Università Sapienza di Roma e Camerino sconfiggono la fame compulsiva

Pubblicato: Giovedì, 21 Maggio 2020 - redazione attualità

fame compulsiva ilmamilioROMA (attualità) - I due atenei creano il farmaco contro l’alimentazione incontrollata

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Per la comunità scientifica internazionale conosciuto come Binge Eating Disorder, corrispondente nella nostra lingua al Disturbo da Alimentazione Incontrollata, ovvero quel problema che porta a fare frequenti grandi abbuffate senza compensazioni nei pasti successivi. Si tratta del disturbo della sfera alimentare percentualmente più ricorrente. Le terapie farmacologiche finora a disposizione, che possono comprendere anche sostanze utilizzate per problemi psichiatrici, mostrano scarsi tassi di successo nel lungo termine e problemi di sicurezza, evidenziando così la necessità di nuove opzioni di trattamento.

Questa forma di voracità porta inevitabilmente la persona ad essere in forte sovrappeso, quando non obesa - secondo HealthSPRING - che si accompagna molto spesso a patologie molto seria, come l'ipertensione, il colesterolo alto, il diabete e vari complicazioni ad esse collegate. Per la riduzione di peso corporeo la prima cosa da fare è attenersi ad una dieta iperproteica, con qualche aiuto da parte del tè verde e dell'olio di CBD per placare lo stress riversato sul cibo.

Due gruppi di ricerca – coordinati rispettivamente da Silvana Gaetani del Dipartimento di Fisiologia e farmacologia "Vittorio Erspamer" dell’Università La Sapienza di Roma e da Carlo Cifani della Scuola di Scienze del farmaco e dei prodotti della salute dell’Università di Camerino – hanno identificato nella molecola oleoiletanolamide un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista "Neuropsychopharmacology" e dimostrano che l’oleoiletanolamide messaggera derivata dai lipidi (OEA) ha la funzione di impartire il segnale di sazietà al cervello, inibendo l'assunzione di cibo attraverso il coinvolgimento di neuroni noradrenergici centrali e ossitocinergici.

Gli scienziati riferiscono di aver studiato gli effetti anti-abbuffata dell'OEA in un modello sperimentale di ratto con alimentazione simile a quella di un essere vivente affetto da Binge Eating Disorder. A seguito di cicli di restrizioni alimentari alternati alla somministrazione di altro cibo, le femmine di ratto hanno mostrato un'assunzione di cibo appetibile simile a una baldoria dopo 15 minuti di esposizione alla vista e all'olfatto ("stress da frustrazione"). 

La OEA somministrato per via sistemica ha evitato che si alimentassero in maniera smisurata, in una successione a una ridotta attivazione delle aree cerebrali che rispondono per definizione allo stress (come il nucleo accumbens e l'amigdala) e a un stimolazione di aree coinvolte nel controllo dell'assunzione di cibo. In altre parole la molecola si è visto indurre la stessa risposta a speciali neurotrasmettitori offerta dall'assunzione di cibo, in maniera speciale da quelli ad alto contenuto di zuccheri ben noti per l'effetto di denominazione del livello di stress mediante sollecitazione di specifici ormoni.

Foto: marjana1 / Pixabay

 

Si aprono decisamente nuovi orizzonti di trattamento per i tanti casi di pericolosa bulimia, sempre più presente anche fra i giovani e i giovanissimi. Ciò non toglie che si debba mantenere alta l'attenzione sull'esercizio fisico per i tanti benefici che è in grado di offrire, soprattutto con la riapertura dei centri sportivi con le dovute accortezze.