione” di Gesù, il passaggio da forma umana a radiazione di luce narrato nei tre vangeli sinottici (Marco, Luca e Matteo). Secondo alcuni studiosi fu proprio questo il modo in cui il figlio di Dio lasciò il sepolcro il giorno della resurrezione, lasciando impressa la sua immagine nel lenzuolo di lino che avvolgeva le sue spoglie.
Da qui l’idea di provare a dimostrare scientificamente la cosiddetta ipotesi “radiativa”, che tenta di spiegare l’origine di quella della debole doppia figura umana flagellata dalla tortura della crocifissione. Nei laboratori dell’Enea di Frascati i risultati sono stati sorprendenti.
Giuseppe Baldacchini e Paolo di Lazzaro hanno dimostrato che irradiando un tessuto di lino con un laser a raggi ultravioletti si ottiene una colorazione identica a quella presente sulla Sacra Sindone. Nessuno prima di loro era riuscito a replicare in modo così fedele le proprietà del sudario.
Resta però il nodo della datazione. Se è vero che una scoperta simile getta nuova luce, per dirla con un gioco di parole, sull’antico manufatto, è altrettanto vero che le numerose ricerche svolte negli anni da scienziati di tutto il mondo sono attualmente inconfutabili e universalmente accettate.
Il test del carbonio 14 svolto nel 1988, che ha collocato la realizzazione del sudario in un periodo compreso tra il 1260 e il 1390 (un periodo di tempo che corrisponde anche alla prima testimonianza storica della Sindone, risalente al 1353); gli studi sulle presunte macchie di sangue, ancora oggi oggetto di dibattito e dei più fantasiosi tentativi di riproduzione; gli esami medico-legali sulla posizione della salma, per molti esperti considerata incompatibile con quella di un normale defunto.
Insomma, i dubbi sull’autenticità della Sindone sono tanti, ma ancora oggi non è stato possibile dare una risposta unanime ai misteri che la circondano. L’eterna diatriba tra scienza e religione sembra non avere fine, e anche se la ricerca di Baldacchini e di Lazzaro prova a gettare un ponte tra le due siamo ancora lontani dalla comprensione definitiva di quel telo funebre considerato da molti come il vero e unico sudario che avvolse le spoglie di Gesù.
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