Grottaferrata | Il personale del nido "L'isola che c'è" replica al Comune

Pubblicato: Lunedì, 09 Novembre 2020 - redazione attualità

GROTTAFERRATA (attualità) - "Alcune doverose precisazioni al fine di evitare incomprensioni, inutili strumentalizzazioni"

ilmamilio.it - nota stampa

Dal personale del Nido d’infanzia “L’isola che c’è” riceviamo e pubblichiamo.

"In merito al comunicato pubblicato in data 8 novembre dal Comune  che precisa: “Nessuno stravolgimento, andiamo incontro a cambiamenti società”, ci sembrano doverose alcune precisazioni al fine di evitare incomprensioni, inutili strumentalizzazioni e superficiali interpretazioni di una legge che ci vede particolarmente soddisfatte perché, traguardo raggiunto dopo anni di battaglie fatte soprattutto da chi, per anni ha operato nei servizi educativi che troppo spesso sono rimasti tra gli ultimi pensieri della politica nazionale.

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Finalmente il 5 agosto 2020 è approdata nell’Aula del Consiglio regionale del Lazio, la tanto sospirata legge in attuazione del Decreto Legislativo 65/2017 sulle disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia. Peccato che le finalità della normativa sono state scorrettamente interpretate da questa amministrazione. La normativa a cui si fa riferimento infatti, prevede l’istituzione di un sistema integrato di educazione e di istruzione per l’infanzia individuando varie tipologie di servizi.

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Riportiamo a titolo esplicativo l’Art.2 della legge

(Servizi educativi)

  1. I servizi educativi, unitamente alle famiglie, si occupano della crescita e della formazione delle bambine e dei bambini dai tre mesi fino al compimento dei trentasei mesi, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa degli stessi e consistono in:
  2. a)    nido e micronido che assicurano la realizzazione di attività educative e di gioco, i pasti e il riposo secondo le disposizioni di cui al capo IV;
  3. b)   sezione primavera, di cui all’articolo 1, comma 630, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativo all’offerta formativa infantile, che favorisce la continuità del percorso educativo dai primi mesi di vita e fino al compimento dei sei anni di età, secondo le disposizioni di cui all’articolo 37;
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  5. c)    servizi integrativi classificati in:

1)   spazio gioco, specificamente rivolto alle bambine e ai bambini dai dodici mesi fino al compimento dei trentasei mesi per un tempo giornaliero limitato, di cui all’articolo 39;

2)   nido domestico, di cui all’articolo 40;

3)   centro per bambini e famiglie, che prevede la presenza attiva di genitori, familiari o adulti di riferimento, di cui all’articolo 42.

Per maggiore chiarezza riportiamo anche l’art. 3 della legge a chiarimento del significato di sistema integrato

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Art. 3

(Sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia)

  1. I servizi educativi sono parte del sistema educativo integrato di educazione e istruzione per le bambine e i bambini in età compresa dalla nascita fino ai sei anni volto ad offrire una pluralità di offerte, promuovere il confronto tra i genitori e l’elaborazione della cultura dell’infanzia, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie e della comunità locale. La Regione promuove azioni e programmi per la messa in rete dei servizi educativi e di istruzione nonché per la stipula di convenzioni tra comuni limitrofi nei quali sono carenti i servizi educativi, in particolare quelli situati nelle periferie, nelle aree interne e nelle zone montane, che favoriscano la più ampia scelta di servizi e orari di apertura.freeTime1 ilmamilio

Il capo IV della legge che comprende gli artt. dal n.30 al n.35 è di un’imbarazzante chiarezza. Stabilisce esattamente come deve essere articolata l’organizzazione del nido, ovvero uno dei vari servizi che partecipa al “sistema integrato” dedicato esclusivamente ai bambini dai 0 ai 36 mesi con specifiche finalità: a) la formazione e socializzazione delle bambine e dei bambini, nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive, relazionali e sociali; b) la cura delle bambine e dei bambini che comporti un affidamento continuativo a figure diverse da quelle parentali in un contesto esterno a quello familiare; c) il sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative; d) lo svolgimento delle attività didattiche educative in comune con la scuola dell’infanzia per promuovere la continuità educativa; e) agevolare l’accesso al lavoro dei genitori.

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La normativa non stabilisce l’istituzione di nuovi servizi a discapito di altri, semmai, individua quali affiancare a quelli esistenti potenziando l’offerta formativa. Il termine “sistema”, sta infatti ad indicare una molteplicità di servizi che, insieme concorrono alla soddisfazione di molteplici e variegati bisogni di una società che cambia. Il cambiamento, Sindaco, noi lo abbiamo sotto gli occhi quotidianamente, come non ci passano inosservati i bisogni dei bambini che rimangono al centro della nostra primaria attenzione. Nella lettura del comunicato, l’uso del termine “integrativo” ci risulta forviante e strumentale per giustificare una scelta che ha come reale obiettivo quello di risparmiare su un servizio trasferendo al prossimo gestore un rischio di impresa che ricadrà inevitabilmente sul personale e non solo. Con la concessione, l’ente aggiudicatore dovrà assumersi non una quota residuale di rischio bensì, oneri gestionali rilevanti ben documentabili. Pensare erroneamente di utilizzare il nido come contenitore di altri servizi, obbligherà qualsiasi gestore, pur di non andare in perdita, ad utilizzare lo stesso personale a cui verranno ridotte le ore svolte sul nido, per spalmarle su servizi che potrebbero essere attivati nei giorni festivi, di notte, per feste e baby parking. Per anni, abbiamo svolto la nostra attività “integrando” gratuitamente al lavoro quotidiano iniziative ben delineate nel progetto educativo che ogni anno, abbiamo avuto il piacere di presentare e condividere con le famiglie: laboratori con i bambini e i genitori in occasioni di feste o ricorrenze, supporto alla genitorialità, che si traduce con il mettersi in ascolto delle famiglie quotidianamente, incontri periodici di confronto con le famiglie sulle tematiche relative ai bisogni dei loro bambini. Anche se di non pertinenza, ci sembra opportuna una specifica rispetto a quanto riportato dall’Ass.re, in merito all’attenzione per l’infanzia e per i lavoratori, citando la rimodulazione del servizio che, ha permesso certamente, nella fase di lockdown e per tutto il periodo di sospensione, attività alternative a distanza per le famiglie e i bambini, omettendo però un particolare che ancora una volta viene tralasciato ovvero, quanto è costato ai lavoratori che in tale periodo non hanno percepito la totalità dello stipendio in quanto l’intero stanziamento di bilancio, al netto delle minori entrate riscontrate dall’ente, non ha consentito agli operatori, di percepire l’intera retribuzione. Ci preme inoltre precisare che, gli appalti pubblici che siano essi in concessione o meno, sono regolamentati dal rispettivo Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 che apre la partecipazione non solo alle organizzazioni del terzo settore alle quali si chiede di compartecipare alla gestione del servizio attivandosi in forma maggiormente attiva così come testualmente riportato dall’Ass.re ma, all’insieme delle imprese che gestiscono servizi. In merito al percorso di confronto/comunicazione con i vari attori coinvolti, di nuovo si precisa, che l’interesse verso un argomento che riguarda il nostro futuro e quello di un servizio, ci ha indotto a partecipare a due commissioni consiliari, non certo perché invitate dall’amministrazione, tantomeno ci risulta che ci siano stati momenti di ascolto e confronto con le famiglie, a nostro avviso, principali attori di un processo che sarebbe stato opportuno aprire alla massima partecipazione.

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Per quanto riguarda i lavoratori, non ravvediamo alcun impegno che non sia già previsto dalle normative in merito alla nostra tutela. MIGLIORERA’ SENSIBILMENTE??? Chissà, certo è che la nuova legge non stabilisce le modalità di affidamento dei servizi bensì, orienta le amministrazioni sulla progettazione da sviluppare a supporto di quelli già esistenti, per rispondere in maniera adeguata alle svariate esigenze, dopo una seria e attenta analisi dei bisogni. Non è certo il sistema di gestione scelto a rendere efficace e adeguato un servizio bensì, l’indice di gradimento degli utenti che ne usufruiscono ogni giorno, gli unici legittimati ad esprimersi in merito all’organizzazione generale del servizio e ai livelli di qualità offerti. Non possiamo certo ritenerci soddisfatte del percorso intrapreso da questa amministrazione che testimonia la volontà di rimanere in una dimensione di dialogo assente da non poter classificare come buona prassi.

In conclusione ci preme sottolineare che flessibilità, qualità educativa e rispetto occupazionale dei lavoratori poco si conciliano con i tagli previsti da questa proposta di delibera che il consiglio comunale si accinge ad approvare.

                                                                                                                

                                                                                                                           Il Personale del

                                                                                                              Nido d’infanzia “L’isola che c’è”".

 

Foto d'archivioseLaSai ilmamilio