Regionali: centrodestra su Pirozzi tra sorrisi e gelo. Si cerca l’unità, ma con giudizio

Pubblicato: Venerdì, 10 Novembre 2017 - Fabrizio Giusti

REGIONE LAZIO – E’ sopratutto Forza Italia ad avere dubbi. Parole critiche contro l’autocandidatura del sindaco di Amatrice

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La vittoria di Musumeci e la candidatura di Pirozzi. Il centrodestra celebra e ragiona sulle due vicende. Diverse tra loro nella scelta. La prima è una conquista faticosa e costruita pezzo per pezzo, giorno per giorno; la seconda è una partita ancora tutta da giocare. C'è una lista civica, al momento, e poco altro di ufficiale. Si parte da un'analisi iniziale non di secondo piano: Musumeci non si è autocandidato, ma si è proposto, sfruttando una storia personale politica profonda da militante e da amministratore. Ha tessuto una fitta rete di dialogo, per niente facile all’inizio, trovando una sintesi ampia e condivisa da tutte le forze in campo. Per questo, specie sulla sponda di Forza Italia, i dubbi su Pirozzi sono piuttosto diffusi. Pronta, proprio per tali motivi, l’alternativa delle Primarie.

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Il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, riferendo all'Adnkronos, ha affermato: “Se Pirozzi vuole fare il candidato noi siamo pronti anche alle primarie, ma con regole certe”. Neanche Francesco Giro ha fatto troppi giri di parole: “Quella di Pirozzi è un’autocandidatura e la consideriamo come tale”. Sempre Giro, non molto tempo fa, aveva fatto capire che sul candidato stavolta avrebbe deciso Forza Italia. Per un semplice ragionamento: tutte le candidature nel Lazio, tranne Tajani nel 2001 a sindaco di Roma, sono state sempre ad appannaggio della destra. Dietro ogni scelta, dunque, la forza vera o presunta di un’area politica comunque ben radicata e spesso vincente (Storace, Alemanno, Polverini). E’ pur vero che la storia è cambiata e non può sempre decidere l'ambito degli ex An o provenienti da quel partito. Un segnale, in questo senso, è arrivato nelle scorse ore anche da Maurizio Gasparri, che di An fu protagonista, e a cui il nome di Pirozzi non ha trasmesso grosse esaltazioni, affermando che le “autoproposizioni" sono legittime, ma che non devono essere il metodo migliore per costruire uno schieramento vincente. Come a dire: “I giochi sono aperti e l’intesa è tutta da fare”. Fazzone, Giro, Gasparri: se tre indizi costituiscono una prova, le perplessità sono palesi.

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La volontà di andare uniti c’è, ma con estrema collegialità. Ciò fa dedurre che il sindaco di Amatrice sarà anche stato accolto con simpatia o disponibilità da Meloni e Salvini, ma non da un partito che comunque nelle province ottiene risultati molto importanti e senza il quale il fronte moderato non andrebbe da nessuna parte. Pirozzi o non Pirozzi. Il tempo intanto stringe. Zingaretti e Lombardi sono sul campo da un po', seppur con toni ancora molti cauti. L’esperienza siciliana però ha dimostrato che si può anche arrivare dopo nella proposta della candidatura all’elettorato (come nel caso di Musumeci con Cancellieri) e ottenere il massimo del risultato.

 
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Il centrodestra è ormai convinto che il vento stia tirando dalla sua parte. L’unità è la meta. Ma nessun Papa della storia contemporanea è stato eletto senza prima fare un Conclave.

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