Frascati | Forno crematorio, la proposta Fiasco già infiamma il dibattito. I casi (negativi) di San Cesareo e Rocca Priora

Pubblicato: Sabato, 23 Gennaio 2021 - Marco Caroni

FRASCATI (attualità) - Il consigliere comunale di minoranza ha gettato un macigno nello stagno di un dibattito per il quale i Castelli romani sono già passati negli anni scorsi

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La proposta di Mirko Fiasco, giunta così all'improvviso forse come spunto derivato dalla delusione di vedere un cimitero comunale non proprio mantenuto come si vorrebbe per i nostri cari estinti, riapre una vecchia ferita castellana.

 

 

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La proposta di realizzare a ridosso del camposanto comunale un forno crematorio, per provvedere alla cremazione delle salme ed ad una gestione meno "ingombrante" delle sepolture, ha già acceso in città un dibattito che, come sempre avviene, già registra i propri capi rivolta.

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Non solo.

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La verità è che di forno crematorio sempre ai Castelli romani si era parlato, moltissimo, non più di 5 anni fa. Una doppia proposta, sopportata da altrettante delibere, era giunta sul versante tuscolano del nostro territorio.

La prima proposta, in ordine di tempo, giunse a San Cesareo dove la vecchia Giunta Panzironi fu seriamente intenzionata a realizzare un'opera di oggettiva grande pubblica utilità. Quella che ne scaturì fu una vibrante protesta di popolo: d'accordo cremare le nostre salme, ma non facciamolo a casa nostra, fu la sostanza della questione. Sostanza che chiaramente torna ciclicamente.

Panzironi ed i suoi dovettero rinunciare al progetto di Colle Marcelli.

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Il bis venne servito pochissimo tempo dopo. La nuova proposta, supportata dall'Amministrazione del sindaco Damiano Pucci, arrivò a Rocca Priora dove il sito proposto fu quello del nuovo cimitero, nella parte bassa del territorio comunale. Lì sarebbe dovuto sorgere il Tempio crematorio.

La nascita di un accanito e rumorosissimo comitato cittadino, a valle di una drammatica riunione tenutasi nell'auditorium della BCC di Rocca Priora, costringe un sindaco Pucci alle corde ad accordare ai cittadini la rinuncia al progetto. (vedi foto in alto).

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Il tema è ovviamente attualissimo e si apre a molteplici posizioni e discussioni. Sui social la proposta di Fiasco, rilanciata dalla nostra testata, non è passata affatto inosservata.

Tante le posizioni demagogiche, tanta l'ignoranza e tanti anche i dubbi di carattere religioso. Ma oggettivamente il tema è discusso e tra le motivazioni che più vennero sostenute dai comitati contrari alla realizzazione dei forni, ci fu quella del timore di inquinamento e del rilascio di metalli pesanti (quelli soprattutto derivanti da persone cremate ma sottoposte a chemio o altre cure in vita) nell'atmosfera.

colline201023 ilmamilioChe nel futuro ci siano sempre più tecniche di cremazione delle salme, questo appare evidente. Chem, dunque, la pratiche di tumulazione e di inumazione siano destinate a diminuire soprattutto per mere questioni di disponibilità di spazi, altrettanto. Che però nessuno voglia vicino a casa un impianto destinato a questa pratica è altrettanto evidente. Tanto più che, questo anche è pacifico, per fare rendere economicamente ma anche a livello di efficienza un impianto, il volume di salme "lavorate" deve essere senz'altro superiore a quello dei soli decessi "comunali".

Insomma: pensare ad una "industria della cremazione" è probabilmente molto più vicino alla realtà di pensare ad un piccolo impianto destinato alle cremazioni "di casa".

Ed una industria del genere nessuno la vuole nel proprio giardino.