Mons. Marcello Semeraro: “Nomina a Cardinale emozione forte. Distacco dalla diocesi di Albano sofferto, tanti momenti significativi”

Pubblicato: Martedì, 27 Ottobre 2020 - Redazione attualità

Papa Francesco dona all'ospedale Regina Apostolorum di Albano un  respiratore per i malati CovidALBANO (attualità) - La nomina a Cardinale prenderà concretamente forma in occasione del prossimo concistoro fissato per sabato 28 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento

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Monsignor Marcello Semeraro non ha nascosto la propria emozione e gratitudine nei confronti di Papa Francesco per la recente nomina a Cardinale. Quest’ultima prenderà concretamente forma in occasione del prossimo concistoro fissato per sabato 28 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento. Ilmamilio.it ha raggiunto Monsignor Marcello Semeraro.

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Cosa prova dopo questa nomina a Cardinale?

“Anzitutto una forte emozione legata alla gratitudine nei riguardi del Papa che con la sua scelta ha continuato a mostrarmi la sua fiducia; al tempo stesso c’è la sorpresa per eventi inaspettati da cui però esce rafforzata pure la fiducia nell’aiuto e nella misericordia del Signore. La nomina è legata senz’altro a quella che di pochi giorni l’ha preceduta alla guida di un Dicastero della Curia romana e che orienta di nuovo il mio impegno episcopale: la comunione dei santi nel cielo - che celebreremo a giorni nella festa di Tutti i Santi – e per noi cristiani un modello di vita e di speranza. Spero di essere all’altezza dei nuovi compiti e so che perché questo avvenga avrò bisogno di collaboratori bravi e validi come quelli che mi hanno affiancato durante i sedici anni di episcopato ad Albano”.

Come lascia la Diocesi Suburbicaria di Albano?

“Sarà un distacco certamente sofferto da parte mia, al quale tuttavia andavo già preparandomi considerata la disposizione ecclesiastica che richiede la rinuncia al governo di una Diocesi con compimento dei 75 anni. Ora è alquanto anticipata, ma nei processi generativi il «distacco» è sempre vitale, un po’ come è accaduto quando siamo stati partoriti. Mi dispongo a distaccarmi fisicamente da una Chiesa che in questi anni è cresciuta in consapevolezza e maturità laddove le tappe raggiunte in ambiti specifici, come la Caritas diocesana, l’educazione alla fede, la pastorale scolastica, la pastorale per la famiglia, le comunicazioni sociali ed altro, possono diventare dei «trampolini» per nuovi lanci”.

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Dal 2004 al 2020 vescovo della diocesi di Albano, quali momenti ricorda con maggiore piacere?

“Ci sono dei momenti che sono stati determinanti nel cammino diocesano e sono i Convegni diocesani che anno dopo anno ne hanno scandito i passi con linearità e coerenza. Ci sono degli eventi che hanno avuto inizio in questi anni, come il Cresifest nel contesto dei processi di Iniziazione cristiana e della pastorale giovanile che mi hanno colmato di gioia; ci sono state delle realizzazioni di «opere segno» che mostrano la nostra responsabilità nei riguardi del povero e di chi è nel bisogno: penso per tutte alla Casa per i papà separati con figli e alle «case di accoglienza» e al recentissimo Centro Universitario Diocesano. Queste realtà insieme coi percorsi di formazione permanente compiuti col presbiterio diocesano li porto nel mio cuore”.

 


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