STORIE - Ariccia: leggenda della città più antica di Roma

Pubblicato: Sabato, 05 Settembre 2020 - Giulia Bertotto

ARICCIA (attualità) - Qualunque sia la versione favolistica dei suoi albori, Ariccia ebbe un lungo periodo di splendore dal IV secol a. C. sotto i romani

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Ariccia è oggi una città caratteristica del turismo laziale, con la sua graziosa piazza, la sua tradizione culinaria (la porchetta ne è l'emblema), il Santuario di Santa Maria di Galloro e le opere del Bernini. Ma qual è la sua storia?

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Le sue origini sono incerte, tuttavia ciò che gli storici sanno con certezza è che Ariccia fu antecedente a Roma e le prove sono nel marmo piperino delle sue fortificazioni, che risalgono all'VIII-VII secolo a.C. A quell'epoca era a capo della Lega Latina, la confederazione di difesa contro altri popoli, che nacque prima per ragioni religiose e poi assunse un carattere politico e militare. Nel suo territorio, sulle rive del Lago di Nemi, sorgeva il Santuario dedicato a Diana Nemorense, dove si riunivano in cerimonie e suggestivi riti, diversi popoli limitrofi.

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La leggenda però, ci racconta di altre radici da cui nacque Ariccia. Il poeta romano Publio Ovidio Nasone narra una storia turpe sulla sua fondazione: Ippolito, figlio del re di Atene, Teseo, venne accusato di aver avuto rapporti incestuosi con sua madre, Fedra, e così Ippolito fuggì dallo scandalo in Italia, dove oggi sorge Ariccia. In quella che divenne Ariccia lo accolse la dea Artemide, la quale chiamò Ippolito con un nuovo nome, Virbio, fondatore di Ariccia. Forse ispirando ad Aricia, nome della sua compagna. Ipotesi meno fantasiosa quella che ne da invece lo storico antico Solino, secondo il quale Ariccia venne fondata da alcuni Siculi comandati da un certo Archiloco.

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Qualunque sia la versione favolistica dei suoi albori, Ariccia ebbe un lungo periodo di splendore dal IV secol a. C. sotto i romani. Fondamentale per questa epoca la via Appia Antica, che le permetteva intensi scambi commerciali. Nel Medioevo subì invasioni e saccheggi da Goti, Saraceni e Goti, i quali costrinsero la popolazione a trasferirsi sull'Acropoli, l'odierno centro abitato. Fu sotto il dominio di Guido Conte di Tuscolo, poi venne acquistata dalla famiglia Chigi. Quando la visitiamo, magari girando per fraschette, dobbiamo tenere a mente la sua parabola: furono innumerevoli le sue peripezie, misteriose le sue origini.

 

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