STORIE | Bacchino Malato alla Galleria Borghese, autoritratto simbolico di Caravaggio

Pubblicato: Mercoledì, 27 Gennaio 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - Si trova conservato alla Galleria Borghese a Roma

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Il “Bacchino malato” è un dipinto a olio su tela del 1593-1594 di Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Si trova conservato alla Galleria Borghese a Roma.

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Quest'opera rappresenta il pittore stesso nelle sembianze del dio del vino, della passione e dell'ebbrezza. Ma perché un un Bacco malato?

L'autore si immedesimava nel dio Dioniso, anche lui aveva infatti un'indole passionale, tuttavia si trovava in una fase di debolezza e malattia, infatti era stato vittima del calcio di un cavallo che lo aveva costretto a una convalescenza ospedaliera nell'ospeale della Consolazione.

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Il fatto lo aveva portato a riflettere sulla condizione umana, sempre in bilico tra salute e malattia, vigore e debolezza, spirito entusiastico e malinconia.

L'opera venne eseguita a Roma presso la bottega di Giuseppe Cesari attraverso un sistema di specchi incrociati che gli permettevano di vedere il suo stesso volto.

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Anche se Caravaggio restò lì solo pochi mesi, nel 1607 il dipinto si trovava ancora nella bottega. Venne pignorato dagli agenti fiscali di Paolo V consegnandolo al cardinale Scipione Caffarelli Borghese, raffinato collezionista.

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In questo autoritratto Caravaggio ritrae Bacco con le labbra livide, il volto magro e pallido, e una corona di edera sul capo: questa pianta da sempre simbolo di Dioniso, segno di protezione e augurio di buon auspicio. L'edera aveva difeso il dio dal fulmine di Zeus. Il grappolo di uva scura con al centro il rametto ligneo e acini tondeggianti richiama al fallo e ai piaceri carnali a cui il pittore vuole tornare. Le pesche rimandano alla sessualità femminile, allusione ai piaceri messi da parte.

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In mano tiene un grappolo d'uva bianco con chicchi succosi e altri marci, metafora dei frutti che la vita offre all'uomo.

L'uva nel contesto pagano veniva associata alle danze sfrenate e sensuali mentre nell'iconografia cristiana rappresenta il calvario di Gesù: l'uva viene battuta e pestata come il figlio di Dio sulla croce e dalla sua polpa fuoriesce il sangue della passione che però conduce alla resurrezione. Anche Caravaggio auspica la propria guarigione e rinascita.

Il dipinto non solo è ben augurante, ma esprime la consapevolezza della fragilità umana. Oggi si può ammirare nella splendida cornice di Villa Borghese, all'interno della Galleria Borghese.

Foto dal sito www.arteworld.it 

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