Grottaferrata, appello di Mauro Tomboletti verso il ‘Millenario’ del 17 dicembre 2024

Pubblicato: Venerdì, 04 Settembre 2020 - redazione attualità

GROTTAFERRATA (attualità) – Una data importante per il Monumento Nazionale: il rilancio di una mobilitazione culturale e cittadina

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Riceviamo e pubblichiamo:

Era molto tempo che non andavo in Abbazia, avevo manifestato le mie personali preoccupazioni, le stesse di tantissimi cittadini, sulla sorte del monachesimo Basiliano, del monastero di Santa Maria di Grottaferrata. Erano fondate le nostre paure nel vedere scivolare nell’oblio il pilastro fondante della comunità grottaferratese.

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Il richiamo del monastero di San Nilo ha una forte attrazione soprattutto, su chi ha radici profonde in questo paese. ho incontrato dei giovani monaci, dei novizi, e hanno riacceso in me quel barlume di speranza che per disincanto, aveva smesso ardere. E’ un piccolo rivolo che ha ripreso il suo percorso, ora è il momento, in cui tutti devo fare la propria parte, e cercare di alimentarlo sempre più e far si che torni ad essere ciò che ha da sempre rappresentato sia per la chiesa, (Una gemma d’oriente incastonata nel diadema della chiesa di Roma, come la definì Papa Giovanni Paolo II) sia per noi cittadini di Grottaferrata, l’humus delle nostre origini.

L’Abbazia, non è soltanto un monumento la cui bellezza è fuori discussione, è il contenitore di un ordine monastico, che da mille anni ininterrottamente, custodisce e tramanda fede, storia e cultura.

Grottaferrata, nasce e si sviluppa intorno ad essa. Il nostro essere cittadini grottaferratesi, vuol dire avere un legame strettissimo con l’Abbazia e i monaci, che rappresentano la nostra cultura, le nostre radici, la nostra anima. Un legame profondo, paragonabile al cordone ombelicale che lega una madre a un figlio, le radici alla chioma dell’albero, è una simbiosi inscindibile.

La nostra inquietudine nasceva dal fatto che avvertivamo lo sfaldamento di parte della nostra comunità, perché da sempre percepiamo i monaci come parte integrante della nostra famiglia. San Basilio volle conferire una dimensione familiare alle piccole comunità di monaci e cosa molto importante, per il fondatore dell’ordine, che i monaci fossero integrati, sia nella vita della Chiesa, sia nella comunità civile, dedicandosi all'esercizio del ministero pastorale. San Basilio fondò i suoi monasteri non in luoghi deserti o impervi, ma nelle città o nelle loro vicinanze, in modo che la scelta del silenzio e del raccoglimento fosse legata alla dimensione caritativa soprattutto verso i poveri. Questa è una flebile speranza, di vedere un futuro per i nostri monaci, e la nostra Abbazia. Dobbiamo riportare nella nostra comunità quel senso di appartenenza che da sempre aveva caratterizzato i rapporti tra l’Abbazia e il paese. Non dobbiamo più perdere la fiducia e soprattutto la “speranza”. Per questo mi rivolgo a tutti i cittadini che hanno a cuore la rinascita della Abbazia, che ancora riesce a fare da collante alla nostra comunità.

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Abbiamo la consapevolezza delle difficoltà storiche del Monachesimo Basiliano, a causa delle crisi vocazionali e il Monastero di San Nilo, da qualche tempo paga pesantemente questa situazione. È difficile pensare a Grottaferrata senza la sua Comunità Monastica Basiliana, che da sempre ha rappresentato un avamposto aperto al dialogo con le chiese orientali. E’ in momenti, così particolari e difficili, che occorre rivolgere lo sguardo oltre gli steccati e aver fiducia nell’azione degli uomini, che possano trovare le utili soluzioni per un monastero e una chiesa, che il 17 Dicembre del 2024 vedrà i mille Anni della loro consacrazione alla Madre di Dio. Un evento di un’importanza storico religioso che non ha precedenti, un’esperienza monastica che è stata per un millennio custode di una tradizione religiosa e culturale di particolare importanza, non solo per il nostro paese ma per molti luoghi del meridione d’Italia legati alla tradizione Greco Bizantina, che vedono nel Monastero di San Nilo uno straordinario riferimento religioso e culturale.

Come cittadini abbiamo il dovere di stringerci intorno a questa piccola comunità monastica, dobbiamo impegnarci a fortificare questa fragile pianta. L’evento del millenario della consacrazione del Monastero è l’ultima occasione che abbiamo come grottaferratesi, di poter ritrovare quel senso di appartenenza, verso un paese che sta perdendo le proprie radici e il proprio passato, e senza memoria e senza passato, non può esserci futuro.

Mauro Tomboletti"

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