ESCLUSIVA - Grottaferrata | Il preside del Touschek: "La chiusura della scuola comincia a farsi pesante"

Pubblicato: Domenica, 17 Gennaio 2021 - Mat.Ca.

GROTTAFERRATA (attualità) - Il professor D'Anna parla del difficile momento che le Superiori stanno vivendo

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Il preside del liceo Scientifico "Touschek" di Grottaferrata, professor Paolo D'Anna, commenta il non facile momento della scuolaa

Secondo l’assessore alla Salute D’Amato “pensare di riportare i ragazzi in classe alle superiori nel Lazio con ancora decine di centinaia di casi al giorno non ha senso”. È d’accordo con questa affermazione?

“No. Il Governo si deve limitare a risolvere problemi per consentire ai ragazzi, che stanno a casa ormai da tempo immemorabile, di tornare a scuola. Quindi se ci sono problemi nei trasporti bisogna che si lavori in sinergia per poter restituire la scuola agli studenti, che sono stati quelli più colpiti d’Europa. Il punto di criticità si è rivelato quello dei trasporti pubblici, non certo la scuola stessa. Noi abbiamo avuto pochi casi. Il 14 siamo partiti seguendo i protocolli che ci sono stati indicati, abbiamo così ripreso le lezioni con tutti gli studenti in presenza, in una situazione pienamente sotto controllo. I problemi sono sorti poi quando i ragazzi hanno dovuto utilizzare i mezzi pubblici. Insomma vecchi problemi si stanno associando a problemi nuovi. Questo è il problema”.

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In vista del rientro ci sono molti nodi da sciogliere: il primo, come lei ha già anticipato è quello dei trasporti. A questo proposito molte scuole dei Castelli Romani hanno chiesto e ottenuto corse aggiuntive dei trasporti. Il Liceo "Bruno Touschek" cosa ha fatto in merito?

“In seguito alla comunicazione inerente il doppio ingresso, abbiamo effettuato un’indagine conoscitiva e approfondita presso gli studenti. Abbiamo così appurato che la nostra percentuale di ragazzi che utilizzano i mezzi pubblici è piuttosto bassa e non supera il 30%. Per la precisione si attesta intorno al 20-25 %. Così abbiamo subito comunicato al nostro direttore (ufficio scolastico regionale n.d.r) la possibilità di una deroga che ci consentisse un ingresso unico. Ho fatto quindi la richiesta di questa deroga perché siamo in una situazione che ci consenta di non avere un impatto piuttosto accentuato sui mezzi di trasporto. Non abbiamo avuto risposta, quindi in questo momento stiamo lavorando per ripartire secondo quanto disposto dalle ultime indicazioni con il doppio ingresso. Stiamo lavorando su due fronti: uno è quello di di cercare di ottenere una deroga rispetto ad un meccanismo che, a mio avviso, è penalizzante, e non attenua i contagi. L'altra, invece, è quella di metterci nelle condizioni di poter ripartire il 18, proprio come riportato dalle ultime indicazioni”.

 

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Per quanto riguardo i programmi. Quale sono le direttive che darà ai suoi docenti? Dirà loro di sfruttare questo periodo di riaperture per rivedere i temi già visti nel periodo di DAD oppure chiederà loro di accelerare con i programmi sfruttando così questo periodo di didattica in presenza?

“Sono indicazioni che noi interpretiamo nel pieno della nostra autonomia. Intanto i programmi non esistono più. Esistono delle indicazioni nazionali che vanno contestualizzate e vanno interpretate secondo il contesto. Questo, al momento, ci chiede di avere un massimo di flessibilità e ascolto verso le difficoltà dei ragazzi. Il programma non è un diktat categorico, i programmi sono delle indicazioni dove, ovviamente, bisogna andare a sviluppare i nuclei fondamentali di una formazione di tipo liceale. Non si tratta di rincorrere con la ripartenza un programma. Non possiamo permettercelo. I docenti, a seconda di come si sono comportati gli studenti e a seconda delle dinamiche che si sono innestate in questi mesi, dovranno riprendere in mano la didattica in presenza carica di tutte quelle problematiche pregresse ma allo stesso tempo questi devono anche prestare ascolto a quelle che sono le difficoltà che sono nate in questi mesi. In estrema sintesi quindi non possiamo permetterci di riprendere in una situazione di corsa verso il programma”.

 

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Questo, a mio avviso vale per tutte le classi meno che per le classi quinte.

“Per i quinti il problema del programma si interpreta alla stessa materia. Già l'anno scorso ho fatto Il presidente di una commissione d’esame. Questo è stato adattato a quelle che erano le circolari in proposito. L’iter dell' esame è stato adattato alle situazioni che si sono create durante questo periodo.Ora su questo, le indicazioni ancora non arrivano, naturalmente si dovrà tener conto di questo situazioni. Se si riprende il 18 penso che il ministero terrà conto di questa situazione. Ovviamente io chiedo ai docenti di prestare maggiore attenzione, di calibrare tutte le attività. Inoltre teniamo conto che si giudica un ragazzo sulla base di una percorso triennale e che in questo   si evidenzierà anche la capacità di ogni studente di orientarsi in modo interdisciplinare. Il giudizio finale non sarà dato soltanto sulla base della formazione scaturita in questi ultimissimi mesi. Anche se ormai qui la chiusura è diventata pesante.

 

 

Non sarebbe stato utile, già a settembre, rimodulare le classi per ridurre il numero di studenti così da garantire un insegnamento di qualità e al contempo orientarsi verso una didattica a distanza al 50%?

“Ci hanno detto di tener conto di un metro di distanza, di consentire l’accesso ai diversi ingressi, di usare la mascherina, di usare il gel per le mani, di lavarsi continuamente le mani ed evitare assembramenti. Tutte queste cose sono state fatte: abbiamo fatto rispettare un metro di distanza, abbiamo diverse volte misurato le classi, abbiamo verificato la distanza tra i banchi e così via. Naturalmente abbiamo dato la possibilità a tutti gli studenti di entrare in classe. Tant’è vero che non si sono presentate situazioni importanti di contagio all'interno della scuola. Se ci avessero detto di far rispettare due metri di distanza li avremmo assecondati, anche se nasceva un altro problema che stiamo cercando di risolvere in questi giorni. Il problema era quello di avere una fibra che ci consenta una didattica a distanza, più veloce e più rapida. I lavori si stanno tenendo proprio in questi giorni e la fibra dovrebbe essere pronta per la seconda metà di gennaio. Quindi quelle indicazioni che a noi sono arrivate, le abbiamo messe in atto. Ma essere più realisti del re non giova a nessuno: diffondere panico, assumere un atteggiamento iper correttivo, ai limiti spesso della nevrosi, è un altro danno che sta serpeggiando in questo periodo. Quindi attenzione al rispetto delle regole eccetera ma molto equilibrio. Per esempio le faccio notare che i casi che si sono verificati qui ad ottobre, dopo l'apertura, riguardavano in particolare le classi quinte che erano state in situazioni di festa e di convivialità. Questo la dice lunga sul fatto che più ci vuole un po' di disciplina in un momento difficile come questo”.

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Un ulteriore nodo da sciogliere prima della riapertura è quello del personale docente aggiuntivo. Entrare alle dieci significa, infatti, uscire alle sedici. Questo è un problema che la sua scuola sta riscontrando?

“Noi siamo costretti a rimodulare l’orario con gli stessi docenti che avevamo prima. Quindi abbiamo spostato l'orario dalle otto di mattina alle dieci.

L’unico disagio che si è creato, ma abbiamo cercato di attenuarlo parecchio, è che l'orario non possa essere coeso e possa prevedere quello che si chiama in gergo qualche “buco” in più. Tuttavia questo problema è però molto limitato. Quindi abbiamo spostato l’orario un po in avanti e quindi non c'è necessità di avere più personale da questo punto di vista”.