Grottaferrata: storia di un invalido e lavoratore precario ai tempi del coronavirus

Pubblicato: Sabato, 16 Maggio 2020 - redazione attualità

GROTTAFERRATA (attualità) - Le difficoltà di chi deve andare avanti in questo periodo complicatissimo

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Da un cittadino di Grottaferrata riceviamo e pubblichiamo.

"Buongiorno, ho 42 anni, sono cittadino italiano e sono invalido con difficoltà di lunga deambulazione poiché ho ginocchio, femore e acetabolo della gamba sinistra compromessi con problemi anche a piede e vagiglia sinistri.

Volevo raccontare la nostra storia mia e di mia moglie. Premetto che lavoravo per una lavanderia industriale di un amico che non era proprio consolidata e florida ma essendoci un'amicizia e avendo io grande esperienza nella manutenzione e costruzione di impianti mi sono messo con buona volontà nel cercare di aiutarlo e di far crescere l'azienda: l'ho fatto nonostante i miei problemi fisici e con grande difficoltà.

Ovviamente, purtroppo, il mio amico non mi ha assunto con contratto perché non ce la faceva: in realtà era difficile anche riuscire a percepire la paga settimanale per intero (praticamente mai, sempre acconti). Comunque sia, nel 2019 mi sono sposato con mia moglie, di origine cubana: un matrimonio molto semplice e modesto.

Dopo aver preparato tutti i documenti per la richiesta del permesso di soggiorno inviamo tutto per posta e attendiamo il giorno dell'appuntamento in commissariato a Frascati; anche perché a differenza mia che quando presenti domande di lavoro e dichiari l'invalidità sei come un "appestato" e ti rifiutano tutti, lei ha 27 anni e sta benissimo quindi avevo trovato già diverse situazioni di lavoro interessanti in attesa di questo sospirato permesso di soggiorno. Il tutto sempre considerando che andavamo avanti con il mio stipendio ballerino. Comunque, ci danno appuntamento il 23 agosto per i documenti in commissariato. 

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In breve ci dicono che mancavano due certificati: quello di stato di famiglia e quello di reddito. Fatto lo stato di famiglia, per quello di reddito rilascio una mia dichiarazione in cui dichiaro di aver qualche risparmio a parte e che lavorando a nero dichiaravo uno stipendio di 1200 euro non dimostrabile. Presentiamo tutto ed aspettiamo: nel frattempo mia moglie perde una buonissima offerta di lavoro presso una scuola di spagnolo a Roma a 1600 euro al mese e un'altra offerta di lavoro come colf presso una donna in pensione. Da settembre la porto a lavorare con me in lavanderia: naturalmente lì non interessava il permesso di soggiorno, fatto sta che proseguiamo adattandoci nel farci bastare quello che avevamo. Questo fino a novembre quando incomincia a calare un po' lavoro e mia moglie la fermano. Per non farla demoralizzare la iscrivo a due corsi alla scuola di Frascati, uno di italiano e uno di informatica così da tenerla occupata.

Ma ci serve quel benedetto permesso di soggiorno e così a metà novembre torniamo in commissariato: ci dicono che è in valutazione. Nessun'altra informazione.

A dicembre inizia il declino: io mi sento male 15 giorni con febbre alta e dolori articolari assurdi quindi mi assento da lavoro. Passa la malattia, rientro prendo si è no 400 euro per tutto novembre e poi tutti acconticini e rimangono fuori 350 che di novembre che mi si dice prenderò a gennaio. Attingo dalle riserve per fare un buon Natale e non far pesare e preoccupare mia moglie: passano le feste rientro a lavoro ma i soldi sono sempre pochi e mal pagati. A gennaioil lavoro cala ancora, si crea del nervoso perché si va ad acquistare un macchinario vecchio usato e non necessario che io sconsiglio al mio amico: lavoro come un matto per sistemare revisionare adattare e far funzionare questo macchinario ma nulla da fare.

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Domenica 8 febbraio, di sera mi mandano un messaggio che basta non si lavora più: che l'azienda è saltata, che non si può andare avanti. Il mio amico mi assicuta che poi ci saremmo sentiti per la somma dovutami di 1350 euro. 

Il 23 di febbraio trovo occupazione presso un'altra lavanderia: persona stupenda che essendo a conoscenza di questa situazione mi assicura lavoro sia a me che a mia moglie e ad un'amica di mia moglie che stavamo ospitando in quel periodo e ad un altro ragazzo che lavorava con me all altra azienda. Questa persona addirittura mi aiuta economicamente anticipandomi mezzo stipendio visto che stavo al distacco della rete elettrica e senza nemmeno più un euro in tasca.

Il sogno di un lavoro vero, pagato e dignitoso si interrompe col lockdown. Per me e la mia famiglia è la tragedia delle tragedie: blocco del lavoro e più nessuna entrata. Ora siamo davvero in difficoltà e non sappiamo come andare avanti".