40° anniversario della Strage di Ustica, Bonfietti: “La voce del pilota conferma che il DC9 fu abbattuto”

Pubblicato: Giovedì, 25 Giugno 2020 - redazione attualità

Ustica, 27 luglio 1980. Ancora aspettiamo la veritàROMA (attualità) - Le parole, svelate da un'inchiesta di Rainews24, "confermano la ricostruzione che ci aveva fornito il giudice Priore"

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“Guarda, cos’è?”: le ultime parole di uno dei piloti del DC9 Itavia inabissatosi nel 1980, svelate da un’inchiesta di RaiNews24, “confermano la ricostruzione della tragedia di Ustica che ci aveva fornito il giudice Priore e che abbiamo voluto richiamare anche nei materiali di comunicazione pensati per celebrare il 40esimo anniversario: il Dc9 è stato abbattuto“. Lo dichiara la presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti, che ieri ha presentato le iniziative in programma per l’anniversario. Lo riferisce l'Agenzia Dire. “Abbiamo inserito questa frase accanto al tracciato radar, unico documento salvato dalla distruzione totale delle prove, convinti che in questi due elementi si possa individuare la verità”, aggiunge Bonfietti. La registrazione delle voci in cabina rappresenta un documento che “dal 1999 è pubblico”, sottolinea la presidente. Fino a pochi giorni fa ci si era fermati a comprendere solo “Gua…”, ora si parla di una frase più ampia: forse grazie alle nuove tecnologie, dice Bonfietti, ma in precedenza di certo “non c’era nessuno dei periti del giudice o dei periti di parte che non avesse interesse a non finire lettura di quel nastro”.

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Detto ciò, “non cambia nulla”, afferma Bonfietti, “perché per la magistratura già quel ‘Gua…’ voleva dire che c’era qualcosa che uno dei due piloti stava vedendo, non un’altra giustificazione o spiegazione”. Insomma le nuove sillabe aggiungono “solo la conclusione di quella meraviglia, era evidente che chi dice questa frase– continua Bonfietti- vuole dire quello che dicono tutti, giudici compresi, cioè che la persona stava vedendo transitare qualcosa attraverso lo spazio molto limitato che possono avere i piloti dai finestrini”: insomma, il nastro “dà solo la conferma che quello era, che qualcosa stava avvenendo”.

Anche quest’anno Bologna ricorderà la strage di Ustica con un articolato pacchetto di iniziative: del resto l’appuntamento di quest’anno ha un valore in più, visto che si tratta del 40esimo anniversario dell’abbattimento del Dc9 Itavia che il 27 giugno 1980 provocò la morte di 81 persone.

La presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti, si dice “ben contenta” della presenza del presidente della Camera, Roberto Fico, alle commemorazioni in programma sabato a Bologna per il 40esimo anniversario dell’abbattimento del Dc9 Itavia.

Fico - afferma Bonfietti - “ha voluto essere al nostro fianco per dare un segnale forte dell’importanza del ruolo delle istituzioni. Questa vicenda potrà finire anche con la verità sull’ultimo pezzo, cioè chi è stato ad abbattere il Dc9, solo se le istituzioni faranno la loro parte imponendo al Governo del nostro Paese una richiesta forte e vera per farsi rispondere” dagli altri Stati coinvolti. In più, c’è il punto “importantissimo” della direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti, aggiunge Bonfietti: una “cosa ottima” ma la sua applicazione “è un po’ scarsa, nel senso che specialmente l’ultimo Governo non ha rinominato il sottosegretario che dovrebbe seguire questa desecretazione continua”. Nel frattempo, “finalmente qui a Bologna sono arrivate carte che finora erano solo a Roma”, segnala Bonfietti, in modo che “le ricerche e le indagini da parte dei nostri storici locali possano continuare ad essere fatte”..

Il velivolo dell’Itavia, con a bordo 81 persone, “è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea. Chi è stato? Non lo so. I francesi, gli americani, quelli che erano lì… Insisto: ce lo devono dire loro cosa facevano“, continua Bonfietti.

La portavoce dei familiari, poi, punta il dito sulla “assurda, incredibile, inaccettabile contraddizione” che caratterizza lo Stato italiano, che “sta pagando e risarcendo i parenti delle vittime che adiscono le vie legali in sede civile”. Questo vuol dire che “si riconosce la gravità dei comportamenti dei singoli”, però “non capisco perché, invece- afferma Bonfietti- così scarsa e non troppo adeguata sia l’attenzione da un punto di vista politico” sulla necessità di conoscere ciò che ancora manca. L’Italia dovrebbe attivarsi di più “a livello politico e diplomatico per farci raccontare dai francesi, che ci hanno sempre raccontato menzogne, e dagli americani cosa ci facevano quella notte nei nostri cieli”, conclude Bonfietti: i familiari chiedono alle istituzioni “un impegno maggiore, anche a livello internazionale, per la ricerca della piena verità” (DIRE).

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